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ARCHITETTURA: Lipari, il Chiostro normanno di San Bartolomeo protagonista del convegno internazionale su chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale

Gli studiosi in visita al monumento scoperto per caso nel 1978 dal grande archeologo Luigi Bernabò Brea

Vilardo, direttore Parco Archeologico Eolie: “A Lipari un progetto di studi sulle architetture religiose medievali che riunisce la comunità scientifica di otto Paesi del Mediterraneo”

È il Chiostro normanno di San Bartolomeo, straordinario monumento d’epoca medievale scoperto per caso nel 1978 sull’acropoli di Lipari dal grande archeologo Luigi Bernabò Brea, il protagonista del convegno “Difendere gli spazi sacri. Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)”, secondo appuntamento sulle architetture medievali nel Mediterraneo che dal 3 al 5 ottobre vede in dialogo a Lipari architetti, archeologi e storici dell’arte giunti in Sicilia da Grecia, Croazia, Francia, Spagna, Marocco, Tunisia, Malta e Italia.

“Un progetto – ha spiegato Rosario Vilardo, architetto e direttore del Parco archeologico delle Eolie che ospita la manifestazione – che punta studiare i monasteri fortificati di tutto il Mediterraneo, a partire da quello di Lipari, con la sua cittadella arroccata sul promontorio, la sua cattedrale, il chiostro di San Bartolomeo e le mura erette a protezione sin dall’epoca greca”.

Oggi la presentazione del libro “I chiostri nell’area mediterranea”, a cura di Arianna Carannante e Fabio Linguanti (ed. All’insegna del Giglio) con un focus proprio sul monumento medievale di Lipari, uno dei meno studiati del Mediterraneo medievale e che gli studiosi hanno visitato nuovamente, ieri, alla luce degli studi più recenti. Tra le novità, quella relativa alla data di costruzione, avviata alla fine dell’XI secolo e conclusa nel primo ventennio del XII.

Il convegno, che segue la prima edizione del 2022 dedicata proprio ai chiostri, è un progetto del Parco archeologico delle Eolie – Museo archeologico Luigi Bernabò Brea della Regione Siciliana e del Laboratoire d'archéologie médiévale et moderne en Méditerranée (LA3M) dell’Università Aix Marseille.  Realizzato con il sostegno dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e del Dipartimento BBCC, è ideato da Rosario Vilardo e da Fabio Linguanti, architetto PhD storia dell’architettura (Politecnico di Torino / LA3M - Aix Marseille Université), curatore scientifico della rassegna. Che aggiunge: “Partire da Lipari, significa partire dal monumento principale del suo medioevo: la cattedrale e il suo chiostro normanno. Con i contributi di studiosi da tutto il Mediterraneo – prosegue Linguanti - ragioniamo sui rapporti fra le architetture religiose e quelle fortificate nel periodo medievale, fra il IX e il XIV secolo”.

Fra i temi della seconda giornata Istria e Dalmazia, con Miljenco Jurkovic, archeologo (Uni Zagabria), che parlerà di alcuni monasteri fortificati del litorale adriatico orientale; tre i contributi sulla Grecia con Athanasios Semoglou (Aristotele Uni Thessalonike) e gli studi sulle pitture murali bizantine nei monasteri del Monte Athos, centro spirituale la cui scuola di pittura influenzò l’arte ortodossa; l’archeologo Alessandro Taddei (Uni Sapienza, Roma) sul complesso monastico di Hosios Loukas in Beozia, mentre Carlo Berardi (Uni Michigan, USA) illustrerà le ultime novità sulla Chiesa di Kosmosoteira a Feres.

Quindi si torna in Italia con gli studi sui monasteri del Gargano a cura di Angelo Cardone (Uni Bari) e in Toscana, con gli archeologi Alberto Agresti e Lorenzo Crescioli, per importanti aggiornamenti sull’Abbazia di Settimo a Scandicci, condotti con la direzione scientifica di Ursula Wierer, Soprintendente BBCCAA di Firenze: evidenziato un complesso sistema di fossati, ponti e torri che consentiva ai monaci cistercensi di proteggere l’abbazia, centro economico del territorio. Ancora sul territorio italiano, a Roma, con il racconto delle strutture fortificate di Sant’Agnese fuori le mura, a cura di Daniela Esposito e Francesca Lembo Fazio (Uni Sapienza, Roma) e Federico Marazzi (Uni Suor Orsola Benincasa, Napoli).

