di Nicola Dante Basile
Incredibile ma vero: 900mila contro oltre 10 milioni, pari a un rapporto di 1 a 12. Si tratta dell’incomparabile confronto dei pernottamenti di vacanzieri che nel 2013 hanno soggiornato in due dei poli simboli del turismo del mare Mediterraneo. Dove il primo termine, l’unità, è riferito all’intero gruppo delle “piccole” isole siciliane (Ustica, Pantelleria, Alicudi, Filicudi, Salina, Lipari, Vulcano, Panarea, Stromboli, Favignana, Marettimo, Levanzo, Linosa e Lampedusa) che, nell’insieme, si estendono per 269 km2, mentre il secondo è relativo al solo “scoglio” spagnolo di San Francisco de Formentera di appena 83 km2, nelle Baleari. Appunto, 1 a 12.
Quando il mio amico Joe Castellano, bluesman di caratura internazionale, nonché artefice del Gruppo di aggregazione “La Sicilia può vivere di Turismo, Arte e Cultura” mi ha sottolineato questa assurda discrepanza di numeri, non riuscivo a crederci. Poi, quando alcuni giorni dopo una trasmissione di Radio24 ha affrontato il tema turismo in Italia, con il conduttore Sebastiano Barisoni che ha stigmatizzato il fatto che su ogni 100 turisti esteri che arrivano nel Belpaese, solo 13 vanno al Sud, allora sono tornato a cercare il valente Joe.
A questo punto le note dolenti sono aumentate. Perché se è vero che una regione come la Sicilia – chi l’ha vista una prima volta ci torna una seconda e pure una terza e quarta volta, per dire che non ci si stanca mai delle bellezze che ha, siano esse paesaggistiche, storiche, culturali e materiali – per promuovere la cultura, l’arte, il cibo del suo territorio tra il 2007 e il 2013 ha speso 195 milioni di euro, su una dotazione di due miliardi messi a disposizione dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, beh, non ci vuole tanto a capire che qualcosa non funziona in questo paese. Dove i “burocrati” sanno che ci sono i soldi, sanno dire che l’Italia possiede il 60-70% del patrimonio artistico del mondo ma dimostrano di non saperlo né gestire né promuoverlo.
E sì, perché in Trinacria, per tornare alla Sicilia, lo scorso anno gli stranieri che vi hanno pernottato sono stati 6,2 milioni, mentre il Veneto ne ha calamitati 39 milioni, per non dire dei 50 e passa milioni dell’Emilia Romagna? E allora cos’è che non va?
Chissà se qualcuno vorrà fornirci qualche lume in proposito. Certo è che nel frattempo chi ha idee e fa qualcosa può farlo solo esponendosi in proprio. Non importa se ciò che fa ha ricadute positive per la collettività. Com’è nel caso del “Blues & Wine Soul Festival” che Joe Castellano da una dozzina d’anni organizza con musici nazionali e internazionali di grande talento in diverse località turistiche dell’isola, ottenendo riscontri entusiastici di pubblico e di critica.
Commenta a questo proposito il bluesman siciliano: <È risaputo che anche gli eventi culturali, di costume, musicali e quant’altro contribuiscono non poco a intercettare i flussi turistici. Però bisogna saperli organizzare e comunicarli. Basti solo dire di ciò che accade in Umbria con Umbria Jazz, dove la storica manifestazione musicale riesce ogni anno ad attrarre turisti da tutto il mondo. Lo scorso anno nei soli giorni di spettacolo estivo a Perugia sono arrivati 150mila visitatori che hanno seguitogli spettacoli, consumato e soggiornato in Umbria. In Sicilia, invece, per la Sagra del Mandorlo in fiore ne sono arrivati solo 9mila>. Ma quanti conoscono cos’è e come si svolge la Sagra del Mandorlo in fiore?
Di qui l’impegno di Joe Castellano che per l’edizione Estate 2014 del Blues & Wine Soul Festival ha deciso di sposare lo slogan “La Sicilia può vivere di Turismo, Arte e Cultura”.