Gentile direttore,

abbiamo avuto notizia dell'esistenza sull'isola di Lipari dell'Organo di Eolo? 

Si può saperne di piu'?

Grazie Buona Pasquetta

Mario Merighetti di Milano in vacanza alle Eolie

Gentile Sig. Merighetti, 

sull'Organo di Eolo riproniamo un servizio pubblicato il 30 luglio 2008 dal nostro vice direttore Clara Raimondi 

di Clara Raimondi

1398544927.JPGForse non tutti sanno che Lipari vi sono i resti di uno “strumento musicale” 1344436094.JPGmolto particolare, che veniva “suonato” dal vento che soffia in questo arcipelago. Si tratta dell’”organo di Eolo” o “arpa eoliana”, un antico strumento che indicava con suoni diversi quale degli otto venti stava soffiando perché i venti, insinuandosi nelle sue cavità emettevano appunto suoni diversi a seconda dell’angolo di provenienza. La leggenda locale vuole che sia stato costruito dallo stesso Eolo, il dio dei venti che ha dato il nome all’arcipelago delle Eolie e che qui veniva anticamente venerato. 

Anche ad Atene è conservato un edificio ottagonale denominato “torre dei venti” che svolgeva una funzione simile a quella dell’organo di Eolo.

Jean Houel, un pittore francese del 1700, ha documentato nel suo “Viaggio pittoresco alle isole Eolie” con delle bellissime tavole – oggi conservate al museo dell’Hermitage di Leningrado – l’esistenza di questo organo i cui resti sono stati ritrovati quasi casualmente negli anni ’80 quando fu tracciata la strada della Piana dei Greci, chiamata così perché qui si sono ritirati gli ultimi greci che hanno abitato quest’isola, che lo sezionò marginalmente prima che si riconoscesse di cosa si trattava. In realtà oggi sappiamo che più che un vero e proprio strumento musicale si trattava di una piccola sala termale, un calidarium di età romana tardo-imperiale: in queste isole infatti vi è una notevole attività vulcanica secondaria e in quella zona ancora oggi si trovano fumarole, che un tempo dovevano essere più accentuate, e l’acqua termale quasi ovunque. Probabilmente il vento insinuandosi negli anfratti della stufa termale provocava quell’effetto musicale di cui abbiamo detto prima e per questo è stato definito “organo di Eolo”.

Nel suo recente romanzo “Arpa eoliana[1]” – il cui titolo si ispira appunto all’organo di Eolo – Benito Merlino, autore contemporaneo di Filicudi, così ne descrive gli effetti:

Strumento raro, nato per caso dal cuore dei poeti e dai capricci del vento, forse preso in prestito dagli dei per conquistare i loro amori terrestri e compiere le loro alchimie, strumento delle lamentazioni di Eolo, dei suoi vagabondaggi nei fiori appena schiusi o del suo canto nelle foglie morte, l’arpa comunicava…il magnetismo, l’assoluto e la purezza del capolavoro”.

L'INTERVENTO

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di Beppe Cardile

Caro Direttore, o se preferisci caro Bartolino, ho letto l'articolo informativo sul Notiziario relativo all'Organo di Eolo: la data è del 2008, dieci anni fa. Vorrei quindi, senza nessuna acrimonia ma per precisazione dovuta, fornire altre informazioni che ritengo più aggiornate. La dottoressa Raimondi, appunto nel lontano 2008, ha collocato questo reperto nell'area di Piano Greca con molti dubbi, dichiarando che probabilmente l'antica costruzione riguarda una stufa termale e non propriamente l'Organo, che resta nei ricordi di studiosi del '700. Successivamente alla data del 2008 si sono svolte altre ricerche relative all'Organo da parte di Vega de Martini e del sottoscritto, che hanno scoperto che la costruzione sorgeva con molta probabilità sopra un piccolo pianoro situato in cima alla salita di Santa Margherita, oggi completamente interrata ma di cui si scorgono ancora certe linee concentriche. Lo dimostrano le fotografie che ho allegato al mio romanzo poliziesco Aragona e l'Organo di Eolo, presentato al Centro Studi un paio di anni fa, foto che allego oggi a questo scritto. Tutto questo per la precisione, caro Direttore, e per una dovuta informazione al signor Mario Merighetti che ne ha fatto esplicita richiesta. Cordialissimi saluti.

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