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di Monica Blasi*

Questa è la storia di "Crow",

che al di là del nome che in inglese vuol dire "corvo", è una tartaruga marina Caretta caretta che da Pescara dopo tre anni è stata trovata al largo di Filicudi, nelle isole Eolie davanti alla Sicilia, e salvata per la seconda volta. I biologi marini del “Filicudi Wildlife Conservation” l'hanno avvistata in difficoltà: aveva una lesione da intrappolamento, dovuto all'attorcigliamento di una cima e di una lenza di palangaro attorno alla pinna natatoia anteriore destra.

Per lei è stata una fortuna essere trovata dai biologi, altrimenti non ce l'avrebbe fatta. Era sfinita. Ed è stato possibile ricostruire la sua storia attraverso una targhetta identificativa chiamata "tag", precedentemente collocata da un Centro di recupero cetacei.

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La tag associa ad ogni animale un codice univoco e consente a chiunque trovi l'animale, di risalire al suo rilascio. Con questi sistemi di marcatura, gli operatori possono scambiare informazioni con chi lo ha recuperato e curato in precedenza e raccogliere così preziosi dati per il trattamento degli animali. Vittima per la seconda volta di interazioni con le attività della pesca, “Crow” si è incrociata con l' imbarcazione dei biologi del Wildlife Conservation, che si prendono ora cura di lei.

E la sorpresa da parte dei biologi è stata quella di scoprire che Crow era stata rilasciata a Pescara. E che aveva fatto migliaia di miglia prima di finire di nuovo intrappolata nelle reti da pesca e rischiare di non farcela più a tenersi in vita. Così, dalla Sicilia (dottoressa Monica Francesca Blasi) è arrivata la telefonata a Vincenzo Ulivieri, biologo del Centro di recupero cetacei pescarese, e la storia di questa Caretta caretta è stata definita.

A Pescara fu trovata nel 2016, finì in una rete da pesca a strascico. Si disse che fu catturata per sbaglio. La marineria di Pescara la consegnò ai volontari del Csc e la tartaruga venne trasferita nel Centro recupero tartarughe marine “L. Cagnolaro” di Pescara. Fu lì che venne battezzata "Crow". Venne curata e, dopo poche settimane, fu rilasciata in mare.

Dopo tre anni Crow si trova nel Centro di primo soccorso per Tartarughe marine di Filicudi: dev'essere sottoposta ad indagini radiologiche. Un'avventura in mare a lieto fine. La Caretta caretta presto tornerà in mare e, chissà, forse avrà imparato a stare più attenta e a girare al largo dalle reti da pesca.

Ma questa storia ha anche un altro significato. Ed è quello legato all'attività dei biologi. "Eventi come questo", tira le somme Vincenzo Ulivieri, "sottolineano l’importanza della collaborazione fra i Centri di Recupero e, soprattutto, quanto ancora i nostri mari siano ricchi di pericoli per questi animali".

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Il caso ha voluto che Crow, la tartaruga che abbiamo recuperato ieri in mare, avesse una targhetta con un numero identificativo. Questo ci ha consentito di contattare il Centro Recupero Tartarughe Marine "L.Cagnolaro" di Pescara che aveva messo la targhetta alla tartaruga ben due anni. La tartaruga era stata trovata in Adriatico dentro una rete a strascico e curata presso il centro di Pescara .. E ora nelle isole Eolie attorcigliata con la pinna in un palangaro e in rifiuti umani... Vittima per la seconda volta di interazioni con le attività di pesca. Eventi come questo sottolineano l'importanza della collaborazione tra centri di recupero per capire i movimenti di questi animali e i pericoli a cui vanno incontro. 

*Presidente Filicudi Wildlife Conservation

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FILICUDI - Una tartaruga 'Caretta caretta' che aveva una cima ed una lenza da palangaro attorcigliate alla pinna natatoria anteriore destra è stata salvata al largo di Filicudi dall'equipe della biologa romana Monica Blasi, presidente dell'associazione "Filicudi Wildlive Conservation". Dalla targhetta indentificativa i ricercatori hanno scoperto che la tartaruga si chiama "Crow" e che era stata rilasciata a Pescara tre anni addietro dopo essere stata salvata una prima volta per essere finita in una rete da pesca a strascico. La storia di 'Crow' è stata ricostruita grazie all'aiuto del biologo del Centro di recupero cetacei pescarese Vincenzo Ulivieri.
"E' stata avvistata in difficoltà - ha detto la biologa Blasi - e per lei è stata una fortuna, altrimenti non ce l'avrebbe fatta. Era sfinita. Ed è stato possibile ricostruire la sua storia attraverso il tag, che associa ad ogni animale un codice univoco e consente a chiunque lo trovi di risalire al suo rilascio. Con questi sistemi di marcatura gli operatori possono scambiare informazioni con chi lo ha recuperato e curato in precedenza e raccogliere così preziosi dati per il trattamento degli animali".
"La tartaruga - prosegue la biologa - è stata trasferita nel Centro di primo soccorso per Tartarughe marine di Filicudi per essere sottoposta ad indagini radiologiche. Un'avventura in mare a lieto fine".
"Eventi come questo - dice Vincenzo Ulivieri - sottolineano l'importanza della collaborazione fra i Centri di Recupero e, soprattutto, quanto ancora i nostri mari siano ricchi di pericoli per questi animali".(ANSA).

