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ilpostinoSalina -  A Pollara la stradella è stata intitolata a Massimo Trosi che girò il film "Il Postino", ma parte della casetta rosa, per illecito edilizio è a rischio demolizione. La "querelle" è precipitata dopo che il proprietario Pippo Cafarella si è rifiutato di metterla a disposizione del giunta municipale di Malfa, guidata dal sindaco Salvatore Longhitano in occasione della manifestazione per ricordare l'attore napoletano a 20 anni dalla morte. Il proprietario è su tutte le furie, oltre che per l'ordinanza di demolizione, anche per la presenza tra gli artisti di Dimitri Salonia con cui ha in corso un contenzioso giudiziario. Per tutta risposta Salonia ha chiesto al Comune di confiscare la casa di Cafarella che non si è attenuto alle disposizioni dell0ufficio urbanistica  di demolire parte del fabbricato e ha anche chiesto che l'abitazione - divenuta famosa in tutto il mondo - sia utilizzata dal Comune come "Casa Museo" del film "Il Postino". Chissà cosa avrebbe detto Troisi per tutti questi contenziosi scatenati prorpio in occasione degli eventi per ricordarlo. Lo scorso anno toccò ai sindaci di Santa Marina Salina e Malfa "litigare" perchè Massimo Lo Schiavo "aveva bruciato le tappe per organizzare la manifestazione e non aveva coinvolto il collega Salvatore Longhitano". Ora la "querelle" anche per la casetta rosa che addirittura rischia - anche se in parte - la demolizione. Troisi da lassu' osserva e forse si lascia scappare una delle sue battute...    In ogni caso Dimitri Salonia, pittore noto in tutto il mondo e a capo della Scuola Coloristica Siciliana, realizzerà alla Balate (praticamente dove hanno girato le scene dei pescatori de "Il Postino") un'installazione naturalistica e il figlio Eros, regista famoso soprattutto in Francia, un cortometraggio sugli ultimi giorni di Troisi a Salina. Inoltre, il Comune ha organizzato una mostra di foto del film "Il Postino"  e dei bozzetti dello scenografo, ha poi intitolato una via a Troisi e ha fatto partecipare all'evento Maria Grazia Cucinotta, lo scenografo e la costumista del Postino oltre a uno dei migliori amici di Troisi, Michele Cozzolino. Al palazzo Marchetti di Malfa, a cura dell'Associazione Didime 90) è stata inaugurata la mostra fotografica "Neruda il Fuggitivo" di Claudia Gacitùa Soriano, con le poesie di Pablo Neruda lette da Ezio Donato con interventi musicali di Riccardo Insolia e la proiezione del documentario su Pablo Neruda. Oltre alla "testimonial" d'eccezione Maria Grazia Cucinotta, sono intervenute la costumista Gianna Giffi, lo scenografo Lorenzo Baraldi e la figlia del fotografo di scena Emanuela Tursi e Alfredo Cozzolino. La mostra di foto e bozzetti "il Postino: Salina, la metafora della poesia" è stata inaugurata presso Casa di Sebastiano Lo Monaco. Inaugurata anchela  scultura "L'ombra del Postino" ideata dagli architetti Giuseppe Faranna e Sergio La Spina e realizzata dal fabbro-artista Fabio Pilato. Corolalrio il concerto di Enzo Gragnaniello e Gianni Conte. Prossimo appuntamento domenica a Pollara, località Balate, a cura della Fondazione Salonia,  alle ore 18.30 per l'inaugurazione istallazione artistico naturalistica "L'ultimo viaggio in un rifugio ancestrale regalato dagli dei" del Maestro Dimitri Salonia. Alle 21.30 proiezione del documentario "Massimo Troisi ritorna a Salina".

