cdelbonoArrivare alle Eolie è più semplice e costa meno. Presentate alla BMT di Napoli le iniziative promosse da Federalberghi Isole Eolie in collaborazione con SNAV e Siremar Compagnia delle Isole per migliorare il livello di accessibilità delle Isole Eolie per la clientela in arrivo o in transito da Napoli. Rosario Piscitelli di SNAV, ha dichiarato: "Grazie alla convezione siglata con Federalberghi Eolie, chi deciderà di soggiornare presso le strutture a questa associate godrà di uno sconto del 20% sui biglietti SNAV Eolie-Napoli, prenotati entro il 30 giugno e del 10 % per quelli prenotati successivamente. Allo stesso tempo, ha confermato Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Eolie, i clienti SNAV godranno di sconti fino al 20% presso le strutture associate a Federalberghi Isole Eolie. Nei prossimi giorni il servizio sarà attivo anche sui canali web di SNAV e su loveolie.com. Due buone notizie anche sul versante Siremar Compagnia delle Isole. Il Presidente, Salvatore Lauro, ha infatti confermato che è già operativa la seconda corsa settimanale su Napoli. Lauro, nel denominare il progetto "isole più smart" ha quindi annunciato che presto sarà esteso anche a Siremar Compagnia delle isole il sistema informativo che consente – via web e per app - di tenere costantemente aggiornati gli utenti. Infine, ha aggiunto Lauro, "tutte le strutture associate a Federalberghi Eolie saranno messe nelle condizioni di prenotare direttamente online attraverso un canale dedicato i biglietti per i propri ospiti, con sconti, in via di definizione, per i periodi di bassa stagione e per i trasferimenti inter isole. Le iniziative avviate con SNAV e Compagnia delle Isole, ha concluso Del Bono, integrano con quella già attivata da qualche anno da Federalberghi Isole Eolie, le cui strutture, a quanti prenotano attraverso loveolie.com, offrono gratuitamente il trasferimento dall'aeroporto di Catania all'hotel per soggiorni di minimo quattro notti.

Christian Del Bono riconfermato, all'unanimità, alla presidenza di Federalberghi Isole Eolie. Riconferma per acclamazione anche per l'intero direttivo, composto da Angelo Paino, Anselmo Urso, Augusto D'Albora e Mirko Ficarra per l'isola di Lipari; Massimo Lo Schiavo e Clara Rametta (che sostituisce il figlio Luca Caruso) per l'isola di Salina; Edoardo Zitelli per l'isola di Vulcano, Vincenzo Anastasi per Filicudi, Nino DI Giovanni per Stromboli e Maria Pia Cappelli per Panarea. A questi si aggiungono le due new entry, per l'isola di Lipari: Fabiola Famularo e Adriano Longo.

"La riconferma del direttivo e i nuovi innesti devono darci nuovi stimoli per migliorare ulteriormente i servizi in favore degli associati ed incidere maggiormente sulle politiche di sviluppo turistico delle nostre isole" ha dichiarato il presidente Del Bono. "Siamo certi, ha aggiunto Del Bono, che il raggiungimento di questi obiettivi debba, comunque, passare attraverso un'organizzazione più strutturata della nostra associazione. Da qui, l'attivazione nelle prossime settimane del nuovo ufficio di Federalberghi Eolie con a capo un responsabile operativo il cui obiettivo primario sarà proprio quello di ottimizzare le opportunità in favore della categoria e della destinazione turistica Isole Eolie".

---Ironia della sorte, il convegno "Focus sui collegamenti sui collegamenti marittimi con le isole minori della Sicilia - impegni e obiettivi a breve e medio termine" salta a causa delle condizioni meteo avverse. All'atteso convegno, organizzato da Federalberghi Isole Minori della Sicilia col patrocinio del Comune di Lipari, avevano aderito oltre all'Assessore Regionale ai trasporti, Giovanni Pizzo, il Presidente della IV Commissione all'ARS Giampiero Trizzino, i Sindaci delle isole minori e tutti i rappresentanti delle compagnie di navigazione che in atto garantiscono i collegamenti con le isole siciliane.

