di Valerio Morabito

Il presidente di Federalberghi Sicilia, Nico Torrisi,spiega i motivi secondo i quali non si può parlare di boom turistico in Sicilia: da fattori esterni ai dati negativi sul principale aeroporto della regione, fino al cospicuo numero di strutture abusive extralberghiere che drogano le percentuali e creano danni al settore

dichiarazioni di NicoTorrisi sul boom turistico

«Abbiamo beneficiato di due fattori che non sono strutturali» – Nei mesi estivi il leitmotiv, ascoltato alle radio e letto sui giornali, è stato “boom del turismo in Sicilia”. Un incremento accolto come una svolta da alcuni, mentre la maggior parte degli addetti ai lavori sanno bene che il segno positivo rischia di trasformarsi in un fuoco di paglia. In un’illusione che potrebbe celare i veri problemi della regione anche in campo turistico. La pensa così la Federalberghi Sicilia, che tramite il presidente Nico Torrisi ribadisce la propria cautela rispetto a quello che viene definito “enorme incremento”. «Abbiamo beneficiato di due fattori che non sono strutturali, ha detto il presidente Torrisi: crisi economica della Grecia, che ha portato a un boom nelle isole minori, e la paura generata dal fenomeno Isis che ha portato meno persone in nord Africa e in Medio Oriente». In sostanza l’aumento del turismo estivo in Sicilia non è dovuto a motivi strutturali, ma a questioni esterne.

 

«Gli ottimi risultati di Taormina non hanno risolto le sue necessità. Rimane ancora una meta stagionale» – Il presidente di Federalberghi Sicilia, a proposito della sua cautela rispetto a questo balzo in avanti del turismo siculo, ricorda che «se da un lato c’è stato un vero e proprio boom all’aeroporto di Palermo, in quello di Catania, ovvero il più grande della regione che serve sette province su nove, stando ai numeri forniti dalla Enac, c’è stato un calo del 9 per cento nei mesi più importanti della stagione». Quindi è difficile parlare di un incremento, soprattutto «in un contesto in cui i turisti sono svantaggiati nello spostarsi da fatiscenti infrastrutture». «Questa, continua Nico Torrisi, non vuole essere una polemica nei confronti dell’assessore al Turismo, Cleo Li Calzi, che si sta impegnando. Ma sono fatti che dimostrano come per Federalberghi non si può parlare di boom. Il turismo è cresciuto, ma a macchia di leopardo». In un’analisi del genere non poteva mancare Taormina e il presidente di Federalberghi sostiene che «gli ottimi risultati della città non hanno risolto le sue necessità. Infatti resta in buona parte una destinazione stagionale. Saremo felici soltanto quando sarà piena durante tutto l’anno e non solo in un preciso periodo».

Solo a Catania 380 strutture abusive extralberghiere – Infine ciò che penalizza gli albergatori dell’isola, oltre ai problemi strutturali (infrastrutture in primis) della Sicilia, sono gli hotel abusivi e la grande evasione fiscale che si crea in un contesto del genere. I numeri forniti dal presidente Torrisi sono destinati a far riflettere: «Come Federalberghi, nella sola città di Catania, abbiamo identificato 380 strutture abusive extralberghiere. Non ci siamo neanche sforzati nel ricercarle. Si può soltanto immaginare cosa vuol dire tutto ciò in termini di sommerso ed evasione fiscale. Questa è un’ulteriore dimostrazione che quando si parla di numeri e si danno alcune cifre, si tratta di numeri drogati anche dalle attività sommerse. Tutto ciò, conclude il presidente Torrisi, non consente di lavorare in maniera tranquilla a chi fa il proprio lavoro e paga le tasse»

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