---La strada di Pollara intitolata a Massimo Troisi, a 20 dalla morte.L'iniziativa è stata voluta dal Comune di Malfa guidato dal sindaco Salvatore Longhitano. Ha presenziato Maria Grazia Cucinotta che con l'attore napoletano girò il film "Il Postino" nell'isola delle Eolie: "sono particolarmente emozionata a ripercorrere questa stradella - ha detto con gli occhi lucidi - l'opera cinematografica mi ha fatto scoprire come attrice e mi ha dato visibilità internazionale. Devo tutto a questo film e a Troisi che manca tantissimo non solo a me...".

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Foto di Patrizia Ganci

Salina - Al via le manifestazioni per ricordare Massimo Troisi che nell'isola delle Eolie girò il film "Il Postino". Questa sera sarà inaugurata la mostra fotografica "Neruda il Fuggitivo" di Claudia Gacitùa Soriano, presso Palazzo Marchetti a Malfa, accompagnata dalla lettura delle poesie di Pablo Neruda lette da Ezio Donato con interventi musicali di Riccardo Insolia. A seguito la proiezione del documentario su Pablo Neruda introdotto dal Prof. Marcello Saija. Venti anni sono già passati dalla morte dell'amato attore Massimo Troisi, dopo appena pochi giorni dalla fine delle riprese del film "Il Postino" di cui fu il protagonista e che ha fatto conoscere la località di Pollara nel mondo. In occasione di questo ventesimo anniversario il Comune di Malfa (Salina), in collaborazione con L'A.N.F.E. - Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati ricorderà l'attore con un memorial a Massimo Troisi "Il postino e l'isola di Salina", un ricco programma di eventi che si svolgeranno per tutto il periodo estivo. Tra gli eventi di giugno sono previste l'intitolazione della nota stradella di Pollara che il postino del film percorreva in bicicletta e l'inaugurazione di una scultura nel Comune di Malfa, entrambe a Massimo Troisi. L'isola accoglierà personaggi dello spettacolo, delle Istituzioni e del Turismo. Testimonial di eccezione Maria Grazia Cucinotta, con la partecipazione della costumista Gianna Giffi, dello scenografo Lorenzo Baraldi, la figlia del fotografo di scena Emanuela Tursi, Enzo Gragnaniello, Gianni Conte, Alfredo Cozzolino ed altri). Un vero e proprio ciclo di incontri sullo stretto rapporto tra Cinema e Turismo, che si alterneranno ad una rassegna cinematografica dedicata al "postino di Pollara". L'evento fortemente voluto e coordinato da Clara Rametta, assessore del Turismo e Spettacolo del Comune di Malfa, vuole essere un appuntamento culturale di richiamo annuale per far rivivere la magia dei luoghi di Pollara che Pablo Neruda consigliava a Mario il postino: "Prova a camminare sulla riva fino alla baia, guardando intorno a te" (Pablo Neruda).

PROGRAMMA MEMORIAL A MASSIMO TROISI IL POSTINO E L’ISOLA DI SALINA

Malfa Dal 14 al 19 settembre Ore 21.30 Rassegna cinematografica “CIAK Massimo Troisi” Palazzo Marchetti

20 settembre Ore 18.00 Presentazione del libro “Mi ricordo...Piripì zozzò” di Alfredo Cozzolino e Ennio Ecuba

               “I giochi del piccolo Troisi” attività ludiche per bambini.

Pollara Serata speciale all'interno del SalinaDocFest ( 23/27 settembre) Malfa (a cura dell’Anfe Associazione Nazionale Famiglie emigrate)

28 settembre Ore 18.00 “Caro amico ti scrivo”. La storia dell’emigrazione delle comunità siciliane attraverso il recupero di lettere e cartoline.