Sempre Marazzi approfondirà il tema della trasformazione dei monasteri da “civitas dei a castrum fidei” con focus sull’Italia centro-meridionale. Quindi la Calabria con le grange (aziende agricole e pastorali) fortificate, a cura di Francesco Cuteri ed Elena Di Fede (Accademia Belle Arti Catanzaro). Conclude la seconda giornata di studi lo sguardo sulle abbazie tra Alto Lazio e bassa Toscana con gli interventi di Renzo Chiovelli (Uni Sapienza, Roma) Giulia Maria Palma (Uni Lione) e Vania Rocchi.

Sabato 5 ottobre, terza e ultima giornata del convegno vede protagonista l'area tirrenica settentrionale del Mediterraneo, con interventi su Francia, Italia del nord e Sardegna. Si inizia con Nicolas Faucherre (LA3M Aix-Marseille Université) e le “cattedrali del mare” di Maguelone e Agde, chiese fortificate connesse all’istituzione di una guardia marittima sostenuta degli istituti religiosi.

A seguire Marie Pier Bonetti (LA3M Aix-Marseille Université) sulla chiesa abbaziale di Saint Victor a Marsiglia completata da torri, campanili, sale d'armi, recinti e camminamenti merlati dall’abate poi divenuto papa Urbano V. Quindi Pierre Laffont (Uni Rennes) con un eccezionale documento custodito nella Biblioteca Nazionale di Francia:

un manoscritto (metà XV sec.) conosciuto come Armoriale di Guillaume Revel ricco di illustrazioni e disegni di castelli, città e villaggi del tempo. Un documento di eccezionale valore perché si tratta della più antica rappresentazione figurativa di questi monumenti.

Tre i contributi dedicati alla Liguria: si inizia con Genova e Yoshie Kojima (Uni Tokyo) sulla Chiesa di Santa Maria del Castello e il ruolo dei “magistri antèlami”, corporazione medievale di costruttori itineranti, generalmente di origine lombarda e legati ai Cistercensi. Una iscrizione li indica infatti come autori della chiesa nel quartiere storico del Molo. Ancora in Liguria con il monastero di Sant’Eugenio a Bergeggi, oggetto di studio di Alessandra Panicco (Politecnico di Torino); infine chiese e fortificazioni a Porto Venere, a cura di Simone Caldano (Associazione Piemonte Medievale). In chiusura la Sardegna e Cagliari con il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, nella relazione di Valeria Carta (Uni Cagliari).

 

Tutto il convegno sarà fruibile in live streaming sulla pagina Facebook del Parco delle Eolie a questo indirizzo https://www.facebook.com/museoLipari 

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LIPARI, sx Ann Mailloux, RosarioVilardo, Fabio Linguanti.jpg

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Da silenziosi luoghi di culto a fortezze con torri merlate e cammini di ronda per il controllo del territorio fino al mare. È il destino che nel Medioevo è toccato a chiese, eremi e monasteri del Mediterraneo, con l’avanzata bellicosa di popolazioni dal nord, dall’est e dal sud.

Un tema, quello della difesa degli spazi sacri, intorno al quale una trentina fra storici dell’architettura e dell’arte medievale e archeologi di prestigiosi atenei italiani e stranieri si incontreranno a Lipari, dal 3 al 5 ottobre 2024, negli spazi del Parco Archeologico delle Eolie – Museo Archeologico Bernabò Brea della Regione Siciliana per confrontarsi sulle ultime ricerche scientifiche. Titolo del convegno 

Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)”, secondo appuntamento internazionale sulle architetture medievali nel Mediterraneo che arriva dopo quello del 2022. Di scena sarà l’architettura religiosa fortificata dei paesi rivieraschi del “Mare Nostrum”: dalla Grecia al Marocco, dalla Croazia alla Tunisia, la Spagna, la Francia, Malta e l’Italia.

Il convegno è un progetto del Parco archeologico delle Eolie – Museo archeologico Bernabò Brea della Regione Siciliana e del Laboratoire d'archéologie médiévale et moderne en Méditerranée (LA3M) dell’Università Aix Marseille. Realizzato con il sostegno dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e del Dipartimento BBCC, è ideato da Rosario Vilardo, direttore del Parco, e da Fabio Linguanti, architetto PhD storia dell’architettura (Politecnico di Torino / LA3M - Aix Marseille Université), curatore scientifico della rassegna. Enti patrocinatori l’Università degli studi di Catania, l’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e il Comune di Lipari.