Vista la delicatezza dell'argomento in questione e l'interesse manifestato in questi giorni dagli amministratori pubblici, dalle comunità locali e dagli operatori turistici, il convegno sarà riproposto nei prossimi giorni.

di Luigi Cignoni

"Focus sui collegamenti marittimi con le isole minori della Sicilia – impegni e obiettivi a breve e medio termine". Questo il titolo del convegno organizzato da Federalberghi Isole Minori della Sicilia che si terrà a Lipari, sabato 24 gennaio. Il convegno è organizzato col patrocinio del Comune di Lipari e la collaborazione dei comuni di Favignana, Lampedusa, Leni, Malfa, Pantelleria, Santa Marina Salina e Ustica. Sarà presente l'Assessore regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti Giovanni Pizzo e la presidenza della IV Commissione dell'Assemblea Regionale Siciliana, competente in materia di trasporti. Interverranno, inoltre, le società di navigazione che in atto operano sulle tratte che collegano le isole minori alla terraferma: Siremar Compagnia delle Isole, Usticalines e NGI. Tra gli invitati, figurano anche i principali attori del sistema dei collegamenti marittimi con le isole minori. Si tratta di un'occasione importante per mettere attorno ad un tavolo i principali stakeholders e decisori locali e ragionali. Ciò, anche alla luce dei bandi scaduti (ad Ustica, alle Pelagie e a Pantelleria) ed in scadenza (Egadi e Eolie) per i servizi integrativi regionali e mantenendo l'attenzione sulle vicende che occupano Siremar Compagnia delle Isole.
L'obiettivo è quello di arrivare alla condivisione di soluzioni che portino ad un'ottimizzazione nell'impiego delle risorse e a garantire maggiore affidabilità e qualità ai collegamenti con le piccole isole siciliane.

---La situazione è allarmante dichiara Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie e Isole Minori della Sicilia: "già dall'1 dicembre 2014 Ustica e le Isole Pelagie sono prive dei servizi integrativi a contributo regionale che le collegano con la terra ferma. I bandi che ne avrebbero dovuto prorogare i servizi, continua Del Bono, sono miseramente andati deserti; anche in considerazione dei ridotti importi a base d'asta messi a disposizione dalla Regione. Rischiano, inoltre, di fare la stessa fine i contratti relativi ai servizi integrativi con le altre isole della Sicilia. Infatti, oltre a quelli che regolano i collegamenti con le Eolie e le Egadi, in scadenza a fine anno, anche la tratta estiva di Pantelleria al momento risulta a rischio, considerato che questa avrebbe dovuto essere attivata nell'ambito della gara andata deserta per Ustica.

Sono anni che denunciamo tutta una serie di disfunzioni relative ai collegamenti marittimi, insiste Del Bono, e molte di queste sono dovute alla mancata rimodulazione degli itinerari orari. Si tratta, come già dichiarato più volte, di procedere ad un'ottimizzazione di orari e tratte sulla base delle somme messe a disposizione dallo stato e dalla regione. Negli ultimi anni abbiamo invece assistito ad un impiego non ottimale delle risorse e al loro progressivo depauperamento. Questo ha portato all'eliminazione di alcune tratte e al ridimensionamento di altre, soprattutto nei mesi estivi - quando è invece maggiore la domanda per servizi di collegamento al passo coi tempi - creando disagi e danneggiando l'economia delle piccole isole.

Va rimarcato ancora una volta, conclude Del Bono, che i fondi messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione per l'esecuzione dei servizi di collegamento con le piccole isole non dovrebbero mai rappresentare delle voci di costo sulle quali ipotizzare dei tagli. Un'eventuale decisione politica in tal senso, equivarrebbe infatti a manifestare l'intenzione di voler attivare un processo involutivo che finirebbe per decretare il progressivo spopolamento delle piccole isole.