----di Gianluca Rossellini

L'evento culturale che ha fatto conoscere la frazione di Pollara e quindi Salina in tutto il mondo è stato il film "Il postino", ultima pellicola girata da Massimo Troisi, che è scomparso solo 12 ore dopo la fine delle riprese. Troisi sta ormai a Salina come Roberto Rossellini a Stromboli, ma per l'attore napoletano ha rappresentato anche il luogo della sua celebrazione cinematografica. Nel 1994 Troisi firma ed interpreta difatti, il capolavoro che si aggiudica cinque 'nomination' agli Oscar di quell'anno (vincendone uno, per le struggenti musiche di Luis Bacalov). Dopo Rossellini, la Bergman, la Magnani, i fratelli Taviani, Antonioni e Nanni Moretti, l'arcipelago eoliano torna con Troisi protagonista sul grande schermo. Il film, ispirato a 'Il postino di Neruda' (Ardiente paciencia), romanzo scritto dal cileno Antonio Skármeta, è stato apprezzato dalla critica e dal pubblico in tutto il mondo e reso struggente proprio per gli splendidi paesaggi di Pollara.

A 20 anni dalla morte di Troisi e da quando fu girata la pellicola, la Fondazione Salonia di Messina ha ritenuto indispensabile ricordare l'attore e celebrare uno dei film più amati del cinema. D'accordo quindi, con il comune di Malfa, competente sulla frazione di Pollara, ha quindi pensato di far realizzare all'artista messinese Dimitri Salonia, a capo della scuola coloristica Siciliana, un'installazione artistica e al figlio Eros un documentario. Produttore del film e' Antonio Barbera. Il regista conosciuto e apprezzato, per il suo lavoro socialmente impegnato nel panorama francese, cercherà attraverso le immagini e le testimonianze degli isolani che hanno conosciuto Troisi, degli storici della Cinematografia, dei protagonisti della pellicola, di raccontare, con un percorso narrativo originale, gli ultimi giorni di Troisi a Pollara, assorbendo dalle radici della tradizione, ma trovando anche punti di vista che diventino nuova linfa vitale nel dibattito culturale. Il progetto, vuole focalizzare l'attenzione sui segni artistici, sociali, cinematografici e letterari che il film ha lasciato, mostrando l'intima connessione tra la dimensione culturale e quella dell'agire sociale. Quelli che la storia ci consegna come "gli ultimi giorni di Massimo Troisi" saranno mostrati come un percorso mitico verso una forma di immortalità, in una forza viva: quella dell'arte che rivaleggia con la morte.

Eros Salonia parlando del progetto del suo documentario che verrà presentato a luglio durante le celebrazioni del ventennale di Troisi a Pollara, spiega: "Lo scopo del nostro film-documentario è di valorizzare Salina e Malfa e di mostrare l'umanità di un artista d'eccezione, 'affondando la telecamera' nel rapporto tra l'arte, la natura e la morte". "Ma non si tratta – prosegue il regista – solamente di un documentario che ritraccia, come un omaggio postumo, le tappe delle riprese e gli aneddoti della produzione. Questo film vuole essere, invece, una valorizzazione dell'Isola di Salina, del suo potere di seduzione su chi la visita e abita. Ma, soprattutto, il progetto che proponiamo è un percorso "interno" verso l'anima dell'isola, verso il suo potere di sospendere la vita umana in un'estasi calma, nella contemplazione del mistero della creazione. Tra uliveti secolari, vigne arrampicate sul vulcano, cantine di Malvasia, tra pescatori e contadini, passerà la voce di Troisi e di quanti lo hanno conosciuto. Su tutto, scorrerà la malinconia della scomparsa di un mondo (il contadino e il marinaio). Questa scomparsa poi farà eco all'ironia dell'ultimo Troisi, quell'ironia di chi, come Massimo sapeva di non avere molto tempo da vivere. Ma per fortuna, restano i film, come resta la pietra. Quelli che la storia ci consegna come 'gli ultimi giorni di Massimo Troisi' mostreranno un percorso mitico verso una forma di immortalità, in una forza viva: quella dell'arte che rivaleggia con la morte. Su tutto, poi, come uccello rapace, Araba Fenice o Chimera, campeggerà, planando su vallate, l'anima del poeta, come il mistero della morte, sospesa, assente, presenza, che si vuole, da parte mia, come sostanza ineffabile del mio racconto".

