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di Paolo Mosè

Questa è una vergogna nazionale! E’ uno schiaffo alle comunità isolane, quello che ha confezionato con tanto di fiocco il Ministero della Giustizia, facendo fuoco e fiamme in Commissione Giustizia per evitare che i parlamentari approvassero un emendamento per la proroga per altri due anni per le sezioni distaccate di Ischia, Elba e Lipari.

Con la motivazione del capo Gabinetto assai ridicola. Incomprensibile. Riferendo che il Ministero ha spiegato che sborsa per queste tre realtà ben 100.000 euro all’anno. Una bazzecola. Nessuno gli poteva ricordare che il Comune d’Ischia e tutta la comunità isolana ha concesso gratuitamente la sede dell’ufficio giudiziario. Senza pagare un centesimo. E molte altre spese ricadono sulle casse del Comune d’Ischia: telefoni, luce, acqua, eccetera. Senza dimenticare ancora che molte altre spese vengono sostenute direttamente dalla classe forense. Ma cosa spende Ministero inutile? Certo mica poteva pretendere che i dipendenti fossero a carico delle comunità isolane e dei cittadini.

I parlamentari, che non sono più quelli di una volta, quando erano veri e propri politici con tanto di spessore culturale e capaci di farsi rispettare, dinanzi a queste obiezioni si sono ammutoliti. Qualcuno un po’ più esperto ha cercato di iniziare un confronto anche vivace, ma a quanto pare è rimasto in qualche modo isolato. E sapete cosa è accaduto nell’aula della Commissione Giustizia della Camera? E’ stata approvata, invece, una proroga per un altro anno per gli uffici giudiziari della regione Abruzzo. Sui quali, però, il grande Ministero di via Arenula ha mostrato particolare accondiscendenza imponendosi un silenzio. Perché tale disparità? Forse i cittadini delle isole sono classificati di serie B e non hanno diritto di avere ciò che spetta loro, in virtù anche delle difficoltà di collegamento con la terraferma.

Alla fine l’emendamento riguardante le tre sezioni isolane è stato messo in una sorta di quarantena, accantonato. Il che in termini pratici sta a significare che tutta quella massa di carte rimarrà in qualche scaffale e lì morirà. Perché nel frattempo questa discussione dell’emendamento sarebbe dovuta poi confluire nella legge “Milleproroghe”. Il governo, nel frattempo, sta preparando un maxiemendamento dove verranno confluiti tutti quei singoli emendamenti che sono stati licenziati dalle varie commissioni parlamentari. E siccome tra questi non c’è quello inerente la proroga per le sezioni isolane, è facile intuire che il 1 gennaio 2023 molto probabilmente (all’ottanta per cento) tutto verrà trasferito a Napoli, rimanendo solo aperto l’ufficio del Giudice di Pace.

POLITICI “MESCHINIELLI”

E’ mai possibile che tutto questo avvenga per questioni di lana caprina? Ma in realtà vi era un disegno che è partito da lontano e che ha visto il confezionamento di tante piccole situazioni, da rendere questi uffici periferici sulle isole come delle vere e proprie palle al piede. Strutture che non funzionavano, mancanza di personale, situazioni al limite dello scandalo. Puntando soprattutto nel colpire inesorabilmente quella di Ischia, che era la più rappresentativa, la più complessa per numero di processi pendenti ancora da definirsi, uguali e forse superiori a quelli dei tribunali di Vasto e Lanciano che hanno ricevuto la proroga di un altro anno. Le voci di corridoio confermano che a volere innanzitutto e con forza determinata che Ischia cessi di esistere, siano stati i magistrati, coloro che hanno il potere di intervento e in qualche caso la capacità di convincere burocrati e politici di mezza tacca. Politici che, come abbiamo detto all’inizio, si sono dimostrati dei “meschinielli”, gente che non ha la forza delle proprie idee e del ruolo rappresentativo che è stato loro conferito da una legge elettorale che certamente non premia i più bravi. Ma solo perché sono stati dai partiti ai primissimi posti della lista. Il territorio, dunque, non può esprimere dei propri rappresentanti scelti con la preferenza, come avveniva una volta, e questo è il risultato che ne è venuto.

Il governo quindi si accinge alla estrema unzione per le tre realtà isolane. Perché abbiamo un ministro della Giustizia che ancora una volta ha dimostrato di non essere all’altezza di gestire un dicastero così delicato e che è nelle mani inesorabili dei vari capi Dipartimento, che guarda caso nella stragrande maggioranza sono diretti da un magistrato fuori ruolo. Questa Cartabia fa rimpiangere amaramente il suo predecessore, il 5 Stelle Alfonso Bonafede, che durante una riunione al dicastero alla presenza dei presidenti del tribunale di Napoli e della Corte di Appello con i rappresentanti delle Assoforensi isolane e del Consiglio nazionale dell’avvocatura italiana, tenne testa alle obiezioni degli alti magistrati promettendo che i tre uffici isolani sarebbero diventati sedi permanenti. La stabilizzazione, una parola che fa incazzare di brutto qualche buontempone del Ministero e i magistrati che hanno la responsabilità di gestire gli uffici giudiziari di queste tre realtà.