Si è iniziato ieri, negli spazi della Chiesa di Santa Caterina, alla presenza di Francesco Paolo Scarpinato (Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana) e con gli interventi di Vilardo e Linguanti; di Monsignor Giovanni Accolla (Vescovo Archimandrita di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela); di Riccardo Gullo (sindaco di Lipari) e Anne Mailloux, archeologa medievista e direttrice del LA3M.

A seguire le relazioni di studiosi provenienti da Marocco (con Mounsif Ibnoussina, Cadi Ayyad University sulla Moschea di Tinmel, capolavoro d’arte, architettura e bastione sacro nella regione dell’alto Atlante, a Marrakech); Spagna (con Raoul Romero Medina, Uni Complutense Madrid, sulle architetture religiose fortificate in Andalusia, come espressione di potere piuttosto che spazi militari destinati alla difesa), Malta (con Charlene Vella, Uni Malta, sulle analogie strutturali fra il Forte sant’Angelo di Malta e le architetture ecclesiastiche normanne in Sicilia e nel regno di Napoli); Firenze (con Lamia Hadda, Uni Firenze, sulla grande Moschea di Suda, in Tunisia, e la sua doppia natura di luogo sacro e fortezza); Messina (con Marie Ange Causarano, archeologa Uni Messina sull’Abbazia di Casalvecchio Siculo, Messina, esempio di quella rete di monasteri italo-greci a cavallo dello Stretto) e infine da Catania (con Adriano Napoli, Uni Catania, sulle torri medievali dei monasteri di rito greco).

 

TUTTO IL PROGRAMMA

VENERDI’ 4 OTTOBRE

La seconda giornata del convegno vedrà le relazioni di studiosi provenienti da Croazia, Grecia, USA e dall’Italia (Bari, Catanzaro, Napoli, Roma e Firenze); una testimonianza di storia architettonico-artistica e di restauri con la presentazione del libro “I chiostri nell’area mediterranea”, a cura di Arianna Carannante e Fabio Linguanti (ed. All’insegna del Giglio): volume riepilogativo degli interventi esposti nel 2022, in occasione della prima edizione della rassegna dedicata al contesto dei chiostri medievali nel Mediterraneo. Interverranno Anne Mailloux (LA3M Aix-Marseille Université), Silvia Beltramo e Carlo Tosco (Politecnico Torino) e si tornerà a parlare anche del Chiostro di San Bartolomeo di Lipari, uno dei monumenti meno studiati del Mediterraneo medievale del quale adesso si delinea il quadro storico-costruttivo fissando una datazione più certa: chiesa e monastero furono realizzate in tre fasi vicine fra loro, un cantiere iniziato a Lipari alla fine dell’XI secolo e concluso nel primo ventennio del XII.

Si inizia da Istria e Dalmazia, con Miljenco Jurkovic, archeologo (Uni Zagabria), che parlerà di alcuni monasteri fortificati del litorale adriatico orientale; tre i contributi sulla Grecia con Athanasios Semoglou (Aristotele Uni Thessalonike) e gli studi sulle pitture murali bizantine nei monasteri del Monte Athos, centro spirituale la cui scuola di pittura influenzò l’arte ortodossa; l’archeologo Alessandro Taddei (Uni Sapienza, Roma) sul complesso monastico di Hosios Loukas in Beozia, mentre Carlo Berardi (Uni Michigan, USA) illustrerà le ultime novità sulla Chiesa di Kosmosoteira a Feres. Quindi si torna in Italia con gli studi sui monasteri del Gargano a cura di Angelo Cardone (Uni Bari) e in Toscana, con gli archeologi Alberto Agresti e Lorenzo Crescioli, per importanti aggiornamenti sull’Abbazia di Settimo a Scandicci, condotti con la direzione scientifica di Ursula Wierer, Soprintendente BBCCAA di Firenze: evidenziato un complesso sistema di fossati, ponti e torri che consentiva ai monaci cistercensi di proteggere l’abbazia, centro economico del territorio.

