di Giulia Echites
"Mi dicono tutti che somiglio alla mamma, io non lo noto così tanto, ma quando sono sollecitata a pensarci rispondo: "Bene!". Del resto era una bella donna". Isabella Rossellini è ospite del Cinema Ritrovato, il festival della Cineteca di Bologna, che quest'anno omaggia Ingrid Bergman, nel centenario dalla sua nascita (che cade in agosto).
E' vero, la somiglianza è impressionante, ma la storia delle "due gocce d'acqua" sembra aver stancato la figlia di Roberto Rossellini: "è piuttosto normale che i figli somiglino ai loro genitori". Poi però sorride, ricordando quando un giorno un tassista di New York, non avendola riconosciuta, le disse: "Per un attimo ho creduto di aver preso Ingrid Bergman".
A Bologna, in piazza Maggiore, è stato proiettato Casablanca. "E' conosciuto come un film romantico - commenta Isabella Rossellini che ha introdotto la visione agli oltre cinquemila spettatori nella piazza - ma è anche estremamente buffo. Più lo vedo e più mi accorgo che Michael Curtiz ha voluto inserire dei particolari che lo rendono un film divertente". Le pagine della sceneggiatura di quel film venivano scritte di giorno in giorno e Ingrid Bergman si trovava nella condizione di non sapere chi avrebbe dovuto amare, se suo marito, Paul Henreid, o il grande amore della sua vita, Humphrey Bogart. "Ci sono state grandi discussioni tra gli sceneggiatori su come far finire il film. La scelta che hanno fatto ha reso il finale la citazione per eccellenza del cinema classico americano".
È difficile per Isabella Rossellini distaccarsi dal ruolo di figlia e dare un giudizio su Ingrid Bergman attrice: "Per me è la mamma, una donna che oggi può ergersi a esempio per noi altre donne, per la sua dolcezza e la continua ricerca di libertà e indipendenza". Il desiderio di fare l'attrice accompagna Ingrid Bergman fin dall'infanzia, la macchina fotografica del padre la immortala, piccolissima, vestita da uomo con la pipa in bocca o con abiti da femme fatale. "Quando ha scoperto che quel mestiere esisteva, che poteva essere pagata per fare quello che faceva in casa, è rimasta incantata".
In occasione del centenario della nascita di Ingrid Bergman, che cade ad agosto, è stato proeittata in Piazza Maggiore a Bologna l'edizione restaurata di "Casablanca". All'evento, organizzato nell'ambito della rassegna Il cinema ritrovato, ha partecipato Isabella Rossellini, figlia della grande attrice, che ha tracciato un profilo dell'attrice svedese toccando anche aspetti sconosciuti e privati
Ha affidato anche alle pagine del suo diario questo desiderio, "il quaderno cominciava così: "Sono molto contenta di avere questo diario che rileggerò una volta diventata un'attrice famosa"". Dalla scuola di teatro in Svezia, Ingrid Bergman viene notata da Gustaf Molander, regista finlandese con il quale la Bergman, nel 1936, gira Intermezzo, il film che le aprirà le porte di Hollywood. "Guardando i film di mia mamma si percepisce chiaramente il desiderio di vivere una continua avventura, anche il fatto che avesse imparato cinque lingue era espressione della volontà di comprendere a pieno le altre culture".
Tra le infinite interpretazioni che hanno costellato una carriera vissuta sulle ali di scommesse sempre rinnovate, quella in "Casablanca" rimane forse la più indelebile nel ricordo di tutti: Ingrid Bergman si staglia al fianco di Humphrey Bogart in quell'inno alla libertà diretto nel 1942 da Michael Curtiz. Casablanca in Piazza Maggiore a Bologna per l'omaggio che la Cineteca di Bologna dedica al centenario di Ingrid Bergman, nell'ambito della 29ª edizione del festival Il Cinema Ritrovato, in programma dal 27 giugno al 4 luglio.
E la prima di queste avventure, fuori dalla sua Svezia, Ingrid Bergman la vive a Hollywood. "Sono una delle persone più timide al mondo - scrive l'attrice, continuando a riempire le pagine del suo diario che oggi costituisce una fonte di notizie preziosissima - ma dentro di me sento di avere un leone che difficilmente si addomesticherà". Più volte Ingrid Bergman fa cenno alla sua timidezza, per molti una cosa incomprensibile, considerato il livello raggiunto dall'attrice davanti alla telecamera. "In realtà la timidezza è una caratteristica che accomuna molti attori - spiega Isabella Rossellini - quando recitano si lasciano andare perché diventano altre persone. Pensate a Robert De Niro: sul set spara e fa il mafioso, fuori rimane in un angolo... proprio come mia mamma".