VIDEO

Bartolino Leone

Pronto soccorso tartarughe marine di Filicudi! SOS per segnalazioni +393494402021

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Filicudi Wildlife Conservation è una associazione no profit volta allo studio e alla conservazione delle popolazioni di cetacei e tartarughe marine nelle Isole Eolie.
In particolare uno studio a lungo termine partito nel 2005 su una delle due specie di delfini presenti nelle acque Eoliane, il tursiope (Tursiops truncatus), ha messo in luce la fragilità di questa piccola popolazione costituita da soli 42 esemplari, che effettuano rare migrazioni lungo le coste siciliane e in gran parte di età adulta (si è stimato che l’80% degli individui possa avere più di 30 anni). Nei mesi estivi, periodo riproduttivo per la specie, le femmine tendono ad aggregarsi con i loro piccoli mentre il resto dell’anno il pattern di associazione è legato principalmente alla ricerca di cibo e alle preferenze alimentari. Solo 7 femmine sono risultate essere riproduttive per un totale di 16 piccoli nati in 15 anni di studio. Il tasso di natalità è veramente troppo basso per sostenere la vitalità della popolazione: la vita media di un delfino è circa 40 anni e in questa popolazione l’età della prima riproduzione per una femmina è circa 7/8 anni, con un intervallo tra i parti di circa 3-8 anni, un periodo di gestazione di 12 mesi e di svezzamento di circa 2-3 anni. La causa principale del declino è da attribuirsi al depauperamento delle risorse alimentari a causa del sovrasfruttamento delle risorse ittiche che ha portato ad un generale degrado degli habitat ottimali per la specie e ad una elevata mortalità giovanile. Questa tendenza ha portato nel tempo ad accentuare la competizione tra tursiopi e pescatori locali per l’accesso alle risorse ittiche. Infatti, i tursiopi affamati cercano sempre più fonte di cibo nelle ormai vuote reti da pesca depredandole del pescato e arrecando un notevole danno economico al pescatore. A queste minacce si assomma il disturbo acustico provocato dalle imbarcazioni turistiche che invadono le aree costiere nei mesi estivi e il generale inquinamento da plastica e altri inquinanti ambientali. Nel 2017, grazie ad un progetto finanziato da Aeolian Island Preservation Fund e Blue Marine Foundation, per tutto il periodo primaverile ed estivo, Filicudi WildLife Conservation ha sperimentato l’utilizzo di dissuasori acustici da applicare alle reti ed altri attrezzi da pesca per tenere lontani i delfini. I risultati della sperimentazione sono stati promettenti, soprattutto per quanto riguarda la rete tramaglio, mentre deludenti per la totanara. Per il cianciolo la sperimentazione dovrebbe essere ripetuta nei periodi di maggiore interazione ed è in corso un nuovo piano dei lavori per portare avanti questo progetto.
Nell’ambito del progetto capodoglio (Physeter macrocephalus) portato avanti da Filicudi WildLife Conservation dal 2013 è stato messo in evidenza come il tratto di mare tra le isole Eolie e la costa nord Siciliana sia un importante aree di alimentazione e rotta migratoria per i capodogli che provengono da diverse zone del Mediterraneo, vedendo il passaggio di ben 42 capodogli a volte maschi solitari, come riscontrato nelle porzioni più a nord del Tirreno, ma anche femmine con piccoli e gruppi misti di maschi e femmine, in particolare unità sociali e clusters. I diversi gruppi possono stazionarie anche per lunghi periodi in quest'area, in tutte le stagioni, ma il periodo estivo vede maggiormente il passaggio delle femmine. Nonostante nessuno dei capodogli catalogati sia stato ancora rivisto negli anni i dati raccolti fanno supporre che l’area Eoliana possa anche essere una potenziale area di riproduzione per questa specie. Il dato allarmante è l’elevato numero di carcasse di capodoglio rinvenuto nell’ultimo mese lungo le coste siciliane, le cui cause di morte non sono state chiarite. Una carcassa di un giovane maschio fu anche rinvenuta nel 2010 lungo le coste di Filicudi con evidenti segni di reti illegali del tipo spadara sul corpo. Un altro giovanissimo capodoglio morì qualche anno fa per intrappolamento accidentale in una rete per poi spiaggiarsi lungo le coste di Milazzo. Una mortalità elevata considerando che la sub-popolazione Mediterranea di capodoglio è classificata nelle liste rosse IUCN come “endangered”. Nel passato questi animali sono stati sterminati dalle spadare per la pesca di tonno e pesce spada, che purtroppo illegalmente vengono ancora utilizzate in queste acque. Ad oggi altre minacce gravano sulla specie non permettendo una sua ripresa a livello Mediterraneo: inquinamento acustico (come sonar militari), ingestione di plastica e infezioni epidemiche anche dovute ai deficit immunitari generati dalle carenze alimentari e agli inquinanti ambientali.
Non meno allarmanti sono i dati raccolti da Filicudi WildLife Conservation dal 2009 sulla tartaruga marina comune (Caretta caretta). Le isole Eolie infatti sono importanti aree di alimentazione e svernamento per le tartarughe marine che durante le loro rotte migratorie possono stazionare anche per lunghi periodi in queste acque ricche di nutrimento e dalle miti temperature. Sull’isola di Filicudi nel porto di Pecorini Mare è stato anche istituito un Pronto Soccorso Tartarughe Marine per far fronte alle innumerevoli casistiche di esemplari in difficoltà. Un totale di 250 tartarughe sono state recuperate e salvate dal mare in 10 anni di attività. Tra le minacce principali è stata evidenziata l’ingestione di ami e lenze di palangaro pelagico per la pesca di tonno e pesce spada, una tecnica di pesca molto usata nell’Arcipelago, soprattutto dopo l’abolizione della spadara (il 36% delle casistiche di recupero e l’80 % delle casistiche di mortalità). Non meno importante risulta l’ingestione di plastica (il 43%), l’intrappolamento accidentale in attrezzi da pesca (principalmente FADs e spadare illegali) e in oggetti di plastica abbandonati in mare (l’8%) e infine le collisioni con imbarcazioni (il 13%). Un progetto in collaborazione con il Centro Tartarughe Marine di Portici della Stazione Zoologica di Napoli ha permesso di seguire le rotte migratorie di 11 tartarughe recuperate e rilasciate nelle acque di Filicudi con un trasmettitore satellitare. Le localizzazioni delle tartarughe sono state seguite per migliaia di Km e, in poche settimane, alcuni esemplari si sono spinti fino alle coste del nord Africa e della Grecia. Durante le attività di monitoraggio in barca, dalle tartarughe marine recuperate in mare, sono stati collezionati campioni biologici di varia natura che hanno consentito di studiare aspetti importanti dell’ecologia e biologia di questa specie. Sono stati analizzati e classificati gli epibionti algali e animali presenti sul carapace delle tartarughe dandoci indicazioni sugli habitat che le tartarughe hanno frequentato nel corso della loro vita. Si è valutata la dieta della Caretta caretta attraverso analisi di isotopi stabili su frammenti di carapace mettendo in luce come le tartarughe eoliane prediligano nella dieta specie pelagiche, come meduse, lepadi, ctenofori e idrozoi, ma anche scarti della pesca e specie bentoniche quali crostacei, molluschi e alghe. Un dato allarmante è la presenza di ceppi batterici patogeni e di resistenze agli antibiotici nelle feci delle tartarughe marine Eoliane che vengono potenzialmente assunti dall’ingestione di cibo inquinato da farmaci o altre sostanze tossiche. Si è anche riscontrato un accumulo di metalli pesanti sul carapace delle tartarughe morte che evidenzia una diversa assunzione di questi inquinanti attraverso la dieta nelle diverse fasi del ciclo vitale. E’ attualmente in corso un progetto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e diversi enti scientifici per approfondire gli aspetti della dieta della Caretta caretta in relazione all’ingestione di macro e micro plastiche e alle alte concentrazioni di sostanze tossiche, quali additivi plastici, metalli e contaminanti organici, in diversi tessuti. Tutti questi studi hanno messo in luce come le tartarughe marine possano essere reservoir di sostanze inquinanti ingerite nella catena trofica nonostante il loro passaggio in zone caratterizzate da acque discretamente pulite, come le isole Eolie.
Grazie a Filicudi Wildlife Conservation è nata di recente la rete #TartaNetEolie, supportata da fondazioni locali e internazionali (Aeolian Islands Preservation Fund e Blue Marine Foundation), per agevolare le attività di recupero e soccorso delle tartarughe marine in difficoltà nell’area Eoliana attraverso una campagna informativa e di educazione ambientale che coinvolgerà per tutto il periodo estivo la comunità locale, i turisti e i più piccoli nelle scuole (#documentarioTartaNetEolie https://www.youtube.com/watch?v=h1qwGmfaMi8&t=38s).
Lo sviluppo economico esponenziale degli ultimi anni nelle isole Eolie e legato principalmente alla pesca intensiva, al turismo esponenziale e all’edilizia sta avendo notevoli ripercussioni sugli habitat ottimali per le popolazioni di cetacei e tartarughe marine delle isole Eolie. Un patrimonio naturalistico, quello Eoliano, di inestimabile valore e da salvaguardare nel rispetto della biodiversità, che potrebbe essere adeguatamente utilizzato per sviluppare nuove forme occupazionali e una economia sana, attraverso anche il recupero degli antichi mestieri artigianali, come la piccola pesca, l’agricoltura e il turismo naturalistico.
Nell’ottica degli sviluppi futuri un’attenzione particolare dovrebbe essere destinata alla valorizzazione del patrimonio naturalistico attraverso l’istituzione dell'AREA MARINA PROTETTA DELLE ISOLE EOLIE attuando piani di gestione delle risorse marine su scala locale e nazionale che tengano conto delle popolazioni di cetacei e tartarughe marine che frequentano queste acque, valorizzando i progetti di salvaguardia e tutela di queste specie, che possono costituire un enorme risorsa per le future generazioni.

