I Carabinieri del Comando provinciale di Messina hanno eseguito l'ordinanza applicativa di mlsure cautelari, personali e reali, emessa dal GIp del Tribunaìe di Messina, su conforme richiesta della procura della Repubblica, nei confronti di 9 indagati, Si procede per i delitti di "peculato,, e,,corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio".
I nomi. Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, l’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio hanno la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.
Per quanto concerne le misure personali, si tratta delle interdittive che impongono, nei confronti di quattro indagati, il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare impresa in ambito sanitario. Con la misura reale è stato disposto, nei confronti dei nove indagati, ciascuno pro quota, il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l'importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti.
I provvedimenti sono relativi ad un'indagine avviata, nel 2019, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina, coordinata dalla Procura, a seguito della denuncia di un medico, all'epoca, in servizio presso l'Azienda Universitaria Policlinico di Messina, il quale aveva segnalato svariate irregolarità nella gestione del centro clinico privato "NeMùSUD", costituito nel 2OL2, per lo svolgimento di attività di riabilitazione neurologica presso il medesimo sito ospedaliero. la notitia criminis, dopo i primi riscontri, per effetto di indagini tradizionali e tecniche (acquisizione di documentazione, interrogatori, intercettazioni di conversazioni), si è
arricchita di significativi elementi, grazie ai chiarimenti forniti da un dirigente del Policlinico Universitario, in ordine all',fer delle convenzioni stipulate tra l'ente pubblico e la fondazione privata costitutiva del centro clinico.
In sostanza, a partire dal 2012 e sino al giugno 2021 (anno di chiusura del centro clinico), l'ipotesi accusatoria assume che/ attraverso la stipula di convenzioni, sempre più vantaggiose per il centro clinico, si è consentito ad una clinica privata di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell'Erario, in assenza dell'autorizzazione e dell'accreditamento della Regione
Siciliana.
È emerso altresì che idirigenti dell'epoca del Policlinico avrebbero esternalizzato. arbitrariamente, in favore del centro privato, le prestazioni di neuro-riabilitazione,
stornando il rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario Regionale. Gli indagati, con tali condotte, avrebbero, quindi, distratto fondi pubblici, destinando al centro clinico "NeMO Sud" rilevanti somme di denaro appartenenti alla struttura pubblica.
Peraltro, è emerso che il centro clinico privato ha qualificato le prestazioni erogate con un codice, che prevedeva un rimborso, da parte della Regione Sicilia; e ciò nonostante che la medesima Regione non avesse programmato quel tipo di prestazioni da parte del Policlinico universitario.
Nel corso dell'indagine sono emerse anche le condotte (qualificate, allo stato, come corruttive) contestate ad un medico del Policlinico, il quale, preposto al controllo e alla verifica delle attività sanitarie dl "ffeMo Sud", avrebbe, dapprima, sostenuto la sua costituzione, di poi, permesso l'arbitraria erogazione delle prestazioni di neuroriabilitazione, da parte del centro clinico, ricevendo, in cambio di tale condotta, che si assume contraria ai doveri del proprio ufficio, l'incarico di direttore clinico del centro privato; nonché l'assunzione di alcuni familiari all'interno della medesima struttura privata, con contratti di diritto privato, in assenza dr concorso pubblico e solo sulla base del gradimento dei responsabili del centro privato.
Quanto sopra, ai fini dell'esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati, che, in considerazione dell'attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell'assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli stessi indagati.