Un grande contributo per celebrare Troisi lo darà anche l'artista Dimitri Salonia, che da decenni abita per diversi periodi dell'anno nella frazione di Pollara e ama questo paradiso naturalistico che è per lui grande fonte di ispirazione tanté che lo ha definito "i giardini dell'Eden rubati agli dei". Il maestro Salonia donerà quindi una sua installazione artistica e per quest'opera utilizzerà solo materiale naturale trovato sull'isola, come legno, ferro, sassi, piante e elementi tipici locali come le barche in modo da non incidere sull'equilibrio ambientale del territorio. In particolare, cercherà di realizzare nelle grotte delle Balate a Pollara, dove era stato realizzato il set del fim di Troisi, un'installazione che descriva allo stesso tempo l'anima di Troisi e il suo rapporto con la morte. "L'idea – spiega Salonia – nasce da alcune riflessioni sulla violenza della natura e sugli elementi che rendono magici alcuni luoghi di Salina come la grotta scavata nel tufo dove le barche di legno vengono tirate in secco dopo i pericolosi viaggi in mare. Lì voglio realizzare la mia opera proprio utilizzando una barca in legno. E' come se l'anima dell'imbarcazione si aggrappasse ancora quel rifugio che non l'ha salvata, a quel cancello chiuso che ne ha impedito l'entrata. E ancora rimbalzeranno dentro quei legni 'rumori' e i suoni della natura che Massimo Troisi ha registrato per sempre.

"Allo stesso modo, – prosegue Salonia – Troisi lottando nel film e nella vita contro i colpi del destino, che sono come una marea, si aggrappava ancora alla sua grande anima, alle Balate di Pollara, rifugiandosi nelle notti di tempesta dentro quelle grotte che non hanno saputo proteggere la sua barca nel viaggio della vita. L'installazione sarà creata appunto 'incastonando' una vecchia barca nel cancello di entrata della grotta. Quella caverna che soffoca la barca nella sua bocca. All'interno dell'imbarcazione verrà posizionato un registratore Mp3 collegato ad un impianto stereo che diffonderà la voce di Troisi e i rumori e suoni della natura che lui stesso ha registrato nel film". "Lo schianto della barca– dice ancora Salonia – è come la vita dell'uomo perennemente in balia delle soverchianti forze della natura contro le quali nulla possono razionalità, intelletto e progettazione.

La stessa vita di Massimo Troisi, in perenne bilico tra slanci, passioni, creatività e destino beffardo sempre in agguato, ne è chiara e paradigmatica rappresentazione. Nel film 'Il postino', in una sorta di chiaroscuro sospeso tra razionalità e aleatorietà, si intrecciano le storie e i destini di Troisi – Ruoppolo e Noiret-Neruda, in una di visionaria chiaroveggente raffigurazione. D'altronde – conclude il maestro – nella stessa poetica di Neruda era spesso presente il tema dell'eterna lotta dell'uomo contro il proprio destino".

Rassegna Stampa. Salina, minacce, ritorsioni e denunce e l'isola perde la poesia di Troisi su "La Stampa"

di Laura Anello

Lui era l'unico, vent'anni fa, a potere entrare in questa casa a strapiombo sul mare mentre si giravano le scene del film. «Troisi era stremato, lo truccavano sotto il pergolato laterale, ma nei dieci passi necessari a raggiungere la terrazza della scena, sudava così tanto che dovevano truccarlo di nuovo».

Lui, Pippo Cafarella, l'unico testimone esterno alla troupe di quel «Postino» diventato testamento cinematografico dell'attore scomparso pochi giorni dopo le riprese, è il proprietario della casa rosa che nel film è l'abitazione di Pablo Neruda. L'edificio ottocentesco che – diceva Troisi – era «il simbolo della poesia». Adesso in lui, artista e ribelle, i ricordi si mescolano all'amarezza. Tanta da avere negato l'uso della casa al Comune che si prepara a luglio a celebrare in pompa magna il ventennale del film girato nella frazione di Pollara, la più remota e magica di Salina, l'isola verde delle Eolie. E la più, per così dire, «politica». Perché se tutto l'arcipelago dipende da Lipari, la piccola Salina è divisa in ben tre Comuni, e pullula di assessori e consiglieri come di grappoli di malvasia.

