di Francesco Malfitano
Nuova puntata della “Rubrica Cultura” del Comitato Eolie 20-30, che si svilupperà in due appuntamenti, sempre a cura di Francesco Malfitano.
Buon Caravaggio a tutti:
Oggi vi porto qui a Roma, la Capitale. Vorrei parlarvi di un dipinto che, secondo il mio umilissimo parere, rappresenta in modo unico la vivacità e l’attualità dell’autore: Caravaggio.
La “Vocazione di San Matteo”, un quadro di 322×340 cm, dipinto oltre quattrocento anni fa, si trova all’interno della Cappella Contarelli nella magnifica Chiesa di San Luigi dei Francesi.
Caricate l’immagine del quadro sul vostro cellulare o tablet e osservatelo attentamente: prendetevi cinque minuti del vostro prezioso tempo, prima ancora di leggere queste mie osservazioni.
Sette i personaggi raffigurati, divisi in due parti. Iniziamo da destra. Chi sono? Il primo è l’unico con un’aureola, è facile, si tratta di un certo Gesù Cristo. Un volto bellissimo, potrebbe essere un attore di oggi. Gesù chiama qualcuno, con mano decisa, ferma, quasi direttiva. Se avete un ottimo schermo, vedrete che i piedi, scalzi, del Signore non corrispondono al movimento del dorso: pare provengano dal muro, come se il Cristo avesse oltrepassato il muro. Non è un errore, qui Caravaggio ha voluto indicarci che Gesù può entrare nella nostra vita in ogni momento, in qualunque luogo, persino dal più alto dei muri che noi costruiamo, Lui lo attraversa. Attraversa le nostre chiusure.
Il secondo personaggio? Sempre accanto al primo, è Lui, Pietro! Che imita Gesù, con lo stesso gesto della mano, ma assai meno deciso, più timido. Un Pietro debole, fragile, vecchio, stanco, come spesso è la Chiesa, di ieri e di oggi. Ma un Pietro “necessario”, che si interpone tra Cristo e gli uomini: rappresenta il primo Papa, la Chiesa, il legame tra Dio e gli uomini. Un legame, come dicevo, necessario per la dottrina cattolica.
Sopra, una finestra, che rimanda immediatamente alla croce. La luce, se osservate, non è mai reale nei quadri di Caravaggio, è una luce che risponde a dinamiche non fisiche, quanto piuttosto psicologiche, umane. Traiettorie attraverso cui Caravaggio dà risalto a ciò che desidera, a ciò che ritiene più essenziale nella vita. È bello che ognuno di voi si lasci colpire da ciò che più desidera guardando le sue opere.
Passiamo alla parte di sinistra, cinque i personaggi attorno ad un tavolo, interrotti nell’atto del contare dei quattrini, divisi dai primi due da un buio profondissimo, un abisso nero, una distanza, una metafora del peccato, una “non relazione”, immediatamente colmata dal gesto di invito del Cristo, che rappresenta un ponte. Qui c’è un evidente richiamo alla mano “creatrice” di Michelangelo tra Dio e Adamo, presente nel Giudizio Universale della Cappella Sistina.
Chi sono i cinque? Sono i terribili esattori delle tasse. Duemila anni fa gli esattori erano considerati i peggiori: quelli che riscuotevano denari per conto dell’imperatore, che tassavano i poveri, gli indifesi, gli ultimi. Coloro i quali facevano sempre una “cresta”, prendevano una tangente sulle somme percepite. Oggi potremmo paragonarli ad un capo mafioso, come dice il mio amico Padre Hernandez. Tutto questo per comprendere meglio la portata dirompente del gesto del Cristo, che decide di entrare in un ambiente così, ripudiato da tutti.
Gesù entra (ma siamo certi si tratti di un posto chiuso?) in un luogo pieno di pubblicani, di esattori: c’è Matteo dentro. Quello che diventerà Suo discepolo, San Matteo. Chi è tra i cinque?
Qui, fior di critici e biblisti si sono sbizzarriti: è quello che indica con la mano sé stesso (“dici a me?”)? è quello con la testa china seduto? È il volto pieno di luce del giovane ragazzo?
O forse è quel signore distinto con gli occhiali in piedi? Vorrei che ognuno di voi rispondesse per sé.
