di Carmine Clericuzio
Un ringraziamento di cuore (e di anima) a chi ha contribuito alla realizzazione e alla pubblicazione di questo libro.
Taluni politici, amministratori locali, giornalisti, sulla carta stampata e in TV, propendono per un atteggiamento divisivo, quasi derubricando il 25 aprile ad una festa partigiana, persino comunista, non identificativa del sentimento di amor di patria. E nel fare questo si compie un torto imperdonabile, una stridente “deminutio” in termini di debito di riconoscenza verso gli uomini e le donne italiane che sotto un regime oppressivo, come quello fascista, dissero no al pensiero omologante elogiativo di un popolo che credette di trovare nel Duce un nuovo “stupor mundi”, secoli e secoli dopo Federico II di Svevia. Il diniego eroico al totalitarismo mussoliniano si è tramutato nel dono della democrazia, della liberazione da chi aveva esautorato lo spazio vitale dei diritti umani.
Proprio in tale clima politico-culturale Giuseppe Persiani deve essere un nome, un volto, una piazza, una via su cui poggiare con devozione e rispetto le piante dei piedi; lui, che è radice dell’albero della democrazia, merita tutta l’attenta narrazione che Clericuzio ha sapientemente ricostruito”.
(Dalla prefazione di Margherita Faia)
La lezione di Peppino Persiani, il diminutivo ce lo rende ancora più familiare, che per le sue idee conobbe il carcere, il confino, la discriminazione, non può non scuotere le coscienze degli uomini di buona volontà anche oggi, in una fase storica in cui le forze del capitale sembrano aver avuto il sopravvento accentuando le divisioni sociali e infoltendo le fasce degli emarginati. «Non rassegnatevi!» - sembra egli dirci. C’è sempre una bandiera rossa davanti ai vostri occhi, la stessa che sventolò sul Ponte della Sanità, a Napoli, la notte che annunciava l’anno 1931. «La preparazione della bandiera – si legge nel libro – avvenne in casa Persiani, in Via Bari, al Vasto, sua moglie confezionò la bandiera e dai giovani fu scritto in nero la parola d’ordine: “Operai, Cittadini ribellatevi!”»: invito al popolo unito a battersi contro ogni sopraffazione, pur a costo di immancabili persecuzioni e dolorosi allontanamenti dagli affetti domestici che sempre ci sono stati e sempre ci saranno nei confronti degli oppositori al potere sordo ai richiami della giustizia sociale”.
Mediante un’accurata ricerca d’archivio e le memorie personali messegli a disposizione da mia zia, Maria Persiani, l’autore ha ricostruito con pazienza e passione l’intera vita di una persona che le carte stesse redatte dalla polizia politica del regime definiscono come un irriducibile, che ha svolto un ruolo non di secondo piano nella prima opposizione al fascismo. Dalle pagine di questo libro si vede chiaramente che il prezzo da pagare è stato alto.
Come ha ricordato Claudio Pavone nella premessa al volume citato sopra, riportando le parole di un reduce dai Lager: “È ben triste vivere senza far sapere”. Ebbene, il libro di Clericuzio colma le lacune permettendoci di ’sapere’ della vita del nonno. E che poi questo saggio abbia valore anche al di là della pura e semplice biografia non si può dirlo meglio delle parole dedicate da Guido Crainz al libro di Pavone, in occasione dei festeggiamenti ufficiali al Quirinale per i novant’anni dello storico: “Appare oggi altrettanto prezioso un altro asse centrale, l’intensa riflessione etica sul nesso fra scelte individuali e vicende collettive: non vi può essere un grande affresco storico che non sia una riflessione sull’individuo, rigorosa e capace di imporre a se stessa compiti e limiti”.
(Dalla postfazione di Peppe Persiani)
Ho sempre pensato, inconsciamente e con assoluto rispetto, che il mio “compaesano” Peppino Persiani ad un certo punto abbia voluto lui stesso in qualche modo indicare le tappe e i modi per permettermi di ricostruire la sua appassionante e tormentata esistenza. Questo pensiero mi ha sempre delicatamente accompagnato e mi ha sempre enormemente responsabilizzato, affinché ogni rigo, ogni passo, ogni trascrizione che formano le pagine di questo volume potessero davvero esprimere il valore e il coraggio di quest’uomo straordinario, prima che il tempo, inesorabilmente, ne cancellasse le tracce.
[…]
Questo libro ripercorre la vita di Giuseppe Persiani, la sua militanza politica, il contesto sociale e storico, gli incontri, i ricordi, le analisi, le speranze, l’eredità politica e morale. Non è una sorta di antica “peana” celebrativa, ma un deciso tentativo di scavare nella sua storia di comunista e antifascista, di raccoglierne i tratti salienti e significativi, così da lasciare il ricordo e l’ammirazione delle sue azioni alle nuove generazioni, che non hanno bisogno di parole fatue, ma di esempi concreti… e non solo loro.
(Dall’introduzione dell’autore)
Taurasi e gli anni giovanili – La schedatura nel Casellario Politico Centrale e il soggiorno in Francia – Il primo confino a Lipari e il matrimonio – L’attività antifascista a Napoli – Il secondo periodo di confino – Il definitivo trasferimento a Lipari – La caduta del fascismo e il dopoguerra – Memorie, ricordi e testimonianze – La corrispondenza con i Compagni – L’addio – L’eredità politica e morale – Appendice fotografica e documentaria.
TAURASI, NAPOLI, LIPARI GIUSEPPE PERSIANI
il confinato comunista che sfidò il fascismo (Collana editoriale “Scrigno della memoria d’Irpinia” curata da Michele Miscia – Delta 3 Edizioni di Silvio Sallicandro)
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