di Pietro Bertucci
Trasporti troppo agevolati per alcuni e dimenticati ancora i nativi delle isole non residenti.
Può apparire stucchevole, se non inutile, tornare sul recente rincaro dei costi del trasporto marittimo tra le isole minori e la terraferma e, nella fattispecie, sulla concessione delle agevolazioni consentite ai dipendenti pubblici o categorie assimilate ed ai cittadini residenti sull’isola e sulle altre isole cosiddette “minori”.
“Sembrerebbe” se non ci fossero motivi interessanti per riprenderlo e per sottoporlo all’attenzione del lettore e di qualche autorità preposta alla regolare applicazione del corretto uso delle norme ma anche del buon senso e del buon vivere sociale.
Come tutti sanno e certamente condividono, un dipendente pubblico, nell’esercizio delle proprie funzioni, qualora debba svolgere una attività istituzionale fuori dalla propria zona di servizio e debba, quindi, viaggiare lo fa non a sue spese ma a spese dell’Ente o Amministrazione da cui dipende che si fa carico delle spese di viaggio. Nulla da eccepire, quindi, se ciò si verifica anche ad Ustica e, presupponiamo, nelle altre isole”.
Il problema amministrativo si pone, però, allorquando questo integrale sostegno alle spese di viaggio venga riconosciuto a quel dipendente pubblico anche per spostamenti non per un ordine di servizio che gli sia stato dato ma per una necessità personale non riconducibile alla funzione espletata. In questo caso sarebbe stata comprensibile concedere l’agevolazione come per i residenti.
Ciò avviene, a quanto risulterebbe, per i dipendenti pubblici che operano sui territori insulari minori nel confronto dei quali ogni viaggio nei due sensi, a prescindere dallo scopo per cui si attua, verrebbe supportato dalle casse regionali e, comunque con onere a carico dei contribuenti.
Sarebbe indubbiamente un caso di irregolarità amministrativa che, a ben guardare, potrebbe anche essere diversamente definito ma per il quale potrebbe anche ipotizzarsi essere soltanto la conseguenza di una lettura superficiale o di una interpretazione troppo estensiva della norma sulle agevolazioni recentemente concesse in sede di accordo tra la Regione, i Sindaci delle isole minori e le società armatrici.
In ogni caso, a lume del buon senso comune, sarebbe da considerare un abuso e, come tale, da eliminare senza por tempo in mezzo senza con ciò mettere in discussione la liceità delle gratuità quando dovute.
Chiediamo, pertanto, alla Regione di valutare l’importanza di quanto si sta segnalando ponendo fine ad una situazione di abusivismo palesemente inaccettabile che nuoce alle finanze regionali, alimenta la pericolosa convinzione che si possa impunemente godere di benefici non dovuti e che, purtroppo, acuisce nei cittadini residenti la sgradevole sensazione di essere discriminati nel loro status di cittadini con pari diritti.
Aldilà degli abusi segnalati, è evidente lo spirito che ha sotteso gli accordi di cui sopra. Si è voluto dare un riconoscimento al disagio economico sopportato dai dipendenti pubblici, costretti all’utilizzo di mezzi di trasporto per esercitare la propria funzione. Il che, nei fatti, corrisponde ad una agevolazione di cui, tuttavia, non gode la citata categoria allorquando operi non in un’isola ma sulla terraferma dove pure può essere sottoposta ad oneri economici, non compensati da alcun rimborso pubblico, per raggiungere la propria sede di lavoro distante dal proprio domicilio.
La Regione Siciliana nei fatti ha, quindi, riconosciuto a quei dipendenti pubblici un privilegio economico con lo stanziamento di un fondo di 1.400.000 euro a loro esclusivo vantaggio, 800.000 dei quali finalizzati alla gratuità dei collegamenti con la terraferma, assimilabile ad un atto di mera liberalità riconducibile ad un concetto di insularità che, guarda caso, permea la vita di tutti gli abitanti delle isole minori e che ha, però, determinato una sperequazione e, quindi, una assurda contrapposizione tra i residenti delle isole minori ed i dipendenti pubblici e assimilati che ivi operano.