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Parte il progetto "TartaNet Eolie" promosso dall'associazione Filicudi Wildlife Conservation e supportato da Aeolian Islands Preservation Fund e Blue Marine Foundation.
Il progetto mira a promuovere il recupero e soccorso delle tartarughe marine nell'area Eoliana attraverso una serie di azioni concrete di educazione ambientale, di divulgazione e una campagna informativa che parte dai bambini delle scuole fino ad arrivare ai diportisti e pescatori che navigano tra le isole, consentendo un miglioramento delle attività di recupero e soccorso delle tartarughe marine in queste acque e dando informazioni di base sulla biologia, ecologia e problematiche di questi animali.
Il progetto oltre a sostenere un ciclo di lezioni sulle tartarughe marine per i bambini delle scuole primarie e medie di tutte le isole Eolie ha prodotto del materiale informativo e un breve documentario, per spiegare le manovre di recupero e soccorso delle tartarughe in difficoltà e facilitare le operazioni di soccorso.
Primi appuntamenti per i bambini: il 22 Maggio presso la scuola di Panarea, il 23 Maggio presso la scuola di Stromboli, il 3 Giugno presso l'istituto Comprensivo Lipari 1 a Lipari e il 4 Giugno nella piccola scuola di Alicudi.
La campagna informativa verrà promossa per tutto il periodo estivo e vi terremo aggiornati su eventi e manifestazioni legati al progetto.
Intanto incominciamo a diffondere il nostro Poster TartaNet Eolie che spiega ai diportisti e naviganti come recuperare, trasportare e mantenere le tartarughe marine trovate in difficoltà! Vi chiediamo di diffonderlo al fine di aiutarci nel nostro lavoro! Grazie per la collaborazione.

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FILICUDI - Parte il progetto "TartaNet Eolie" promosso dall'associazione Filicudi Wildlife Conservation e supportato da Aeolian Islands Preservation Fund e Blue Marine Foundation. "Il progetto - spiega Monica Blasi, biologa romana, presidente di Filicudi Wildlife Conservation - mira a promuovere il recupero e soccorso delle tartarughe marine nell'area Eoliana attraverso una serie di azioni concrete di educazione ambientale, di divulgazione e una campagna informativa che parte dai bambini delle scuole fino ad arrivare ai diportisti e pescatori che navigano tra le isole, consentendo un miglioramento delle attività di recupero e soccorso delle tartarughe marine in queste acque e dando informazioni di base sulla biologia, ecologia e problematiche di questi animali". Il progetto oltre a sostenere un ciclo di lezioni sulle tartarughe marine per i bambini delle scuole primarie e medie di tutte le isole Eolie ha prodotto del materiale informativo e un breve documentario, per spiegare le manovre di recupero e soccorso delle tartarughe in difficoltà e facilitare le operazioni di soccorso.  Primi appuntamenti per i bambini: il 22 maggio nella scuola di Panarea, il 23 maggio nella scuola di Stromboli, il 3 giugno nell'istituto Comprensivo Lipari 1 e il 4 giugno nella piccola scuola di Alicudi.(ANSA)

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Si è conclusa a Settembre la sperimentazione dei dissuasori acustici FishTek Banana Pingers® nell'ambito del progetto "Pingers as deterrent of dolphins interacting with artisanal fishery in the Aeolian Archipelago" promosso dall'associazione no profit Filicudi WildLife Conservation (www.filicudiconservation.com) e finanziato da Blue Marine Foundation e SeaWorld & Busch Gardens Conservation Fund allo scopo di affrontare il problema delfini-pesca nelle isole Eolie. Il report con i risultati della sperimentazione è in fase di valutazione da parte degli enti finanziatori e si prevede che a breve i partners del progetto prenderanno decisioni su come procedere sulla base dei risultati ottenuti. In particolare i pingers sono stati sperimentati su tre attrezzi da pesca della tradizione Eoliana: reti da posta (tramaglio e rete liscia per Spicara maena), cianciolo e totanara.

