L'Associazione Mediterraneo di Panarea ha promosso la prima operazione di bonifica dei fondali nel tratto di costa compreso tra Punta Peppemaria e Baia di Drautto fino a Calajunco nelle batimetriche comprese tra i 2 e i 10 metri di profondità.
L'Associazione, già promotrice e organizzatrice di diversi eventi legati alla tutela e salvaguardia del mare nonché all'organizzazione di manifestazioni sportive a Panarea, in collaborazione con altre associazioni ambientaliste e privati cittadini, residenti e turisti sensibili al problema della tutela ambientale, ha iniziato a bonificare i fondali dai rifiuti che stagionalmente vengono riversati in mare dalle imbarcazioni da diporto nelle zone limitrofe alla costa o traportate dalle stesse correnti.
Dopo aver ottenuto regolare autorizzazione dalla Capitaneria di Porto, dall'ufficio regionale del Demanio marittimo e dal Comune di Lipari, Francesco Sesso, presidente dell'associazione e titolare del diving center Eolo Sub, con i propri mezzi e staff, con il supporto del diving center e del gommone di Amphibia guidato dal gestore del centro, di due barche di turisti residenti e del prezioso supporto della Ex coordinatrice dell'Aeolian Islands Preservation Fund, l'isolana Federica Tesoriero e di alcuni cittadini attivi (Filippo Alvisi, Stefano Acunto, Laura Iannone, Marco Landolina, Pierfrancesco Dall'Erba, Luca Pandolfini, Cyril Le Fevre, Valerie Sadoun, Enzino Tesoriero) ha effettuato la pulizia dei fondali dal porto fino a Cala Del Morto.
Il gommone della Capitaneria di Porto di Lipari ha raggiunto i volontari per controllare la sicurezza dell'operazione. Per i sub, infatti, è sempre più difficile immergersi a causa della disattenzione e del menefreghismo da parte di molti diportisti che non rispettano la distanza di sicurezza, mettendo in grave pericolo il lavoro più bello del mare.
I rifiuti raccolti sono stati vari: tantissima carta per alimenti, carta da cucina, salviettine struccanti o da neonato, bottiglie di birra, plastica generica soprattutto monouso, una sedia di plastica, gomma; pochi rifiuti speciali tra cui due copertoni, di cui uno enorme, bombole del gas, alcuni pezzi di ferro, di alluminio e di acciaio.
I rifiuti convenzionali sono già stati consegnati alla Ditta per lo smaltimento, mentre quelli speciali sono stati depositati momentaneamente nell'unica area di stoccaggio di Panarea, in attesa di essere comunicati alle autorità competenti e smaltiti nel modo corretto.
I volontari hanno anche effettuato una profonda pulizia di tutte le schifezze abbandonate a Cala Del Morto, molte di questi erano freschi di giornata.
Al rientro in Porto a Panarea, un folto gruppo di isolani ha accolto e dato una mano ai volontari di rientro dalla missione in mare dopo ben 5 ore di attività: la Capitaneria di Porto era presente nel momento del rientro.
L'Associazione vorrebbe organizzare un secondo momento di pulizia dei fondali a ridosso dell'area portuale, ma occorre aspettare che il traffico marittimo diminuisca onde evitare incidenti che, anche nella giornata di oggi, è stato complicato eludere: pare che sia evidentemente difficile distinguere una boa per l'ormeggio di una barca da un regolare pallone per sub o, almeno, così ha detto chi ci ha quasi tranciato durante l'operazione.
L'Associazione Mediterraneo insieme ai volontari esecutori vuole porgere i propri ringraziamenti al Comandante della Capitaneria di porto Tenente di Vascello Paolo Margadonna e agli uomini della Capitaneria per la loro preziosa e costante collaborazione sul mare, Il Comune di Lipari e in particolare l'Assessore Pajno, Claudio Cannistrà che si è subito adoperato per ricevere i rifiuti in porto, il diving Amphibia che ha collaborato, e i privati cittadini sempre pronti a dare una mano per il nostro mare.