Ne riparliamo la prossima settimana… Saluti
Mi piace iniziare questa rubrica “culturale”, ringraziando tutti gli amici del Comitato Eolie 20-30, invitandovi nella bellissima Cefalù, all’interno del Museo Mandralisca, per ammirare lo straordinario ritratto dell’”Ignoto marinaio” di Antonello da Messina.
In tanti lo hanno definito come il secondo sorriso più famoso al mondo, dopo la Gioconda di Leonardo; osservatelo voi stessi, prendetevi cinque minuti di tempo, ne varrà la pena.
Si tratta di un dipinto a olio su tavola (31×24,5 cm) eseguito la seconda metà del 1400 da Antonello da Messina: si, un pittore proprio di Messina, una città ahimè distrutta da un terremoto, che scusatemi, ha ben poco da offrire oggi, pur situandosi in uno dei punti a mio avviso più incantevoli d’Italia, ma che nel 1400 ha dato i natali ad uno dei più grandi pittori che la nostra terra ha avuto.
I quadri di Antonello, oggi nei principali musei di tutto il mondo, hanno una forza psicologica davvero unica, sono di un’attualità che spesso lascia come interdetti. Come è riuscito un pittore, seicento anni fa, a Messina, a rappresentare espressioni così potenti, così misteriose, a racchiudere in qualche centimetro quadrato enigmi del nostro animo umano, spesso a noi stessi indecifrabili??
Questo ignoto marinaio, cui sono particolarmente legato, è stato ritrovato casualmente alla fine del 1800 dal Barone Mandralisca proprio a Lipari! Non si ha alcuna certezza sul come, ma un racconto che a me piace, afferma che il dipinto si trovasse in un vicolo del Corso di Lipari, esattamente di fronte il vecchio bar di Alitta, all’interno dell’allora farmacia Fenech, e che fosse usato addirittura come sportello di un mobile, rotto dai bambini che nel vicolo giocavano a calcio! Si, proprio così!! Acquistato per due spicci dal barone e portato successivamente a Cefalù. Il ricco mecenate siciliano ci aveva visto bene.
La posizione del volto dell’uomo rappresentato, l’assoluta ombra che lo avvolge, l’accenno di sorriso, il taglio e la smorfia degli occhi rendono davvero unica l’espressione che possiamo ravvisare oggi. Nonostante già nella seconda metà del 1900, un grande studioso come Longhi abbia immediatamente avvisato noi poveri osservatori del fatto che non poteva trattarsi di un marinaio, per decenni qualche critico ha ritenuto che il ritratto possa aver rappresentato un marinaio di Lipari. E anni fa, durante una bellissima mostra di Antonello da Messina alle Scuderie del Quirinale a Roma, ho potuto leggere nelle didascalie che l’espressione dell’uomo rappresentato, rimandano certamente ad una figura piena di “follia e genio” allo stesso tempo. Questi due sostantivi, personalmente, mi hanno sempre affascinato e confermato che poteva effettivamente trattarsi di un isolano, di un liparoto… e mi piace osservare il quadro così!!
Recentemente, purtroppo dico io, a seguito della scoperta di un sigillo vescovile sul retro della tavola, da parte di tre studiosi di Antonello, Sandro e Salvatore Varzi e Alessandro Dell’Aira, la figura del dipinto è stata attribuita con certezza ad un importante Vescovo di Cefalù, tale Francesco Vitale, di origini pugliesi.
Attraverso questo dipinto mi piacerebbe invitare tutti voi, isolani e non, ad essere sempre un po' folli e un po' geniali.
Alla prossima!
di Danilo Conti*
Parte oggi una nuova rubrica dedicata alla cultura, a cura di Francesco Malfitano.
Affascinato da ogni angolo di bellezza, cattura, studia, approfondisce con atteggiamento voluttuoso, tutto ciò che è Arte, guidandoci in piccoli brevi viaggi nel mondo del talento, in ogni sua forma.
É una Rubrica Culturale del Comitato Eolie 20-30 ed avrà come obiettivo quello di farci scoprire ed incuriosire del “bello” che ci circonda e che spesso ignoriamo. Interessante l’etimologia del termine “Cultura”, dal latino “colere”, coltivare, coltivare il sapere.