A seguito delle opportune autorizzazioni pervenute da parte del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare allo svolgimento del progetto, da Aprile a Settembre sono stati eseguiti più di 70 tests con il supporto di imbarcazioni con regolari licenze di pesca e pesca-turismo. Buoni risultati sono stati ottenuti sperimentando i pingers sulle reti da posta, dove la depredazione delle reti è risultata prevalentemente a carico della specie costiera di delfino che vive nelle acque Eoliane, il tursiope (Tursiops truncatus), che risulta essere anche la più minacciata a livello di popolazione locale. Nei tests dove erano stati adottati i pingers le reti non erano danneggiate e il pescato aumentava non solo in quantità totale ma anche in qualità dato che molte delle specie ittiche pregiate target della pesca e che appartengono alla dieta del delfino venivano salvaguardate. In particolare i pingers sembrano essere molto efficaci per tenere lontani i delfini dalle reti da posta per la pesca di Spicara maena (tradizionale pesca delle ciaole e menole). Tuttavia, nel periodo della sperimentazione gli eventi di depredazione sono risultati molto rari e questo non ha consentito di valutare se i delfini si abituassero nel tempo ai dissuasori dopo una prima fase di allontanamento. Di conseguenza si raccomanda di proseguire la sperimentazione per verificare la loro efficacia a lungo termine soprattutto nei periodi dell'anno dove i pescatori dichiarano che le attività di depredazione sono maggiormente intense. Durante la sperimentazione dei pingers sull'attrezzo da pesca cianciolo, quando i pingers erano applicati sulla rete a circuizione e sull'imbarcazione di pesca, non si è mai verificata alcuna depredazione da parte dei delfini mentre eventi di depredazione sono stati osservati quando i pingers non erano applicati e questo fa supporre che i pingers abbiano funzionato.

Tuttavia anche in questo caso il tasso di depredazione in assenza di pingers è risultato molto basso (6%) e solo durante le fasi finali di sperimentazione. Di conseguenza anche per il cianciolo si raccomanda di proseguire la sperimentazione per verificare l' efficacia dei pingers con più imbarcazioni e nei periodi dell'anno dove i pescatori dichiarano che le attività di depredazione sono maggiormente intense. Infine, per quanto riguarda la totanara la depredazione è risultata a carico principalmente di un'altra specie di delfino che frequenta le acque Eoliane, la stenella striata (Stenella coeruleoalba), sicuramente più abbondante del tursiope. Il tasso di depredazione è risultato maggiore rispetto agli altri attrezzi testati ma soltanto nell'ultima fase di sperimentazione. I pingers in questo caso sono stati applicati sia sull'imbarcazione stessa nel momento delle attività di pesca che sui segnali luminosi (richiami) calati dai pescatori al tramonto per attirare i totani. Sono stati eseguiti tests specifici variando sia il numero di pingers sui richiami luminosi che la loro disposizione a diverse profondità per verificare se la loro efficacia aumentasse. Tuttavia purtroppo è risultato che per la totanara questa tipologia di pingers (FishTeck) non funzioni per allontanare i delfini dagli attrezzi. I delfini hanno continuato a depredare le totanare anche in presenza dei pingers e la quantità di pescato era fortemente ridotta quando i delfini si trovavano in prossimità degli attrezzi da pesca.

In conclusione i FishTeck banana pingers sono risultati essere uno strumento tampone molto utile per quanto riguarda le reti da posta e cianciolo mentre assolutamente non efficiente per quanto riguarda la totanara. Probabilmente le due specie di delfino rispondono in modo differente al disturbo provocato dai pingers e questo può essere legato a diversi fattori. E' in fase di organizzazione con gli enti finanziatori la distribuzione dei pingers già acquistati e in possesso del personale dell'associazione Filicudi WildLife Conservation ai pescatori Eoliani che utilizzano reti da posta e che potrebbero incominciare autonomamente ad adottare i pingers sulle loro reti. E' anche in fase di organizzazione la sperimentazione di altri modelli di pingers da testare sull' attrezzo totanara. Tuttavia, l'opinione dei ricercatori dell'associazione Filicudi WildLife Conservation rimane invariata. Ovvero che i pingers non potranno mai essere la reale soluzione a lungo termine del conflitto delfini-pescatori nelle isole Eolie. E' necessario incominciare a preservare il patrimonio ittico e a promuovere politiche locali a favore della difesa e salvaguardia del mare affinchè venga promosso uno sviluppo economico/turistico più sostenibile e in armonia con l'ambiente. Sicuramente l'istituzione di un'area marina protetta porterebbe un grande miglioramento ma il processo di implementazione potrebbe essere lungo e tortuoso e se non si attuano prematuramente politiche orientate ad una corretta gestione del mare in un ottica di sviluppo sostenibile l'area marina potrebbe essere un buco nell'acqua. La prima cosa da fare potrebbe essere quella di promuovere le attività di pesca artigianali a discapito di quelle commerciali, garantendo ai piccoli pescatori delle isole supporto e privilegi se adeguati a seguire norme di comportamento e di condotta comuni che regolamentino e controllino le attività di pesca nell'area marina costiera. Inoltre, essendo già in vigore leggi e normative che regolamentano sia la pesca (fermo pesca, taglie ittiche, attrezzi consentiti) che la gestione di alcuni tratti di mare (parchi archeologici sottomarini, zone di costiera sotto scogliere, grotte e faraglioni), si dovrebbe lavorare parallelamente al processo di implementazione dell'area marina protetta per garantire una maggiore efficienza di queste normative, segnalando meglio i tratti di interdizione, informando i turisti sul comportamento da seguire in queste aree e aumentando i controlli delle illegalità legate alla pesca.

