di Marco Manni
EOLIE, STORIA E VULCANI.
Il Notiziario delle Eolie nell’augurare ai propri lettori buona lettura e buone feste, presenta una nuova rubrica che ripercorre la storia più recente dei vulcani eoliani ed il loro rapporto con le comunità umane che si sono sviluppate a stretto contatto, nel corso dei millenni. Ogni tema trattato sarà suddiviso in più puntate.
Nella prima parleremo di Vulcanello, così descritto nell’enciclopedia Treccani : ” Nell'anno di Roma 571, fra Lipari e Vulcano, per un'eruzione sottomarina, sorse Vulcanello, una nuova isoletta, che andò gradatamente crescendo per i prodotti di successive eruzioni. Verso la fine del sec. XVI lo stretto canale che ancora esisteva fra Vulcano e Vulcanello fu ricolmato da materiali eruttivi…”
VULCANELLO, LA PIÙ GIOVANE TERRA EMERSA DELL’EOLIE …E DEL MEDITERRANEO
L'istmo sabbioso che collega la piattaforma lavica all'isola principale si è formato definitivamente nella prima metà del 1500: prima di allora Vulcano e Vulcanello erano due lembi di terra vicini ma nettamente separati. Per lungo tempo, l'interpretazione delle fonti di età romana ha attribuito all’isolotto un’età di circa 2200 anni dal presente, sulla base della testimonianza di Posidonio che per primo riporta dell’emersione di piattaforma di fango tra Vulcano e Evonima (identificata generalmente con Panarea, meno comunemente con Ustica) nel 183 aC, e di altre notizie di eventi sottomarini occorsi tra il II-I secolo aC tra Lipari e Vulcano. Tale dato ha orientato in modo rilevante la ricostruzione della geologia recente dell’isola di Vulcano. Da un’accurata revisione delle fonti si è però compreso che tale convinzione, affermatasi solo in età contemporanea (Kircher, 1678; Amico, 1733; Dolomieu 1781; Spallanzani, 1788, etc.) non trova in realtà conferme nei testi antichi e nemmeno nei documenti geografici dell'epoca, che infatti non rilevano la presenza dell’isolotto nei pressi di Vulcano.
Nelle carte tolemaiche riscoperte nel XIV secolo ma che risalgono al II dC, una nuova isola denominata Eolia venne arbitrariamente raffigurata nei pressi di Ustica ma non di Vulcano. Strabone (63 BC-23 AD) citando Polibio (206-120 AC) riporta che il materiale espulso a seguito di ripetute eruzioni del Gran Cratere aveva creato un basso fondale tra Lipari e Vulcano, non rilevando però alcuna terra interposta. Nella Cosmografia ravennate del VII dC l’arcipelago viene così rappresentato: Lipparis, Vulcana, Stroile, Pagnarea, Basilidin, Didimi, Enicodes, Erigodes, Erculis (forse Ustica o un’isoletta Calabra). San Teodoro Studita (758-826 AD) nel suo Enkomion descrive Vulcano come un'isola infuocata che, distaccata miracolosamente da Lipari per mano di San Bartolomeo, sembra stia ancora fuggendo. Ma tra esse, ancora nell’Alto Medioevo, non viene citata altra terra.
L’isolotto verrà invece menzionato per la prima volta dai geografi arabi, agli albori del secondo millennio, col nome di Gabal' al Burkān (Monte di Vulcano), poi mutato nelle forme latine Insulam Vulcanelli, Bolcanin, ed infine nel XV secolo Vulcanello.
Fine prima parte
Per approfondimenti: Manni, M. and M. Rosi (2021). Origins of Vulcanello based on the re-examination of historical sources (Vulcano, Aeolian Islands). Annals of Geophisics, INGV, Vol. 64, n 5.
https://www.annalsofgeophysics.eu/index.php/annals/article/view/8670/7412