---La politica in Sicilia continua a non dare soluzioni credibili. Se anche la metà del contenuto di questo articolo fosse vero, verrebbe da chiedersi: ma cosa ha fatto la stragrande maggioranza dei politici siciliani negli ultimi anni sia a livello regionale che nazionale? E prima..? Sicuramente il giornalista si sbaglia...

L'ARTICOLO DI "LIVESICILIA".

L'analisi
di Accursio Sabella

Siamo già oltre il commissariamento: Roma "detta" le condizioni e al governo Crocetta non resta che adeguarsi. E l'assessore ammette: "Senza l'intervento di Renzi, nessuna speranza per l'Isola".

PALERMO - Il presidente della Regione governa. Ma non comanda più. Chi pensava che il commissariamento della Sicilia fosse vicino, resterà deluso. Siamo già, infatti, in una fase più avanzata. Quella in cui Roma detta e indica. Suggerisce e impone. E al governo regionale, fiero della propria autonomia, ovviamente solo a parole, non resta che appiattirsi. Adeguarsi. Piegarsi. Fungere da "commissario di se stesso". L'assessore all'Economia Alessandro Baccei è stato chiarissimo, oggi, durante una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni. Arriva da solo. Rosario Crocetta non c'è. Non a caso, il governatore è a Roma. C'è da risolvere un'altra emergenza. Mettere un'altra pezza sulle falle di una Regione allo sfascio. C'è da evitare il caos rifiuti, che avrebbe un impatto simbolicamente persino peggiore del crack dei conti.

Per quelli, come detto, ci pensa Baccei. E già la scelta di convocare quell'incontro con i giornalisti, visti i contenuti del suo intervento, è assai indicativa. L'inviato speciale del goveno Renzi in Sicilia, infatti, ha chiamato a raccolta la stampa per dire che, oggi, stando così le cose, è impossibile chiudere un bilancio. È impossibile garantire alla Sicilia un futuro anche a brevissimo termine. Ha detto, in sostanza, che se non esistesse l'istituto dell'esercizio provvisorio, la Sicilia sarebbe fallita.

Ma esiste l'esercizio provvisorio. La possibilità di "campare alla giornata" per un periodo ristretto dell'anno. Ma anche su questo punto, Baccei è stato chiaro. Anzi, così chiaro da far, forse, scivolare il "peso" di quelle parole: "Abbiamo solo spostato i problemi quattro mesi più in là". Un effetto placebo, insomma, per i conti di una Regione che sono lo specchio di una malattia terminale. Ma ci sono quei quattro mesi. L'ultima speranza per la Sicilia. Una speranza che non è, però, nelle mani dei siciliani. Nelle mani di un governo che doveva essere quello della svolta, della pagina nuova. E che potrebbe rischiare di trasformarsi nell'esecutivo che dovrà ricopiare in carta carbone le indicazioni che provengono da altre parti. Dalla Capitale, appunto.

E del resto, sempre Baccei non ha usato molti giri di parole: "Senza l'aiuto del governo centrale, sarà molto difficile chiudere il bilancio". Sarà difficile, quindi, "coprire" i mesi che verranno dopo aprile. Ma l'aiuto del governo centrale passerà solo dalla presentazione di una serie di riforme "obbligate". Obbligate. Senza queste, infatti, Baccei racconta, "il governo Renzi mi ha fatto sapere che non si aprirà alcun tavolo". O si fa come dice Roma, o niente soldi. O si fa come dice Renzi, o la Sicilia non sta in piedi. Rosario Crocetta non governa più al pieno delle sue funzioni. Siamo già oltre il commissariamento. Perché è lo stesso Crocetta a fungere, oggi, da "commissario ad acta" della "sua" Regione. Dovrà limitarsi, se vuole restare al suo posto, a fare ciò che Roma – addolciamo la pillola – suggerisce.