Oltre al prelievo intensivo di pesce da parte della pesca commerciale e alla fallimentare gestione delle normative sulla pesca, che hanno concentrato tutti i pescherecci sotto costa, ci sono altre responsabilità legate allo stato attuale del mare. In primis la richiesta di alcuni tipi di pesce da parte del mercato ittico che disciplinano il prelievo di alcune specie e la loro diffusione in termini di quantità. Quindi la responsabilità è anche e soprattutto di chi mangia, compra e vende il pesce (turisti, ristoranti, ecc.). Lavorare a favore del mare vuol dire dunque cambiare lo stato dell'arte a vari livelli, ma soprattutto cambiare mentalità cercando piano piano di trasformare quello che oggi vediamo come un limite in un punto di forza o addirittura nella risoluzione del problema. Durante la sperimentazione dei pingers è emerso che specie ittiche una volta molto abbondanti nelle reti (scorfani, triglie, aragosta ecc.) sono oggi completamente assenti o molto rare mentre altre specie ittiche attualmente non target della pesca artigianale (come il pesce pappagallo) sono discretamente abbondanti e in aumento. Tuttavia molti dei pesci non target vengono o svenduti o rigettati in mare dai pescatori perché non vendibili al mercato ittico. La loro diffusione nel mercato ittico potrebbe essere in primo luogo un buon metodo di compensazione economica naturale per i pescatori che subiscono danni da parte dei delfini e che ad oggi trovano le reti carenti di specie target. Soprattutto potrebbe anche essere un buon metodo per spostare il mercato ittico verso quelle specie che non sono minacciate e che potrebbero naturalmente ripopolarsi in mare se pescate con minore intensità.
Infine, andrebbero promosse attività turistiche e lavorative più sostenibili e legate alla natura (home-food, diving, trekking, artigianato locale, eventi culturali, ecc). Questo porterebbe ad una differenziazione naturale dei mestieri e alla distribuzione più omogenea del turismo lungo tutto l'anno ai quali è legato lo sviluppo dell'economia locale a favore del mare e della pesca artigianale. Insomma, solo per dire che il l'unico vero cambiamento è quello nella testa e nel nostro modo di pensare il futuro di queste isole.

*Filicudi WildLife Conservation 

 

LIPARI - "Sono stati ottenuti risultati positivi con i pingers (dissuasori acustici) inseriti nelle nelle reti da posta che tengono lontani i delfini". Lo dice Monica Blasi dell'associazione "Filicudi WildLife Conservation".
"Si è conclusa la sperimentazione dei dissuasori acustici promossa dalla nostra associazione e finanziata da Blue marine foundation e seaworld & busch gardens conservation fund - spiega - allo scopo di affrontare il problema delfini-pesca nelle isole Eolie. I pingers sono stati sperimentati su tre attrezzi da pesca della tradizione eoliana: reti da posta (tramaglio e rete liscia per Spicara maena), cianciolo e totanara. In seguito alle opportune autorizzazioni del ministero dell'Ambiente per lo svolgimento del progetto, da aprile a settembre sono stati eseguiti più di 70 test con il supporto di imbarcazioni con regolari licenze di pesca e pesca-turismo". (ANSA).

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L'associazione Filicudi Wildlife Conservation vi invita a partecipare alla liberazione in mare di 5 esemplari di Caretta caretta (Music, Prince, Marrakesh, Freddy e Ciaone) venerdì mattina (9 Giugno) alle ore 11.00 presso la spiaggia di pecorini mare a Filicudi. Alle tartarughe verrà applicato un trasmettitore satellitare che per mesi rileverà la loro posizione nel Mediterraneo e altri parametri oceanografici dai quali dipendono i loro spostamenti. Questo evento è soprattutto una occasione per imparare qualcosa in più sulla vita in mare di questi splendidi animali. È gradita la presenza di bambini e appassionati di mare.

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(ANSA) - FILICUDI - Delfini, tartarughe e capodogli nel mare delle isole Eolie. "Navigando attorno a Filicudi - dice Monica Blasi, responsabile dell'associazione Filicudi Wildlife Conservation - abbiamo trascorso una splendida giornata con tanti avvistamenti di questi esemplari". Tra Panarea e Stromboli è stato anche visto un capodoglio di circa 9 metri. La biologa Blasi ribadisce che "non è assolutamente vero che i delfini sono aumentati. La verità è che questi animali hanno molta più fame di prima perché a loro manca il cibo".

 

Splendida giornata con tanti avvistamenti di delfini e tartarughe marine per festeggiare il 25 Aprile!

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(ANSA) - "Dal prossimo mese sperimenteremo nelle Eolie i dissuasori acustici che dovrebbero tenere lontani i delfini dagli attrezzi da pesca. Lo afferma Monica Blasi, responsabile di "Filicudi Wildlife". Ed aggiunge: "non è assolutamente vero che i delfini sono aumentati. La verità è che questi animali hanno molta più fame di prima perché gli manca il cibo. Il forte degrado degli habitat marini dovuto al sovrasfruttamento delle risorse ittiche da parte dei grandi pescherecci commerciali ha portato negli ultimi anni questi animali a interagire maggiormente con questi attrezzi da pesca dove trovano risorse alimentari sicure in quanto procacciarsi il cibo in modo naturale è diventato sempre più difficile". Nell'arcipelago intanto continua la protesta dei pescatori che sostengono che "l'invasione di delfini ha danneggiato il 70% della loro attività economica". Mercoledi', dopo l'incontro a Bruxelles al parlamento europeo vi sarà una nuova riunione alla Regione. "Nell'immediato - prosegue la biologa Blasi - occorrerà aiutare i pescatori ad avere una sorta di risarcimento danni, ma sicuramente non una soluzione del problema a lungo termine". 