Perché, allora, per equità non aspettarsi che la Regione Siciliana manifesti altrettanta liberalità anche nei confronti delle popolazioni residenti che quella insularità soffrono quotidianamente e che su di esse riverbera tutta la sua negatività con riflessi molto importanti sulla loro vita quali, ad esempio, la fruizione di strutture sanitarie locali quantitativamente e qualitativamente limitate da integrare con un viaggio per mare o l’istruzione dei giovani da completare sulla terraferma.
E’ ovvio che non si possa pretendere una estensione delle gratuità nei trasporti marittimi per e dalla terraferma alle popolazioni isolane “erga omnes” senza la previsione e l’adozione di un corretto sistema selettivo tale da sottrarsi ad ogni forma di abuso; sarebbe velleitario ed insostenibile e in tal senso potrebbero essere adottati misure contenitive quali, ad esempio, condizionare la concessione di gratuità determinati parametri fiscali o all’età anagrafica dei richiedenti; potrebbe essere, altresì; riconoscibile come provvedimento socialmente e moralmente gratificante stanziare un fondo pubblico regionale destinato esclusivamente al sostegno degli studi di giovani isolani particolarmente meritevoli.
Attuare concretamente la norma costituzionale recentemente entrata nel nostro ordinamento per contrastare lo stato di insularità con provvedimenti necessari al suo superamento o, comunque, alla sua attenuazione è atto dovuto da parte della Regione siciliana che ha iniziato a farlo con le agevolazioni sui trasporti per i dipendenti pubblici e assimilati. Ma dobbiamo chiedere ed aspettarci altro con fiducia nelle Istituzioni e credere nel principio di equità che sta alla base di ogni sana amministrazione.
E’ per questo che abbiamo voluto semplicemente richiamare degli esempi di applicazione equa del contrasto alla condizione di insularità. Una necessità che non può limitarsi allo stato di enunciazioni di principio ma che deve avere una attuazione pratica con effetti concreti sulle popolazioni; ci auguriamo di trovare in chi ha la possibilità di farlo una sponda capace di trasformare questa istanza in azioni efficaci di politica sociale.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
18 GENNAIO 2023
Caro Direttore invio l’allegata lettera convinto che l’argomento, trattato più volte sul Notiziario delle Eolie online, è ritenuto interessante.
Grazie se riterrà di prenderlo in considerazione.
Lettera aperta al Sindaco di Ustica e, ai Sigg.ri Sindaci delle Isole Minori della Regione Sicilia
OGGETTO: Collegamenti marittimi Isole Minori – abbattimento costo biglietto a nativi delle Isole Minori ma non residenti.
Caro Sindaco, facendo riferimento al recente incontro tra i Sindaci siciliani, tenutosi a Favignana, tra i tanti problemi trattati, peculiari per un’isola, è stato affrontato quello, altrettanto importante, del mancato rinnovo delle tariffe agevolate per “forze dell’ordine, operatori sanitari e scolastici, incaricati di pubblici servizi e, in generale, per i pendolari”.
Riteniamo molto giusto e doveroso che i Sindaci delle Isole minori affrontino e provino a ottenere dette agevolazioni per compensare i tanti svantaggi che la condizione insulare comporta, e per non trovare sulle Isole professionisti/impiegati… demotivati per gli eccessivi costi di viaggio, e non solo.
Mi è dispiaciuto che tra le richieste relative all’abbattimento del prezzo di trasporto, non sia stata inclusa “l’assimilazione dei nativi non residenti, compreso il loro nucleo familiare, ai residenti”.
È deprimente dover lottare per far comprendere ai nostri rappresentanti politici che la richiesta, oltre al contenuto economico, ha un contenuto particolarmente “morale” fondato sull’orgoglio di appartenenza allo “stesso scoglio”, alle proprie radici e alla propria cultura.
Ogni isolano vive con particolare fierezza il senso di appartenenza alla propria terra, alle proprie radici legate a vicende personali, a ricordi ed emozioni che solamente un’Isola riesce a dare.