«L'ho spiegato agli organizzatori, proprio non gliela posso dare questa casa. Lo spirito dei festeggiamenti non ha nulla della semplicità, del rigore, della poesia che erano del film e di Troisi. Mi pare prevalgano altre logiche». Di più non aggiunge, ma fatto sta che a guidare le celebrazioni è un avvocato e artista di Messina, Dimitri Salonia, attualmente sotto processo a Barcellona Pozzo di Gotto per una storia di minacce denunciata proprio da Cafarella. «Tre anni fa, insieme a tanti ambientalisti e intellettuali – racconta il proprietario della casa del film – ho puntato il dito contro una tentata speculazione edilizia a Pollara guidata proprio da lui. Da allora sono stato aggredito da due sgherri davanti a mia moglie, la mia barca è stata fatta a pezzi, ho ricevuto una busta con una lametta e una penna rotta, ho sentito epiteti di ogni tipo nei miei confronti, ho trovato le foto dei miei figli tagliate».
Salonia, che ha risposto con una sfilza di denunce per calunnia e per abusivismo, e che nel processo nega ogni relazione con questi episodi, si prepara invece in grande stile a onorare il ventennale attraverso la sua Fondazione e in collaborazione con il Comune di Malfa, una delle tre mini-amministrazioni dell'isola. Lui, che si proclama «capo della Scuola coloristica siciliana» intende realizzare un'installazione artistica, mentre al figlio Eros ha affidato un documentario sugli ultimi giorni di Troisi a Pollara.
Per lui Pollara sono «I giardini dell'Eden rubati agli dei». Lo stesso nome che aveva dato al progetto di una «residenza turistico-alberghiera a 4 stelle in ambito rurale finalizzata alla conoscenza floro–faunistica dell'isola di Salina» per cui aveva chiesto l'immancabile finanziamento europeo a valere su quei fondi Por che dovrebbero servire allo sviluppo del Mezzogiorno: un milione e duecentomila euro, metà dell'investimento complessivo.

Il terreno acquistato dalla società è di centomila metri quadrati, quasi un terzo dell'intera Pollara. Abbastanza da fare saltare in aria un manipolo di ambientalisti e amanti dell'isola (in testa Cafarella) che tre anni fa presentarono un esposto firmato tra gli altri dai registi Paolo e Vittorio Taviani, dell'eurodeputato Giuseppe Fava, dal circolo Legambiente, dal club Unesco dell'isola in cui denunciavano « una preoccupante espansione edilizia tale da minarne il pregresso assetto bioambientale nonché le normali dinamiche civili, essendosi verificata un'escalation di aggressioni e fatti violenti ai danni di alcuni cittadini».
Cafarella sorride di amarezza, passando la mano sull'intonaco color cipria della casa. «Gli scenografi provavano e riprovavano ma il regista Michael Radford non riusciva a trovare il colore giusto. Finché ho mescolato calce, terriccio, colore rosso, dato pennellature grossolane, e spruzzato tutto con la pompa che i contadini usano per spargere la polvere anti-parassiti. E' venuto fuori un effetto dilavato, antico, quello dei miei quadri. Così è nato il rosa di questa casa. La casa che Troisi mi disse di amare: è bellissima, mi sussurrò con un filo di voce».

----di Fulvia Caprara per ‘La Stampa'

Un film per prolungare un'esistenza agli sgoccioli, un film che non avrebbe dovuto finire mai, un film che, giorno dopo giorno, avvicinava Massimo Troisi alla sua fine. Dietro la macchina da presa, esattamente 20 anni fa, c'era il regista britannico del Postino, Michael Radford, classe 1946, nato a Nuova Delhi, residente a Londra. Davanti c'era l'artista amato allora come oggi, unico e irripetibile nelle battute entrate a far parte del linguaggio di ognuno e, soprattutto, nella filosofia di vita, quintessenza originale, imitata e citatissima, di una napoletanità introversa, schiva, malinconica.