Credo sia arrivato il momento di dire quello che penso veramente in merito alla questione delfini-pescatori nelle isole Eolie. Innanzitutto premetto che sono rimasta molto stupita dallo spasmodico interesse dei media per l'argomento, il quale è ben noto alla comunità scientifica da diversi anni e che non riguarda solo le isole Eolie ma è largamente diffuso in tutto il Mediterraneo e in altre aree del mondo. Il boom mediatico mi ha vista coinvolta in numerose interviste telefoniche, radio, TV, articoli di giornale da tutte le parti del mondo ma paradossalmente credo di non avere avuto il modo di esprimere veramente quello che penso e di essere stata spesso fraintesa nei contenuti, a volte tagliata nei video sulle televisioni, strumentalizzata e interpretata in modo da girare l'argomento su conclusioni già stabilite dalle testate giornalistiche.
La mia prima considerazione riguarda la presunta invasione dei delfini alle isole Eolie. Voglio ribadire che non è assolutamente vero che i delfini siano aumentati, non c'è una invasione di delfini alle Eolie, anzi, per quanto riguarda il tursiope (una delle due specie di delfini residenti nell'area Eoliana e che predilige gli habitat costieri), la popolazione locale è fortemente minacciata con un numero di esemplari piuttosto limitato (da pubblicazioni scientifiche: Blasi and Boitani 2012, Blasi et and Boitani 2015, Blasi et al. 2015). La seconda specie, la stenella striata, che predilige le acque aperte, è sicuramente più abbondante ma non in aumento. Il conflitto con i pescatori riguarda principalmente il cianciolo e il tramaglio con i quali interagisce il tursiope, che si nutre principalmente di specie ittiche, mentre la totanara con cui interagisce principalmente la stenella striata, che predilige totani e calamari nella sua dieta. La verità vera e cruda è che questi animali hanno molta più fame di prima perché gli manca il cibo.

Il forte degrado degli habitat marini dovuto al sovrasfruttamento delle risorse ittiche da parte dei grandi pescherecci commerciali ha portato negli ultimi anni questi animali a interagire maggiormente con questi attrezzi da pesca dove trovano risorse alimentari sicure in quanto procacciarsi il cibo in modo naturale è diventato sempre più difficile. A questo problema si aggiunge la progressiva implementazione di una fallimentare normativa sulla pesca che, eliminando completamente l'utilizzo di alcuni attrezzi in ambiente di acque aperte, ha concentrato i mestieri della pesca lungo le zone costiere, che ora vedono la competizione di più pescatori che utilizzano gli stessi attrezzi in queste aree. In merito a questo secondo punto, nello specifico, dopo l'abolizione della spadara derivante per la pesca del tonno e del pesce spada e poi della ferrettara, una derivante di minori dimensioni, sarebbe stato utile all'epoca anche regolamentare l'intensità di pesca sotto costa, visto che tutte le barche che usavano questi attrezzi si sono riconvertite a pesca costiera e di conseguenza è aumentato lo sforzo di pesca nelle zone costiere che ha fortemente degradato questi habitat.

Sarebbe stato utile anche limitare il numero di barche per stagione di pesca e regolamentare nelle licenze l'utilizzo di più attrezzi da pesca contemporaneamente per imbarcazione (come ad esempio cianciolo e palangaro insieme) in un dato periodo dell'anno per non consentire illegalità facilmente non controllabili, come ad esempio la pesca di una specie ittica con un attrezzo legale da portare in barca ma illegale per pescare quella specie. C'è da dire che se molti pescatori avessero rispettato le regole nel passato forse ora la normativa sulla pesca non sarebbe così stringente nei loro confronti e il mare starebbe molto meglio e ci sarebbe da mangiare per tutti. Il problema dunque esiste ed è forte sia per i pescatori artigianali che non riescono più a pescare e anche per i delfini. Ma a questo conflitto è stato l'uomo stesso ad arrivare ed è l'uomo che deve trovare una soluzione..non il delfino.

Per quanto mi riguarda credo che nell'immediato aiutare i pescatori ad avere una sorta di risarcimento danni o un sussidio temporaneo possa essere di qualche aiuto soprattutto a calmare gli animi, ma sicuramente non una soluzione del problema a lungo termine. Dal prossimo mese sperimenteremo anche questi benedetti dissuasori acustici (i pingers) che dovrebbero tenere a bada i delfini per un pò dagli attrezzi da pesca ma voglio ribadire che al momento non c'è nessuna evidenza del loro funzionamento e sarà necessario sperimentare con i pescatori approcci e protocolli di adozione. La vera soluzione del problema (come è stato fatto in altre parti del mondo in cui era presente questo conflitto) è e sarà sempre quella di promuovere politiche di sviluppo economico del territorio e del mare che prevedano innanzitutto la chiusura di alcune zone di mare completamente alla pesca in modo che si consenta il ripopolamento ittico nel tempo che gioverebbe non solo ai pescatori ma anche ai delfini che troverebbero più facilmente risorse alimentari diminuendo la depredazione degli attrezzi. L'istituzione di una area marina protetta con un piano di gestione condiviso da tutta la comunità locale porterebbe solo giovamento all'economia locale e al settore pesca.

In generale, oltre all'area marina protetta, ci vorrebbe una progressiva implementazione di uno sviluppo del territorio più sostenibile che preveda la promozione della pesca artigianale a discapito di pesca commerciale e sportiva, che al momento sono assolutamente fuori controllo. Sono d'accordo con i pescatori artigianali di Lipari che si lamentano del fatto di essere costantemente controllati mentre ben pochi controlli vengono effettuati ai pescatori sportivi che durante il periodo estivo a migliaia pescano specie ittiche sotto taglia (questo è un danno enorme per le zone costiere). Si dovrebbe anche a livello politico promuovere la crescita di iniziative sul territorio che favoriscano la tutela del mare (aumentare diving, centri escursionistici, ristoranti che promuovano il consumo di pesci locali pescati artigianalmente, strutture ricettive per un turismo sostenibile).

La progressiva riconversione dei mestieri (che al momento sono esclusivamente legati ad edilizia, pesca commerciale e al turismo massimo del mese di agosto) a mestieri più sostenibili come pesca artigianale, agricoltura, turismo sostenibile porterebbe ad un decentramento del turismo dal solo mese di agosto (quindi più lavoro tutto l'anno) e ad una diversificazione dei mestieri (e dunque più lavoro diversificato ovvero una maggiore varietà di offerta a livello turistico) che di conseguenza favorirebbero sicuramente il settore pesca. Inoltre la presenza sul territorio di più gente appassionata di natura, trekking e immersioni che viene alle Eolie non solo per consumare pesce ma anche per osservarlo in natura porterebbe l'economia locale a riadattarsi a queste nuove esigenze promuovendo automaticamente iniziative più sostenibili. In molte parti del mondo i delfini sono una attrazione turistica che porta migliaia di persone ogni anno in queste aree favorendo lo sviluppo dell'economia locale enoi ci lamentiamo dei delfini?????. Ecco, solo per dire che la questione è ben più complessa di quello che appare sui giornali e che il percorso è lungo. Basta incominciare a lavorarci, tutti insieme, isolani, turisti, politici, associazioni ambientaliste e cooperative di pesca. Perchè il mare alle Eolie è il nostro futuro e non possiamo limitare una sua futura gestione al solo conflitto pescatori-delfini.....