AMARA SORPRESA

La giornata di ieri è iniziata con un’amara sorpresa. Il giudice coordinatore della sezione distaccata di Ischia, Guglielmo Manera, ha stabilito che per i prossimi 45 giorni i processi da trattarsi esclusivamente con giudice togato dovranno essere trasferiti alla sede centrale per essere poi smistati ai vari togati delle sette sezioni dibattimentali. Una scelta che ha creato molta tensione nell’avvocatura. Questa scelta è dettata dalla necessità di sostituire il giudice togato titolare Ragosta, che ha chiesto di usufruire di un congedo parentale per un periodo di 45 giorni. Partendo dal 16 febbraio. Nell’ordine di servizio si scrive: «Rilevato che il Presidente del Tribunale, con provvedimento del 14.2.2021, ha invitato lo scrivente a predisporre un piano di sostituzione della medesima con i G.O.P. tabellarmente assegnati alla Sezione; viste le vigenti tabelle di organizzazione dell’ufficio, le quali prevedono che, “per i processi che il magistrato onorario non possa trattare si provvederà a disporre la trattazione presso la sede centrale dinanzi al magistrato che sarà individuato con il sistema automatico di assegnazione dei processi (GIADA)”».

Mentre tutti gli altri provvedimenti che possono essere trattati dai Gop le udienze rimangono quelle già fissate: il lunedì, mercoledì e venerdì. E aggiunge il coordinatore: «Invita altresì i suindicati magistrati onorari a rinviare i procedimenti per legge sottratti alla loro cognizione dinanzi al magistrato togato previamente individuato con il sistema automatico di assegnazione dei processi».

VIA VAI DI FASCICOLI

Questa decisione non semplice provoca delle situazioni assai particolari e lo evidenzia lo stesso magistrato quando dispone: «Infine che la cancelleria della Sezione, a tal fine, rediga e invii sollecitamente, all’ufficio di Presidenza e al sottoscritto, elenco dei procedimenti pendenti, sottratti alla cognizione dei G.O.P. e fissati per la trattazione in data di udienza rientrante nel periodo di congedo della dott.ssa Ragosta, corredandolo, per ciascun dibattimento, di copia del decreto che dispone il giudizio e dell’indicazione di eventuali imputati soggetti a misura cautelare».

Significa che i dipendenti della Cancelleria penale dovranno analizzare i fascicoli ad uno ad uno per capire quali sono di competenza del giudice togato e quali no. Redigere un elenco. Con tutte le segnalazioni possibili ed immaginabili e utili per il magistrato. Chiamare un bel camion, caricare questi fascicoli, trasportarli al centro direzionale per essere smistati alla Cancelleria centralizzata. Una volta giunti in questo particolare ufficio registrarli tramite i computer o programma Giada e una volta assegnati alle varie sezioni scaricare i fascicoli ai commessi per la distribuzione. Una volta arrivati nelle varie sezioni, viene fissato il giorno dell’udienza. Cosa potrà mai fare un giudice nel tempo massimo di tre settimane in cui ha la voglia di trattenere questo fascicolo ischitano? Quasi niente. Una volta rientrata la Ragosta, quei fascicoli ritorneranno con la stessa dinamica ad Ischia. Tutto questo per sostituire un giudice per dei semplici rinvii, visto che nessuna sentenza verrà mai emanata. A quale costo di forze umane e finanziarie? E il Ministero se ne viene adducendo che è meglio chiudere queste tre sezioni perché così si risparmiano 100.000 euro.

L’ACCORDO TRA IL GIUDICE E IL PRESIDENTE

Secondo indiscrezioni c’è un qualcosa che ha scatenato questa situazione. Era stato concordato, si sussurra, tra il giudice Ragosta e il presidente Garzo che lei sarebbe giunta ad Ischia solo una volta a settimana per trattare esclusivamente i processi che provengono da udienza preliminare. Di questa situazione ne è venuto a conoscenza il Consiglio giudiziario, che ha bocciato questa scelta ricordando che la dott.ssa Rosamaria Ragosta è titolare della sezione distaccata di Ischia ed è stata assegnata per le udienze del mercoledì, giovedì e venerdì di ogni settimana. Di fronte a questo input la presidenza del tribunale ha dovuto prendere atto e a quanto pare si è innescata questa presa di posizione del giudice assegnato ad Ischia. Che prima di essere trasferito ad Ischia ricopriva un incarico importante alla sezione fallimentare. Se questa è la verità e se questa situazione si fosse verificata in un’altra struttura verticistica dello Stato cosa sarebbe accaduto? E’ come dire: se un ufficiale trasferito ad Ischia, ad un certo punto chiede di essere presente sull’isola una volta a settimana, così come pure il primario di un reparto dell’ospedale “Rizzoli”, un insegnante di qualche scuola dell’isola, il direttore dell’Agenzia delle Entrate o il direttore delle Poste Italiane? Di sicuro i diretti superiori avrebbero preso dei provvedimenti perché una struttura operativa non può rimanere senza una guida. Non sarebbe accaduto mai che per mancanza del responsabile una parte della struttura sarebbe stata prelevata e trasferita a Napoli.