Ancora sul territorio italiano, a Roma, con il racconto delle strutture fortificate di Sant’Agnese fuori le mura, a cura di Daniela Esposito e Francesca Lembo Fazio (Uni Sapienza, Roma) e Federico Marazzi (Uni Suor Orsola Benincasa, Napoli). Sempre Marazzi approfondirà il tema della trasformazione dei monasteri da “civitas dei a castrum fidei” con focus sull’Italia centro-meridionale. Quindi la Calabria con le grange (aziende agricole e pastorali) fortificate, a cura di Francesco Cuteri ed Elena Di Fede (Accademia Belle Arti Catanzaro). Conclude la seconda giornata di studi lo sguardo sulle abbazie tra Alto Lazio e bassa Toscana con gli interventi di Renzo Chiovelli (Uni Sapienza, Roma) Giulia Maria Palma (Uni Lione) e Vania Rocchi.

SABATO 5 OTTOBRE

La terza e ultima giornata del convegno vede protagonista l'area tirrenica settentrionale del Mediterraneo, con interventi su Francia, Italia del nord e Sardegna. Si inizia con Nicolas Faucherre (LA3M Aix-Marseille Université) e le “cattedrali del mare” di Maguelone e Agde, chiese fortificate connesse all’istituzione di una guardia marittima sostenuta degli istituti religiosi.

A seguire Marie Pier Bonetti (LA3M Aix-Marseille Université) sulla chiesa abbaziale di Saint Victor a Marsiglia completata da torri, campanili, sale d'armi, recinti e camminamenti merlati dall’abate poi divenuto papa Urbano V. Quindi Pierre Laffont (Uni Rennes) con un eccezionale documento custodito nella Biblioteca Nazionale di Francia: un manoscritto (metà XV sec.) conosciuto come Armoriale di Guillaume Revel ricco di illustrazioni e disegni di castelli, città e villaggi del tempo. Un documento di eccezionale valore perché si tratta della più antica rappresentazione figurativa di questi monumenti.

Tre i contributi dedicati alla Liguria: si inizia con Genova e Yoshie Kojima (Uni Tokyo) sulla Chiesa di Santa Maria del Castello e il ruolo dei “magistri antelami”, corporazione medievale di costruttori itineranti, generalmente di origine lombarda e legati ai Cistercensi. Un'iscrizione li indica infatti come autori della chiesa nel quartiere storico del Molo. Ancora in Liguria con il monastero di Sant’Eugenio a Bergeggi, oggetto di studio di Alessandra Panicco (Politecnico di Torino); infine chiese e fortificazioni a Porto Venere, a cura di S. Caldano (Associazione Piemonte Medievale). In chiusura la Sardegna e Cagliari con il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, nella relazione di Valeria Carta (Uni Cagliari).

IL PARCO ARCHEOLOGICO DELLE ISOLE EOLIE - MUSEO ARCHEOLOGICO “LUIGI BERNABO’ BREA”

Il Parco archeologico delle Isole Eolie si sviluppa nelle isole di Lipari, Panarea, Filicudi e Salina e comprende suggestivi villaggi preistorici, necropoli di età greca e romana, terme romane e tante altre testimonianze. La sede principale è il Museo archeologico Luigi Bernabò Brea, aperto al pubblico nel 1954 – quest’anno ricorre il 70°anniversario dall’istituzione - e situato sul Castello di Lipari, una cittadella fortificata a strapiombo sul mare. Abitata fin dal Neolitico, e poi nell’età del Rame e all’età del Bronzo, tanto che riveste una fondamentale importanza per la preistoria del Mediterraneo. Il Museo Archeologico ripercorre la storia delle isole Eolie dalla preistoria all’età greca e romana e custodisce migliaia di reperti (vasi, statuette, la più grande collezione di maschere teatrali, gioielli) provenienti dalle ricerche e dagli scavi archeologici condotti soprattutto nell’Arcipelago ed, in particolare, dai corredi funerari delle circa tremila tombe della necropoli di Contrada Diana. Una sala è dedicata anche all’archeologia subacquea, un’altra alla storia della formazione del Museo, mentre un padiglione ha per protagonisti i vulcani. Un’ala del Castello di Lipari, le ex carceri, sono dedicate all’arte contemporanea con una collezione permanente dal titolo Mare Motus.

Nell’estate 2024, in occasione della celebrazione dei 70° anni del museo, è stata allestita una mostra permanente che ricostruisce la sua nascita e il febbrile lavoro di ricerca condotto per oltre mezzo secolo nell’arcipelago eoliano dagli archeologi Luigi Bernabò Brea, ligure e dal 1942 Soprintendente archeologo della Sicilia orientale, e dalla francese Madeleine Cavalier, legati dalla comune passione per la storia archeologica delle Eolie. Dal 2019 il direttore del Parco delle Eolie è l’architetto Rosario Vilardo.

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