 

L'INTERVENTO

di Paola Martinotti

I delfini sono una specie in estinzione...ma anche i pescatori onesti e veri lo sono! Non si tratta di salvare gli uni e perdere gli altri,perché le due specie camminano e vivono insieme per necessità.
Mentre,però,i pescatori possono riuscire a sopravvivere senza delfini...questi ultimi hanno bisogno del pescato...
Potrebbero procurarselo da soli il loro cibo,invece,hanno bisogno della pappa pronta!:-)
Si,perché,il mare ormai è un deserto defraudato della sua vita!
La legge viene rispettata la cooperativa si paga,le batterie si pagano,il carburante pure,gli eventuali guasti al motore etc.più le spese quotidiane che ogni famiglia deve affrontare...
Senza contare la lotta con quelli che non sono veri pescatori,ma per arrotondare vanno a mare e si vendono il pescato sminuendo così il valore del duro lavoro e ciò che ne consegue...
Perché quello del pescatore è un vero mestiere che tanti svolgono già da quando erano ragazzini,è un vero
Mestiere che non s improvvisa! Rispettiamo i delfini,ok.ma chi rispetta i veri pescatori?!!
Non li rispetta certo chi pensa,è scrive,che vogliono sopprimere i delfini.
Non li rispetta chi crede che vogliono arricchirsi senza faticare!
Pescare è un lavoro vero è fatto di tanto sudore,passione,amore per il mare! Non dimentichiamolo!!!

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----In questa foto scattata durante le nostre uscite in mare è ben visibile il fianco laterale destro di uno dei nostri delfini delle isole Eolie. Le costole bene in evidenza fanno supporre che forse abbiano fame anche loro?

*Responsabile Filicudi Wildlife Conservation

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Ossa rotte, dita schiacciate, schiena a pezzi ma campionamento eseguito!! Domani cinque tartarughe torneranno in mare con un trasmettitore satellitare e verranno monitorate per lungo tempo nelle loro rotte migratorie!

---Anche quest’anno l’Associazione No Profit Filicudi WildLife Conservation in collaborazione con enti scientifici nazionali e internazionali promuove attività di volontariato (campi di ricerca) su cetacei e tartarughe marine ed escursioni naturalistiche in barca nelle isole Eolie. Se sei un appassionato/a di mare, in particolare di delfini e tartarughe marine, hai spirito di adattamento e tanta voglia di fare qualcosa per questi bellissimi animali, puoi partecipare ai nostri campi di volontariato! Trascorrerai un piacevole periodo di una settimana alloggiando presso una tipica casa Eoliana nella splendida isola di Filicudi, seguito/a da personale qualificato che ormai lavora con delfini e tartarughe marine da moltissimi anni. Parteciperai ad escursioni di monitoraggio cetacei e tartarughe marine in barca giornaliere. Condivideremo con te la nostra passione, coinvolgendoti in un’esperienza unica e ti insegneremo a conoscere meglio questi fantastici animali affinché un giorno forse anche tu possa farne il tuo lavoro. Possibilità di crediti formativi per studenti universitari.

Altre due tartarughe morte a causa di palangaro lungo le coste di Filicudi...purtroppo la mortalità è elevata tra gli individui adulti riproduttivi. Cari pescatori, ci vorrebbe più collaborazione con i centri di recupero per evitare che questi animali muoiano dopo lunga agonia e sofferenza. Basterebbe provare almeno a recuperarli dal mare invece di tagliare la lenza e abbandonarli al loro destino. Non vi lamentate se poi le leggi saranno sempre più severe... Dipende solo dal vostro comportamento...

 
Oggi giornata faticosa... Dopo ben due ore di tentativi sono riuscita a recuperare dal mare una Caretta caretta di circa 70 kg con ben due ami e lenze di palangaro. Uno conficcato nel becco mentre l'altro ingerito...speriamo che se la cavi...
 
----Si avvicina il periodo in cui durante le nostre uscite di monitoraggio si possono osservare il pesce luna (Mola mola) e l'aguglia imperiale (Tetrapturus belone)...non perdetevi i campi di ricerca nelle sessioni primaverili!

 

Grandi emozioni in questi giorni a Filicudi!

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*Responsabile Filicudi Wildlife Conservation

 

Grandi emozioni in questi giorni a Filicudi!

Posted by Filicudi Wildlife Conservation on Giovedì 19 novembre 2015

I primi effetti del mese di Agosto. Esemplare di Caretta caretta morto per collisione con grossa imbarcazione...

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Pulizia del mare durante la tratta Filicudi-Patti: recupero di circa 1000 metri di palangaro a galla con ami innescati a calamaro per la pesca di tonno rosso. Tranciato molto probabilmente da una nave container di passaggio. Abbiamo evitato qualche sicuro intrappolamento accidentale di tartaruga caretta caretta!

---Pulizia delle spiagge nell'isola grazie ai volontari.

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Studiando i nostri dati di fotoidentificazione siamo felici di annunciare che il piccolo delfino, figlio della delfina femmina di nome Andrea, è sano e in gran forma ed ha compiuto tre anni! Buon compleanno!

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----L'associazione Filicudi WildLife Conservation promuove per la stagione estiva 2015 campi di ricerca ed eco-volontariato per studiare cetacei e tartarughe marine a Filicudi (isole Eolie). Tutte le informazioni di dettaglio sul sito Home - Filicudi WildLife Conservation. Per informazioni contattare l'indirizzo email: blasimf@yahoo.com.
 

---Filicudi - Piccoli branchi di stenella e le loro mamme arrivano a Filicudi con le prime avvisaglie di primavera. Monica Blasi guida "Filicudi Wildlife Conservation" che si occupa di tutelare cetacei (tursiope, stenella striata, capodoglio) e tartarughe (Caretta caretta) nell'area eoliana e ha base logistica a Filicudi. La stenella è il delfinide più comune nel Mediterraneo, dove forma branchi piccoli, di un centinaio di esemplari. Si può facilmente avvistare entro i 2 km dalla costa. 

di Monica Blasi*

Passato l'inverno nuovi piccoli di stenella con le loro mamme si affacciano intorno all'isola!