Di quel set, di quell'intesa, di quell'andare insieme, passo passo, incontro alla morte, Radford (che sarà protagonista, durante il prossimo «Bari International Film Festival» di un tributo a Troisi e di una lezione di cinema preceduta dalla proiezione del film) conserva un ricordo vivissimo e struggente: «Furono giorni tristi e insieme molto felici. Massimo stava morendo, ma il nostro rapporto, nato tempo prima, quando gli avevo chiesto se voleva recitare nel mio film Another time, another place, cresceva di ora in ora. Eravamo diventati amici. Io non parlavo italiano, lui non sapeva una parola di inglese, ma ci capivamo perfettamente».

Come era nata l'idea del «Postino»?
«Massimo non aveva voluto fare Another time, another place perchè le riprese erano ambientate in Scozia e mi disse che lì, per lui, faceva troppo freddo, però ci promettemmo, fin da allora, che avremmo fatto qualcos'altro insieme. Così un giorno lui mi propose questo squisito libro di uno scrittore cileno, Antonio Skarmeta, con un protagonista diciassettenne. Ci vedemmo a Roma e insieme decidemmo di trasformarlo in film cambiando praticamente tutto, tranne la storia d'amore con la ragazza e il rapporto del giovane con Neruda».

In che modo si svolse la lavorazione?
«Dopo tre giorni di riprese Massimo crollò e dovette andare via, però continuavamo a sentirci e lui mi chiedeva sempre qual era la mia impressione su quel poco che avevamo girato. Da quelle domande ho capito che voleva continuare a lavorare, così ci siamo messi d'accordo, Massimo avrebbe fatto il film girando un'ora al giorno, concentrandosi sui primi piani, mentre per il resto avremmo usato controfigure».

MASSIMO TROISI IL POSTINO

Insomma, riprese molto complicate.
«Sì, ma più pesante di tutto era la pena che avevamo nel cuore... ricordo che per la scena del matrimonio ho dovuto cambiare tante di quelle volte le date del piano di lavorazione, che alla fine l'ho fatta con sette sosia di sette attori principali. In certi momenti ero triste, anche disperato. Lo confessai a Massimo, e fu lui a consolarmi dicendomi che io avevo umanità, e che quella è uguale dappertutto e che a tutto il resto avremmo pensato noi, insieme».

Che cosa le ha lasciato «Il postino»?
«La memoria dell'essere stato accanto a una persona speciale. Il postino è rimasto impresso nella mia coscienza perché è il film coincide con la nascita del mio amore per l'Italia».

Perché, secondo lei, Troisi è rimasto così vivo nel ricordo della gente?
«Perché era un uomo speciale, portava su di sé la sofferenza del Mezzogiorno d'Italia, aveva una sensibilità particolare, incarnava l'idea di un popolo napoletano da sempre votato alla sofferenza».

MASSIMO TROISI IL POSTINO

Con il nostro Paese ha mantenuto comunque un legame. È vero che dirigerà la trasposizione cinematografica del libro di Marcello Sorgi «Le amanti del vulcano»?
«Sì, me l'avevano proposta e l'idea mi era subito piaciuta. Il libro racconta la storia dei rapporti tra Roberto Rossellini, Anna Magnani e Ingrid Bergman, un argomento molto divertente che mi avrebbe dato la possibilità di osservare un grande regista da una prospettiva nuova.

Però poi il progetto si è arenato, montare un film in Italia non è facile, anche se io sarei felicissimo di girare nel vostro Paese. Nel frattempo ho lavorato con Anna Pavignano, che scriveva tutti i film di Troisi e con cui mantengo un legame stretto, alla sceneggiatura di un film americano che uscirà in Italia, anche se non so ancora bene quando».