Dai conti ai rifiuti, in effetti, il passo non è così lungo. E la storia da raccontare è la stessa. Nelle settimane scorse il presidente aveva chiesto il commissariamento per il caos discariche. Ma anche su questo punto, i sottosegretari Delrio e Faraone hanno bruscamente frenato: vogliono specificare nel dettaglio le attribuzioni e i poteri del nuovo commissario, non hanno alcuna intenzione di ufficializzare l'eventuale commissariamento prima della fine dell'anno e soprattutto non hanno ancora deciso se il commissario sarà il governatore stesso o, magari, l'assessore all'Energia Vania Contrafatto. Guarda caso, proprio l'assessore indicato dall'area Pd che fa capo a Faraone.

Decide Roma. Sui conti e sui rifiuti. Siamo oltre il commissariamento. Siamo alla subalternità che è stata sancita dalla scelta di non avanzare ricorso alla Consulta sul caso trivelle. Contro quell'articolo 38 dello "Sblocca Italia" nei confronti del quale, ricorda il presidente dell'Assemblea regionale Giovanni Ardizzone, è insorta persino la democratica (nel senso di Regione guidata dal Partito democratico) Basilicata. E dire che in quel caso c'è persino un ordine del giorno che impegna il governo a ricorrere contro la Corte costituzionale. Ma Crocetta, sul tema, adesso tace. Dopo aver raccontato che le trivellazioni faranno bene alla Sicilia. E che solo una Regione stolta rinuncerebbe a una risorsa come il petrolio. Una svolta culturale, per il governatore che cominciò la sua carriera politica, a Gela, tra i Verdi e gli ambientalisti.

Ma Crocetta tace. Tace anche sulla questione dei Fondi Pac. Si limita ad annunciare una lettera dai contenuti oscuri. E lascia passare il messaggio che la perdita di quei fondi è resonsabilità tutta sicula. Di quella irredimibile Regione incapace di spendere i propri soldi. Una ricostruzione, però, ricacciata indietro proprio dal "commissario" voluto da Roma: "Non è vero che la Sicilia era così in ritardo nell'impegno di quelle somme", ha spiegato Baccei. Il governo Renzi ha "politicamente" scelto di togliere quei soldi al Sud per dirottarli altrove. E la Sicilia è rimasta muta.

Nonostante in passato non è che avesse dimostrato ostilità nei confronti di Roma. Anzi. Pochi mesi fa ha persino rinunciato a contenziosi da oltre quattro miliardi in cambio di mezzo miliardo per chiudere il bilancio. E non solo. Ha obbedito a Roma che ha chiesto alla Regione di accendere un mutuo da due miliardi che condannerà i siciliani per i prossimi trent'anni a pagare le tasse più alte d'Italia. E invece, Roma fa la voce grossa. O si fa come dice Renzi, o niente soldi alla Sicilia. Per farla breve: tagli, tagli, tagli. Anzi, per dirla meglio, "riforme". Dettate parola per parola da Roma. Ricopiate in carta carbone dalla Sicilia. Come in quelle famiglie in cui il marito ammette, sconsolato: "Qui comando io. Mia moglie prende solo le decisioni".

LA REAZIONE.

di Luca Chiofalo

La regione Sicilia è praticamente fallita, se Roma non concede "aiutini", si ipotizza il commissariamento in aprile. Con casse semivuote ed economia al collasso, manteniamo il primato di regione con i più alti costi per personale e corpo politico, ciò nonostante, la revisione della spesa è l'ultimo pensiero della sciatta e irresponsabile classe politica siciliana, arroccata sulla difesa di privilegi e "clientele". Dunque, per uscire da questa palude e sperare di ripartire, bisogna paradossalmente sperare che ci lascino fallire...

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