Il mare non è altro che il veicolo di un'esistenza straordinaria e prodigiosa, non è che movimento e amore...è l'infinito vivente!

Stenelle a Fiicudi

youtube.com

stenella

Come diceva un detto antico "Fevraro tartugaro "..ovvero "Febbraio il mese delle tartarughe". Questo non perché nel mese di febbraio ci siano più tartarughe marine,tartarugafilicudi ma perché le tartarughe nelle giornate di sole invernali stanno a galla a prendere calore ed essendo anche un po' stordite dalle acque fredde era facile catturarle.....

*Responsabile Filicudi Wildlife Conservation

---Mentre riempivo altre buste dell'immondizia di plastica trovata lungo le spiagge dell'isola mi sono imbattuta in questa carcassa di caretta caretta morta. Non è un evento così raro purtroppo. Vengono trovate una media di 20 tartarughe spiaggiate l'anno intorno all'isola di Filicudi e le cause di spiaggiamento sono spesso gli ami dei palangari. In questo caso quello che mi ha colpita era la plastica sia intorno alla carcassa che nello stomaco della esemplare. Un esemplare giovane di appena circa 10-15 anni di età. È vero che in primo luogo la plastica causa occlusione gastro-intestinale alla tartaruga provocando il blocco del tratto digestivo e danni allo stomaco o intestino spesso non letali. Tuttavia si pensa troppo poco agli effetti della plastica a lungo termine a seguito della sua ingestione. La diluizione della dieta a seguito dell' ingestione della plastica può portare ad un carente assorbimento di sostanze nutritive con conseguenti deficit nella crescita, sviluppo e riproduzione dell individuo. Quindi credo che raccogliere la plastica non sia mai inutile anche se il mare ce ne porta altra altra e altra ancora....perché il mare merita questo e altro!

*Responsabile Filicudi Wildlife Conservation

 

Filicudi - Nel mare delle Eolie è stata salvata una tartaruga "caretta-caretta". L'operazione di soccorso è stata effettuata dai rappresentanti di "Filicudi WildeLife Conservation". La tartaruga era rimasta intrappolata accidentalmente in una lenza a cui era attorcigliata una bottiglia di plastica.
"Filicudi WildLife Conservation", è una associazione no profit che studia le risorse marine dell'arcipelago eoliano.

di Monica Blasi

Piccole soddisfazioni giornaliere! Abbiamo salvato questa Caretta caretta rimasta intrappolata accidentalmente in una lenza a cui era attorcigliata una bottiglia di plastica.

Filicudi WildLife Conservation è una associazione no profit volta allo studio e alla conservazione delle risorse marine dell'Arcipelago Eoliano attraverso un programma integrato di azioni concrete sul territorio. Le nostre attività sono orientate alla ricerca e monitoraggio di vertebrati marini, principalmente cetacei (tursiope, stenella striata e capodoglio) e tartarughe marine (tartaruga marina comune Caretta caretta) con lo scopo di tutelare queste specie in tutta l'area Eoliana ma con base logistica presso l'isola di Filicudi.

---Diventa volontario per i delfini e le tartarughe marine!

Anche quest’anno l’Associazione No Profit Filicudi WildLife Conservation (www.filicudiconservation.com) che svolge attività di ricerca su cetacei e tartarughe marine nelle isole Eolie in collaborazione con enti scientifici nazionali e internazionali promuove attività di volontariato (volontariato, campi di ricerca e corsi di formazione) su cetacei e tartarughe marine. Se sei un appassionato/a di mare, in particolare di delfini e tartarughe marine, hai spirito di adattamento e tanta voglia di fare qualcosa per questi bellissimi animali, puoi partecipare ai nostri campi di volontariato! Trascorrerai un piacevole periodo di una settimana alloggiando presso una tipica casa Eoliana nella splendida isola di Filicudi, seguito/a da personale qualificato che ormai lavora con delfini e tartarughe marine da moltissimi anni. Condivideremo con te la nostra passione, coinvolgendoti in un’esperienza unica e ti insegneremo a conoscere meglio questi fantastici animali.
Le attività a cui puoi partecipare sono le seguenti:
 
Volontariato (attività di supporto al Centro Cetacei e Tartarughe marine di Filicudi) (solo per studenti o laureati in materie scientifiche)
Campi di ricerca (uscite in barca giornaliere di monitoraggio cetacei e tartarughe marine + didattica sui progetti di ricerca e attrezzatura di ricerca) (aperti a tutti)
Corsi di formazione (uscite in barca giornaliere di monitoraggio cetacei e tartarughe marine + didattica in aula per un totale di 18 ore di formazione) (studenti o laureati in materie scientifiche)
 
Tutte le informazioni di dettaglio sulle attività e sulle date per la stagione primavera-estate 2015 sul sito www.filicudiconservation.com (pagina facebook https://www.facebook.com/pages/Filicudi-Wildlife-Conservation/235413569876227)
 
Partecipa al Corso di formazione "Metodi di ricerca e monitoraggio dei vertebrati marini" (8-15 Aprile 2015). Per informazioni: blasimf@yahoo.com)
 
Alcune delle tematiche trattate durante il Corso:
·          Descrizione e biologia delle specie mediterranee
·          Distribuzione nel bacino del Mediterraneo
·          Minacce e fattori limitanti
·          Azioni di conservazione negli habitat marinia
·          Aree marine protette
·          Metodi di campionamento e monitoraggio
·          Problemi statistici nel monitoraggio
·          Distance sampling
·          Osservazioni dirette
·          Marcatura e ricattura
·          Stime di abbondanza
·          Introduzione all'analisi spaziale dei pattern di movimento
·          Modelli di distribuzione in funzione di parametri oceanografici e ambientali
·          Studio dell'home range e dei pattern di residenza
·          Analisi di associazione in una fission-fusion society
·          Valutazione del rischio da impatto con fattori antropici
·          Ecologia comportamentale
·          Telemetria satellitare
·          Recupero e primo soccorso

Ti aspettiamo a Filicudi! 
 

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