Durante quegli anni trascorsi in America, Ingrid Bergman vede il suo sogno diventare realtà. Il produttore di Via Col Vento, David O. Selznick, organizza una festa in cui l'attrice è l'ospite d'onore. Tra Clark Gable, Cary Grant e Gary Cooper, Ingrid Bergman scrive "ero così felice da non riuscire a parlare, non potevo credere che io, una ragazza svedese, fossi lì". Sono gli anni di Dr. Jekyll e Mr. Hide, Casablanca, Angoscia (per cui Ingrid Bergman vince il primo dei suoi tre premi Oscar come migliore attrice), Notorious e Giovanna d'Arco. Per il suo lavoro, Ingrid Bergman passa mesi senza vedere la figlia Pia e il marito Aron Lindström.
Finché, ad un certo punto, anche da Hollywood non arrivano più gli stessi stimoli: "Vedevo tanto ma non era mai abbastanza" scrive la Bergman che, ormai decisa a lasciare la sua famiglia, dopo aver visto Roma città aperta e Paisà, invia una lettera a Roberto Rossellini. "Se dovesse aver bisogno di un'attrice svedese che parla molto bene l'inglese, un po' di tedesco, che riesce a farsi comprendere in francese e che sa dire solo "ti amo" in italiano, verrò in Italia per fare un film con lei".
Contro quella lettera si mobilita addirittura il senato americano: "Credevano di moralizzare l'arte - racconta Isabella Rossellini - dicendo che era sbagliato considerare star del cinema una persona come Ingrid Bergman".
Così, Stromboli, il primo film di Roberto Rossellini che vede protagonista la Bergman, non ha un gran successo di pubblico. "Era un bel film - scrive l'attrice - ma tutti avevano un pregiudizio su di noi per quello che ormai avevano definito uno scandalo". Per un periodo Ingrid Bergman si tiene lontana dal set, ferita dagli attacchi mediatici è decisa a voler lasciare il mondo del cinema. "Io e i miei fratelli invece - ricorda Isabella Rossellini - crescevamo felici tra Italia e Francia. Per anni mia madre non è voluta tornare in America, la prima volta che sono stata a Los Angeles avevo venticinque anni".
Poi però Ingrid Bergman "compie il miracolo di farsi riaccettare a Hollywood. È un atteggiamento tipico del popolo americano - scherza la Rossellini - che prima ti condanna e poi ti redime. L'hanno fatto con mia mamma, con Bill Clinton, Michael Jackson". Il ritorno negli Stati Uniti è per girare Anastasia, film che vale alla Bergman il secondo premio Oscar. Quella volta, a trattenere l'attrice lontano da Hollywood non erano valse neppure le minacce di Roberto Rossellini di schiantarsi con la sua Ferrari contro un albero.
"Tutta la vita di mia mamma è stata scandita dalla passione per l'arte. Tra un film e l'altro, per impegnare il tempo, puliva e riordinava casa, ma non vedeva l'ora di ricominciare a recitare". Ingrid Bergman e Roberto Rossellini non potevano essere due persone più diverse e questa immagine che ci consegna la figlia Isabella lo spiega molto bene: "Papà era sempre a letto, in pigiama, con il ghiaccio in testa, diceva che serviva per far confluire tutte le energie al cervello, mamma era sempre attiva, praticava tanti sport, lo scii, lo scii d'acqua e le sue foto in costume in piscina erano uno scenario insolito per l'Italia degli anni 40".
Ingrid Bergman muore per un cancro al seno. "Mia mamma è sempre stata una persona molto ordinata, durante gli ultimi giorni della sua vita ha raccolto tutti i video, i fogli di diario, le lettere che aveva collezionato negli anni in una stanza della casa". Nonostante tutti gli spostamenti, i viaggi e i cambiamenti, l'attrice ha sempre portato con sé quelli che erano i suoi ricordi. "Quella costanza aveva sorpreso anche me - confessa Isabella Rossellini - e quando le ho chiesto perché si fosse portata dietro tutto, mi ha risposto: "Ho sempre saputo di essere una persona molto importante"".
Oggi, tutto quel materiale è tornato a vivere grazie al documentario di Stig Björkman, Ingrid Bergman - In Her Own Words, "un capolavoro" come lo ha definito Isabella Rossellini, che potremo vedere in Italia il prossimo autunno. E per festeggiare i cento anni dalla nascita della Bergman, Isabella Rossellini ha deciso di portare nei teatri di tutto il mondo alcuni estratti dall'autobiografia di sua mamma. A New York e Londra sarà accompagnata nelle letture da Jeremy Irons, a Parigi i protagonisti saranno Fanny Ardant e Gérad Depardieu e a Roma, il 10 ottobre, Isabella Rossellini salirà sul palco dell'Auditorium con Christian De Sica.(repubblica.it)
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