Speriamo che questo piccolo gesto spontaneo e colmo di amore sia uno spunto importante affinché altre associazioni e altre attività si attivino per pulire i nostri fondali, a Panarea come in tutte le isole Eolie e che tutti questi piccoli passi che stiamo facendo ci portino a breve alla Istituzione dell'Area Marina Protetta delle Isole Eolie, il cui iter legislativo è al momento in corso e ISPRA dovrebbe ultimare a breve i monitoraggi in mare.
Il nostro futuro dipende dal mare, ma il futuro del mare dipende da noi. Attiviamoci tutti per proteggere le nostre bellissime isole, per essere un esempio e per far sì che ogni visitatore sviluppi un senso di rispetto maggiore: siamo noi a creare il cambiamento, tutti insieme, collaborando, senza stancarci mai.
Per il mare.
L'INTERVENTO
di Angelo Pajno
È proprio una fissazione!
Leggo con piacere della iniziativa di alcuni volontari, locali e non, per la pulizia di parte dei fondali dell'isola di Panarea.
Iniziative analoghe si sono svolte anche in altre isole del nostro arcipelago e vanno di certo incoraggiate e supportate dalle istituzioni.
Ciò che mi riesce difficile comprendere è l'insistere nel ritenere l'istituzione di una AMP quale agognata meta per una ipotetica soluzione terminale ed insostituibile di tutela ambientale.
Chi legge ben conosce la mia ( e quella di migliaia di cittadini eoliani ) posizione al riguardo.
Il conclamato fallimento di buona parte di analoghe esperienze e la pesante, nefasta ricaduta sulla economia locale di tale tipologia di vincoli pare poco o nulla abbia insegnato.
Eppure qualcosa finalmente si muove se è vero, per come è vero, che la Regione siciliana ha di recente posto il veto all'ennesima istituzione di un parco terrestre (quello dei Nebrodi).
Se poi si riflette appena un attimo sugli effetti concreti di una AMP alle isole Eolie essi si risolverebbero, di fatto, nella migrazione verso altre mete del miglior turismo nautico ( altro che lo scodinzolare dietro i vari Armani, Valentino, pseudo oligarchi russi dal portafogli a mantice, et similia) e nella contestuale, definitiva, scomparsa della già decimata flottiglia da pesca locale.
A meno che non si voglia tornare al "pescatore artigianale" di romantica memoria ma di nessuna incidenza economica per le relative famiglie.
Forse ne trarrebero beneficio i vari diving che si vedrebbero riconoscere dall'ente gestore l'esclusiva delle immersioni con conseguente lievitazione del fatturato.
Troppo poco!
La gente va informata e non irretita.
E non è un caso, a parere di chi scrive, che i maggiori sponsor della AMP siano soggetti con sede all'estero parte dei cui componenti non mi stupirei di ritrovare un domani all'interno degli organi di gestione dell'Area Marina Protetta.
Fortunatamente le esperienze negative pregresse ( in esse compresi scandali ed arresti), la perenne mancanza di fondi e le altre ben più concrete ed ineludibili necessità hanno portato, per il momento, il Ministero ad occuparsi d'altro.
Alle nostre amministrazioni locali invece il compito di andare sul concreto, mettendo da parte la demagogia spicciola ed occupandosi concretamente del proprio mare mettendo in funzione i depuratori alla cui rete collegare, peraltro, i vari pontili e strutture portuali.
Per il resto godiamoci il nostro mare - tutto - che, nonostante non sia "tutelato" da una AMP, si fregia da anni della bandiera Blu.
Buon vento ai velisti, Buon mare agli altri.
---Egregio direttore
devo, per correttezza di informazione, chiederle disponibilità alla rettifica di quanto affermato nel mio ultimo intervento sulla Area Marina Protetta che taluni vorrebbero sia istituita alle Eolie.
Per un refuso ho indicato nel Parco dei Nebrodi invece che nel Parco dei Peloritani l'iniziativa per la costituzione del quale L' Ars ha dato recentemente parere contrario.
Mi scuso con Lei e con i suoi lettori.
Angelo Pajno