Di che cosa si tratta?
«Si chiama Elsa e Fred, i protagonisti sono Shirley McLaine e Christopher Plummer, racconta la vicenda di una signora in età, un po' stravagante, decisa a realizzare il suo sogno e cioè andare a Roma, alla Fontana di Trevi, e rivivere la sequenza della Dolce vita con Anita Ekberg e MarcelloMastroianni. Il bello è che ci riesce, trova un cavaliere di 83 anni e si regala quell'emozione».

-----Malfa - A venti anni dal film "Il Postino" a fine giugno a Malfa sarà inaugurata una strada all'indimenticabile attore ilpostino1napoletano Massimo Trosi che mori' una settinama dopo aver girato il film che lanciò la seconda isola delle Eolie nel mondo. Sarà proprio la stradella di Pollara che percorreva in bicicletta. Dalla caratteristica casetta rosa – dove s'incontrava con Philippe Noiret - fino alla spiaggia divenuta famosa in tutto il mondo, grazie al film "Il Postino". L'anno scorso, toccò al Comune di Santa Marina Salina intitolare "la passeggiata del porto", che tra i due sindaci scatenò non poche polemiche, ma ora la giunta di Malfa sta predisponendo una manifestazione in grande stile.

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PROTOCOLLO. Già sottoscritto un protocollo d'intesa con l'Anfe per "Il Postino Memorial". Sarà realizzato un monumento dedicato all'attore, ci saranno una mostra con cimeli del film e incontri culturali con il coinvolgimento della scolaresca. La "madrina" sarà Maria Grazia Cucinotta che deve al capolavoro cinematografico la ribalta internazionale. Il sindaco Salvatore Longhitano inviterà anche il regista Michael Radford.

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FINANZIAMENTO. "Con questa manifestazione contiamo di riaccendere i riflettori sulla nostra comunità – spiega il sindaco Longhitano – dobbiamo fare in modo di recuperare la spiaggia di Pollara che purtroppo è stata inghiottita dal mare e il costone che è anche pericolante. Speriamo che sia l'occasione buona per far stanziare i quattrini dalla Regione o dal governo nazionale".

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POLEMICHE. Salina, con tre Comuni (Santa Marina, Malfa e Leni) e ora due "campanili" sull'intestazione di una strada a Troisi, scomparso nel 1994 che alle Eolie girò il suo ultimo film. "Non ho compreso che c'azzeccato Santa Marina Salina con il film - disse il sindaco di Malfa Longhitano - lo scenario dell'opera fu quello del mio Comune: Pollara, la strada che Troisi percorreva in bici, la casa rosa... Sì, il collega Massimo Lo Schiavo mi invitò a partecipare, ma solo il giorno prima della manifestazione. Ma io avevo preso altri impegni". Longhitano lamentò di non essere stato coinvolto nel progetto: "La manifestazione - disse - poteva essere organizzata tra i due Comuni. Non è un caso che la bella attrice Maria Grazia Cucinotta per il suo soggiorno sull'isola scelse proprio Malfa e l'hotel "Signum" di Clara Rametta che la ospitò anche allora. Il film nel 1996 ebbe 5 nomination agli Oscar e vinse una statuetta per le musiche di Luis Bacalov.

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Hotel Signum Malfa"Non abbiamo mai litigato - replicò il sindaco di Santa Marina Massimo Lo Schiavo - la manifestazione fu organizzata in tempi strettissimi, con poche risorse, facendo leva sull'entusiasmo di giovani che mostrarono talento e professionalità. Fermo restando che in 19 anni Malfa non intestò nulla a Troisi, "Il Postino" ha reso celebre nel mondo tutta l'isola, e non solo Pollara. Chi sbarca con l'aliscafo a Santa Marina si tuffa immediatamente nel ricordo del film".