Ed in ultimo l’Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole Minori ha spedito al ministro Cartabia una lettera di fuoco per contestare la volontà del governo di chiudere le tre realtà isolane e stigmatizzando l’orientamento di salvare altre realtà che hanno meno difficoltà di collegamenti e per numero di processi ancora pendenti. La lettera è a firma del presidente Francesco Del Deo.

LA REAZIONE DELL’AVVOCATURA

A fronte di questa situazione è stata fissata per quest’oggi l’assemblea straordinaria della classe forense dell’intera isola, perché si ritiene che vi siano delle responsabilità ben precise di chi ha preso questa decisione: «Ritenuto che tale provvedimento viola il principio del “Giudice Naturale” precostituito per legge, nonché il D.Lgs. 14\2014 e succ. modd. ed int.ni, che prevede il mantenimento della Sezione Distaccata di Ischia con tutte le relative competenze sino al 31.12.2022, oltre a rappresentare un grave vulnus per il diritto di difesa costituzionalmente garantito ed a causare enormi difficoltà alla utenza dell’isola d’Ischia costretta ad un esodo di massa in terraferma».

Quando questa situazione si sarebbe potuta risolvere dando incarico temporaneo al giudice Orso, da poco nominato ad Ischia per i procedimenti civili. Ed essendo stato magistrato che si è occupato per diversi anni di processi penali, la soluzione è a portata di mano. Ma forse quel disegno di mettere in campo tutta una serie di situazioni tali da dire esplicitamente: non è possibile gestire quest’ufficio giudiziario e per una più gestibile attività è meglio trasferire tutto presso la sede centrale. Con buona pace degli oltre 60.000 cittadini (che d’estate diventano 300.000) che avevano diritto di avere una sede giudiziaria che era ininterrottamente aperta da secoli.(ildispariquotidiano.it)

LE REAZIONI

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di Luca Zaia*

Si è appreso con sommo stupore che gli emendamenti di proroga delle Sedi di Tribunale di Lipari, Ischia ed Elba siano stati bocciati, mentre sarebbe stata approvata la proroga dei Tribunali Abruzzesi. Si ribadisce che le ragioni che giustificavano per le sezioni isolane un’eccezione alla regola ed alla revisione della Geografia Giudiziaria ex D.Lgs. 155\2012, sussistono tuttora e non cesseranno certo alla data del 31.12.2022 (termine fissato da ultimo nel decreto mille proroghe del 2020). Si chiede, pertanto, che sia emendato il Decreto Milleproroghe, istituendo la nuova proroga della scadenza di tali Sezioni Distaccate quanto meno di ulteriori 2 anni, come per i Tribunali Abruzzesi. L’imminente chiusura al 31.12.2022 di tali sedi comporterà ulteriore danno, ulteriori disagi alle popolazioni, già disagiate, delle Isole Minori.

*Presidente A.F.I.E.

DEMOCRAZIA LBERALE E TRIBUNALI SEZIONI DISTACCATE LIPARI, ISCHIA ED ELBA.

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di Filippo Cavaliere*

“La Gazzetta del Sud riporta la notizia della soppressione delle sezioni distaccate di alcuni Tribunali, in particolare per le isole di Lipari, Ischia ed Elba, che dovrebbero essere chiuse alla fine del 2022.
Democrazia Liberale ritiene che l’opportuna razionalizzazione dei costi della Giustizia non possa essere realizzata eliminando i presidi di legalità anche nei territori dove sarebbe difficile assicurare altrimenti il normale esercizio della Giurisdizione, come avverrebbe inevitabilmente nelle Isole densamente popolate come quelle in questione, la cui specificità è resa evidente dalle difficoltà dei collegamenti marittimi, che spesso non possono essere assicurati nella cattiva stagione.
Democrazia Liberale, evidenzia che la soppressione di quei presi di legalità determinerebbe di fatto la negazione del diritto alla Giustizia per le comunità di riferimento, sostiene la lotta delle popolazioni locali per il mantenimento di quelle Sezioni Distaccate e chiede che vengano stabilizzate definitivamente con un provvedimento legislativo che eviti il periodico riproporsi del problema.”

*Responsabile Legalità di Democrazia Liberale per al Provincia di Messina

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IL SERVIZIO SU TG4 VIDEO

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I Sindaci delle isole pronti per Montecitorio 

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IL PUNTO E VIRGOLA

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La colpa non e' del potere giudiziario e neanche del potere politico. Lo smantellamento del Tribunale di Lipari e' colpa della storia che ha dichiarato l'arcipelago eoliano territorio senza popolo. Gli eoliani che dovranno cercare giustizia faranno i pendolari. Come gli avvocati e come le partorienti. Forse, con qualche insistenza potrebbero ricevere un contributo alle spese ed in caso di necessita' un passaggio gratuito in elicottero. Il percorso parallelo fra l'ospedale delle Eolie ed il Tribunale delle Eolie, entrambi con sede a Lipari, sono una malattia per causa persa.

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