Sono certo che in questo momento di smarrimento, oggi più che mai, la fotografia, la poesia, la pittura, la musica e ogni forma d’arte, possano essere ossigeno e speranza per l’anima.
*Presidente
Si è tenuta ieri una riunione ristretta presso l’hotel Mea per discutere del problema Trasporti Eolie.
I Convenuti hanno fatto un’analisi molto accurata rilevando elementi sorprendenti (in senso negativo) nella lunga bozza di bando che ci era stata inoltrata.
Si percepisce che questo bando possa rappresentare, così come concepito, un ulteriore peggioramento delle nostre condizioni di trasporto, riportandoci anni indietro, non tenendo conto di nessuno dei parametri odierni di rispetto delle emissioni di CO2, di idoneità al trasporto disabili, beni di prima necessità, ottimizzazione delle corse.
Il bando si basa su dati sommari, raccolti durante un’unica stagione (non delle migliori) senza separare il numero di passaggi tra residenti e turisti, prevedendo l’utilizzo di una flotta ormai fatiscente e vetusta che più che un meccanico necessità di un geriatra.
Con una previsione ottimistica di incremento lavorativo nelle prossime stagioni, un piano così ci metterebbe in grande difficoltà limitando il nostro sviluppo turistico e commerciale.
Noi ipotizziamo preliminarmente che le amministrazioni debbano chiedere, di concerto ed alla regione, l’estensione della giurisdizione dell’ente Autorità Portuale anche alle Isole Eolie.
L’ente in questione è un organismo molto attivo, pieno di risorse economiche e capacità analitiche che copre l’area di Messina-Milazzo e che potrebbe beneficiare, in termini di “spessore politico” e quindi immagine, dall’accorpamento del nostro arcipelago. Ha appena finanziato il comune di Pace del Mela per un porto nella zona di Giammoro per svariati milioni di euro. Quindi un porto a Giammoro e noi stiamo a guardare perdendo grandi opportunità di rilancio.
Durante il corso dell’incontro sono state evidenziate altre criticità e si sono abbozzate delle proposte che intendiamo sottoporre all’attenzione dell’amministrazione non appena sarà riattivato il tavolo tecnico.
Ultime esperienze hanno dimostrato che il nostro futuro può essere condizionato anche dall’azione di singoli gruppi di cittadini ed iniziative popolari e qualora ci fosse l’intenzione di ritardare la riattivazione del suddetto tavolo, siamo disposti a portarlo fuori dai palazzi della politica riunendoci in conferenze con gli stessi attori associativi coinvolti, pur rimarcando che il nostro vero auspicio è quello di poter collaborare e supportare attivamente l’amministrazione locale.
*Comitato Eolie 2030
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Alla c.a. del Sindaco del Comune di Lipari Sig. Marco Giorgianni
Egr. Sig. Sindaco,
visto il perdurare della grave situazione determinatasi a causa della diffusione del virus Covid-19 e le misure intraprese dal Governo nazionale, con la presente le chiediamo di intervenire per la ripresa dei lavori del tavolo tecnico con i rappresentanti delle categorie economiche istituito con Sua determina n° 40 del 11/06/2020, per la trattazione di alcuni punti che riteniamo inderogabili ed urgenti ed altri utili per il rilancio del tessuto produttivo locale.
Dopo il primo incontro circostanziale, non si è più proseguito all’effettiva attivazione del tavolo tecnico ed all’invito degli aderenti al secondo appuntamento da programmarsi nel mese di luglio. Grazie per la disponibilità Cordialmente
Alla c.a. del Presidente del Consiglio Comunale Dott. Giacomo Biviano
Gentile Presidente,
visto il perdurare della grave situazione determinatasi a causa della diffusione del virus Covid-19 e le misure intraprese dal Governo nazionale, con la presente le chiediamo di intervenire per la ripresa dei lavori del tavolo tecnico con i rappresentanti delle categorie economiche, istituito con determina sindacale n° 40 del 11/06/2020, per la trattazione di alcuni punti che riteniamo inderogabili ed altri utili per il rilancio del tessuto produttivo locale.
Dopo il primo incontro circostanziale, non si è più proseguito all’effettiva attivazione del tavolo tecnico ed all’invito degli aderenti al secondo appuntamento da programmarsi nel mese di luglio. Certo della Sua disponibilità La ringrazio anticipatamente, Cordiali saluti