Per non menzionare la necessità di ognuno di recarsi periodicamente sull’Isola, per motivi di famiglia e per curare la manutenzione di immobili ereditati (continuità territoriale anche per loro?...).
Sindaco, nei prossimi incontri che avrai con i tuoi colleghi, che leggono in copia conoscenza, Ti chiedo di proporre e di affrontare con unità d’intenti la problematica dell’abbattimento del costo dei trasporti anche per i “nativi nelle isole ma non residenti ed il loro nucleo familiare”. Anche loro sono rappresentanti di comunità isolane che sappiamo sentono lo stesso nostro problema.
Sarebbe auspicabile porre in essere tutte quelle iniziative atte ad incoraggiare questi nostri concittadini che vivono “oltre il mare” -non sempre per loro libera scelta, ambasciatori in Italia e nel mondo- a ritornare più frequentemente, siano essi emigrati o discendenti e, comunque, propulsori disinteressati dello sviluppo e della diffusione dei nostri prodotti e della nostra cultura.
Chi scrive, come a tua conoscenza, per tanti anni ha sofferto come “umiliazione” il fatto di ritornare ad Ustica e pagare oltre al caro biglietto anche il ticket di ingresso. Che vergogna!... Mi sentivo un forestiero-ospite-estraneo-turista a casa mia.
L'INTERVENTO
Caro direttore,
A PROPOSITO DI TARIFFE AGEVOLATE PER I NATIVI
Carissime e carissimi (alcuni ex compagni di scuola) che avete scritto in passato, tramite il Notiziario, a proposito di tariffe agevolate per i nativi:
- Germana Sallustro - Sergio Marino - Joseph Saltalamacchia - Loredana Barile - Daniela Giuffrè - Marcello D’Amico - Giuseppina Amendola - Felice Mirabito - Lucia Ziino - Saverio Bilardo - Girolamo Casali - Gennaro Leone - Giusi Oliva - Armando Restuccia - Marilla Sapi -…e tanti, tanti, tanti altri
E’ proprio del 16 gennaio del corrente anno la notizia delle tariffe agevolate per i pendolari equiparate a quelle dei residenti, annunciate a titoloni da molti giornali cartacei ed on-line.
Giusto! Per quanto invece concerne i Nativi, noto che hanno seguito il consiglio pubblicato in una mia precedente, quello della “soluzione finale” (Mein Kampf), così non se ne parlerà mai più.
Quindi, Vi consiglio di non perdere tempo a scrivere di tariffe di trasporto agevolate per i nativi, in quanto è “acqua duci ittata a mari”.
Questa battaglia l’abbiamo portata avanti (inutilmente) per anni, assieme a Giulio China.
Adesso Lui è buon’anima ed io, francamente, mi sono stancato.
Se ne parla da decenni (tranne qualche breve interruzione) ma, come disse quello (e quello “la sapeva lunga), “aricchi ntuppati fannu zittiri cannunati” (traduzione per i Norreni: il sordo più sordo è quello che non vuole o fa finta di non sentire).
Non c’è riuscito, pur nella carica istituzionale che ricopriva (vice Sindaco) la buon’anima.
Per quanto concerne poi la richiesta di Girolamo Casali di mettere la parola TASSA sotto altro nome, mi permetto di suggerire il termine SCOTTO, che anticamente era il prezzo da pagare per aver mangiato all’osteria o in una locanda e che, nel nostro caso, starebbe bene ad indicare il prezzo da pagare per essere nati in un’isola, salvo poi essere andati fuori per motivi di lavoro o altro.
In alternativa si potrebbe utilizzare il termine PES PEDIS, cioè il gravame per chi mette il piede passando in un certo luogo (sperando che lo abbia prima lavato!!!).
E VA BBENE DICETTE DONNA LENA QUANNO VEDETTE “A MAMMA – A FIGGHIA – A SERVA E PUR A JATTA PRENE.
Grazie per l'ospitalità
Lettera firmata
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Aveva 87 anni
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