di Dario Lopes
Piccola comunicazione di servizio. Lo scorso anno sono stati posati i due cavi sottomarini della fibra telefonica che collega Filicudi alla terraferma. Fin quando questi si trovano a centinaia o migliaia di metri di profondità non ci sono problemi, giacciono tranquilli su fondali che non risentono del moto delle acque superficiali. Il punto debole è rappresentato dalle basse profondità della zona in cui i cavi entrano in mare dove, soprattutto alle Eolie che non hanno ridossi tali da garantire acque sempre calme, tutti i manufatti posati in mare risentono del violentissimo moto delle mareggiate.
Se a questo aggiungiamo il fatto che i fondali sono costituiti da massi e pietre di grandi dimensioni che ad ogni mareggiata si spostano agendo in maniera distruttiva, la frittata è fatta. I cavi della fibra di Filicudi dopo neanche un anno dalla posa nella sezione che va dalla linea di costa ad una decina di metri di profondità sono nelle condizioni che ho documentato in questo video.
Con molto ottimismo e poca lungimiranza in quello che è il tratto più esposto sono stati protetti con una serie di manicotti metallici imbullonati tra loro che sotto l'azione del moto del mare e delle pietre del fondale si sono sbullonati e scollegati lasciando scoperto il cavo della fibra che è sul punto di spezzarsi in più parti. Immagino che quando questo avverrà la centralina telefonica andrà in blackout e addio collegamenti. La posa del cavo sottomarino è costata milioni di Euro di soldi pubblici, soldi di tutti noi. Vorrei semplicemente che fossero spesi meglio...
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