----di Antonio Famularo

Lettera aperta al Sindaco Salvatore Longhitano,

Recentemente sulle pagine del 'Notiziario' ho letto che nel mese di Maggio codesto Comune 'ricorderà' l'attore Massimo Troisi, scomparso vent'anni fa, dopo avere finito di girare " Il Postino ". A mio parere l'iniziativa è lodevole (come lo è stata, l'estate scorsa, quella del Comune di Santa Marina) perché nelle immagini di quel film, gradevole di per sé, vi sono il fascino e la poesia che Salina riesce a suscitare e a ispirare e che un attento visitatore/osservatore può cogliere e gustare. E quelle immagini salinesi, con le loro atmosfere, rimarranno per sempre nell'immaginario collettivo a futura memoria. Con la presente mi permetto di portare alla Sua attenzione solo un dato (di cui non ho letto nulla al riguardo e che potrebbe essermi sfuggito). Sarebbe alquanto bello, oltreché giusto, per la particolare occasione, 'ricordare' anche Philippe Noiret, un grandissimo Attore e una persona 'perbene', che nel film impersonò il poeta Pablo Neruda (tra le voci più alte della Poesia/Letteratura internazionale del Novecento, insignìto del Premio Nobel), e che col suo talento artistico contribuì notevolmente alla buona riuscita del film, che per la colonna sonora, composta dal Maestro Luis Enriquez Bacalov, fu premiato con un Oscar. A onor del merito anche " Nuovo Cinema Paradiso " era stato premiato con un Oscar e... anche lì il bravo Plilippe aveva impersonato con grande maestria un ruolo indimenticabile, a riprova, ove ve ne fosse bisogno, del suo indiscusso talento.
Del resto è proprio Neruda/Noiret che dà spessore e completezza artistica e umana al Postino/Troisi, 'complici' del connubio Poesia/Amore incentrati sulla figura femminile di Beatriz Gonzales/Cucinotta. E in fondo la "casa rosada" nell' "isla negra" di Pollara, "davanti al mare" (in cui nella realtà Neruda volle essere seppellito) è la casa del Poeta e non del Postino. E a quella casa ubicata a Pollara il grande Noiret vi legò per sempre la sua immagine, lasciandovi un'impronta indelebile del suo grande talento, della sua anima amabile di Uomo e di sensibile Artista. 'Ricordare pertanto l'Attore 'italo'/francese è una scelta del tutto ovvia, naturale, ma ancor più è un grande atto di rispetto verso Troisi che in ammirato e affettuoso omaggio verso Noiret lo volle accanto a sé, co-protagonista, in quel film che introdusse e incoronò Salina nel firmamento del cinema internazionale. Troisi amava la cultura e ne riconosceva il valore; e questo fu, ed è, il suo prezioso làscito: una riuscita 'operazione culturale'. Con l'occasione si potrebbe quindi dedicare una targa al bravo Noiret, da affiggere nel pàtio della casa a Pollara, o intestandogli il belvedere sottostante 'il Semaforo', "Belvedere
Noiret", magari con una targa che ricordi la Sua silhouette e quella di Troisi, ripresi insieme in quella bellissima immagine che fu impiegata per illustrare la 'locandina' del film. Perché Noiret 'appartiene' - come Troisi, la Cucinotta, il regista Radford, il compositore Bacalov, e il 'cast' nel suo insieme - a tutta la comunità salinese. In tal modo, nella sua seria portata, l'evento organizzato da codesto rispettabile Comune non sarebbe soltanto un'operazione da 'cartolina estiva', ma bensì una saggia e pianificata forma di investimento nella 'Cultura', anche in proiezione futura, riconoscendone l'importanza e il valore nonché la 'ricaduta'' positiva che questa produce, di cui le Eolie tutte, oltre i confini dell'orticello di ciascuno, a mio parere hanno anche di bisogno. Sicuro di un Suo convinto riconoscimento a quanto detto, La ringrazio sentitamente sin d'ora con l'espressione della mia stima. Cordiali saluti.

La nostra intervista a Maria Grazia Cucinotta - Salina 2 agosto 2013

http://www.bartolinoleone-eolie.it/cucinotta02082013.wmv

Trailers del film "Il Postino" su Youtube https://www.youtube.com/results?search_query=il%20postino%20troisi&sm=3

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