Il parlamentare nazionale Francantonio Genovese e il cognato Franco Rinaldi, parlamentare regionale, entrambi ex Pd ora in Forza Italia, sono stati rinviati a giudizio per corruzione elettorale nell'ambito dell'operazione "Matassa" della Dda di Messina.
Rinviati a giudizio anche altri 42 indagati tra i quali il consigliere comunale Paolo David, anche lui ex Pd ora in Fi, l'imprenditore Paolo Siracusano e l'ex consigliere comunale del Pdl Giuseppe Capurro.
L'inchiesta riguarda le ultime elezioni amministrative, regionali e Politiche a Messina. Secondo l'accusa gli indagati avrebbero inquinato il voto attraverso regalie o la promessa di assunzioni.
La commissione Tributaria di Messina si è espressa sul ricorso presentato dal legale del deputato di Forza Italia Francantonio Genovese contro l' agenzia delle entrate che contestava al politico un evasione fiscale su alcune polizze vita stipulate da Genovese al Credit Suisse in Svizzera per 16 milioni e 377 mila euro. La commissione tributaria ha rideterminato in 12 milioni e 874 mila euro l'importo sul quale Genovese dovrà pagare le tasse al fisco italiano. Genovese ha annunciato ricorso. Secondo quanto contestato in precedenza dall'agenzia delle Entrate Genovese doveva al fisco 7 milioni di euro. Genovese, deputato Pd poi passato con Forza Italia, è coinvolto nell'inchiesta sui corsi di formazione in Sicilia che aveva portato anche al suo arresto.
Il Tribunale del riesame di Messina, accogliendo il ricorso della Procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere per il deputato Pd Francantonio Genovese. I giudici hanno annullato l'ordinanza del Gip che scarcerava il parlamentare indagato per associazione per delinquere truffa e frode fiscale sulla formazione in Sicilia disponendone gli arresti domiciliari. L'ordinanza non è esecutiva fino al momento in cui lo diventerà per termini o sentenza della Cassazione.
Genovese è agli arresti domiciliari dal 21 maggio 2014. Si era costituito nel carcere di Messina sei giorni prima, subito dopo che la Camera dei deputati aveva votato l'autorizzazione al suo arresto. Dopo l'interrogatorio di garanzia il Gip di Messina aveva ritenuto che «permane il concreto pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose», ma allo stesso tempo erano «attenuate le esigenze cautelari» tenuto conto anche dell'atteggiamento dell'indagato il quale, «pur avendo la concreta possibilità di sottrarsi all'esecuzione della misura, durante l'esame dinanzi alla Camera dei deputati, si è spontaneamente costituito». Una decisione che adesso il Tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso presentato dalla Procura di Messina, ha ribaltato: disponendo la misura della custodia cautelare in carcere in sostituzione degli arresti domiciliari. Il giudici «sospendono l'esecuzione» del provvedimento «sino al momento in cui diventerà definitivo». Il 7 agosto scorso la Camera dei deputati ha detto sì alla concessione delle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche a carico di Francantonio Genovese. L'Assemblea ha autorizzato soltanto le comunicazioni precedenti alla iscrizione nel registro degli indagati del parlamentare, avvenuta il 12 dicembre del 2011.
«Apprendo la notizia in questo momento dalla stampa: valuteremo con attenzione l'ordinanza e sicuramente presenteremo ricorso in Cassazione per far valere le ragioni del mio assistito». Lo dice l'avvocato Nino Favazzo legale del deputato del Pd, Francantonio Genovese, sulla decisione del Tribunale del Riesame di Messina. «Mi stupisce molto questa ordinanza - osserva Favazzo - che a una prima lettura mi sembra debole e inconsistente. Si sostiene, in sintesi, che Genovese controllasse la Formazione da casa, e
che l'unico posto dove non possa farlo è il carcere. Mi sembra che la decisione sia più legata ad altre decisioni prese dal Tribunale che hanno avuto un effetto 'trascinamentò sul mio assistito. Non ci sono dubbi - conclude l'avvocato - che dopo avere letto in maniera approfondita l'ordinanza presenteremo ricorso avverso in Cassazione».
Il gip di Messina si è riservato la decisione sull'utilizzo di alcune intercettazioni del deputato del Pd Francantonio Genovese che si trova agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sullo scandalo della formazione professionale.
Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita aveva chiesto di depositare le intercettazioni a carico di Genovese ritenendole elementi importanti per l'indagine. Di parere diverso i legali del deputato che si sono opposti all'utilizzo delle intercettazioni e hanno inoltre annunciato un esposto nei confronti del Governatore Crocetta che il 20 maggio scorso a Ragusa, parlando di Genovese, avrebbe fatto alcune allusioni sul patrimonio del deputato del Pd.
di Alessandra Serio
Le'x sindaco di Messina contro il governatore che ha parlato a Ragusa della "mangiugghia" della Formazione professionale siciliana
Lasciato il carcere messinese di Gazzi, il deputato del Pd Francantonio Genovese lavora al contrattacco, non solo giudiziario. Tanto che vuole querelare l'ex alleato Rosario Crocetta che nei giorni scorsi, denunciando in un comizio a Ragusa la "mangiugghia" della Formazione professionale siciliana, ha parlato dei conti correnti del parlamentare agli arresti domiciliari
---Il gip di Messina ha disposto gli arresti domiciliari per il deputato Pd Francantonio Genovese che si era costituito nei giorni scorsi nel carcere messinese di Gazzi dopo l'ok della Camera all'arresto.
Genovese è indagato per associazione per delinquere truffa e frode fiscale nell'ambito dell'inchiesta sulla formazione in Sicilia.
"Il giudice ha ritenuto che si sono attenuate le esigenze cautelari, ma in verità lo erano già prima dell'emissione dell'arresto". Lo ha detto l'avvocato Antonino Favazzo sulla decisione del gip di concedere i domiciliari al deputato del Pd Francantonio Genovese. "Hanno contribuito i nuovo documenti e soprattutto - spiega - il fatto che Genovese era da tempo fuori dal giro della formazione, quindi anche prima del suo arresto".
GENOVESE LASCIA IL CARCERE. Ha lasciato da pochi minuti il carcere di Messina, dove si era costituito il 15 maggio scorso dopo il voto alla Camera che ha autorizzato il suo arresto, il deputato del Pd Francantonio Genovese. Era accompagnato dalla moglie Chiara e dall'avvocato Antonino Favazzo. Il parlamentare, essendo sottoposto agli arresti domiciliare, non ha potuto parlare con i giornalisti e si è diretto verso casa.
PROCURA VALUTA IPOTESI RICORSO. La Procura di Messina «come è solita fare, non commenta le decisioni dei giudici». Lo ha detto il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita sulla decisione del gip di concedere gli arresti domiciliari al deputato nazionale del Pd Francantonio Genovese. Ardita si è limitato ad aggiungere che «come da prassi, valuteremo se presentare ricorso al tribunale del riesame».
---Il parlamentare Francantonio Genovese si è costituito al carcere di Gazzi alle 21,07. Il deputato era accompagnato dal suo legale Nino Favazzo ed ha fatto ingresso in carcere a bordo di una "Bmw" condotta dall'avvocato e scortato dagli agenti della Squadra Mobile che lo hanno accompagnato durante il tragitto. Formalmente Genovese si è costituito prima che gli venisse notificato l'ordine di custodia cautelare in carcere. Il deputato è giunto a Messina intorno alle 19,30 e si è subito diretto a Ganzirri, presso la sua residenza, dove ha salutato i figli prima di costituirsi al carcere di Gazzi. Genovese è accompagnato dal suo legale Nino Favazzo e – dicono alcuni amici – pare sia molto prostrato.
---L'Aula della Camera ha concesso l'autorizzazione all'arresto del deputato del Pd Francantonio Genovese. I voti a favore sono stati 371, 39 i contrari. Tredici deputati si sono astenuti nella votazione. Alcuni voti contrari si sono visti anche nelle file del Pd: si sono aggiunti ai no del gruppo di Forza Italia. Un silenzio glaciale ha accolto nell'Aula il sì all'arresto. Quando sono comparsi sul tabellone i risultati della votazione a scrutinio palese, nessuno ha commentato o proferito parola, nè applaudito. Un silenzio composto anche dai banchi del Movimento 5 stelle.
Stando a fonti del partito Democratico il deputato, imputato per associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa, che si trova a Messina, è pronto a costituirsi. Tra le prime reazioni quelle di Beppe Grillo che sul facebook scrive: «Vinciamonoi! Li mandiamo a casa a uno a uno! Ora il deputato del Pd può essere arrestato! Fuori Genovese dal Parlamento». Mentre Berlusconi dice che «i nostri deputati hanno votato contro l'arresto» di Francantonio Genovese, «noi siamo garantisti sempre e comunque».
La Giunta per le Autorizzazioni a procedere come annunciato alle ore 14, ha detto di "sì" all'arresto del parlamentare messinese del Pd, Francantonio Genovese. Dodici i voti favorevoli, 5 i contrari. Hanno votato favorevolmente all'arresto il Pd, il M5S e Sel, contrari Fi, Lega Nord, Scelta Civica e Ncd.
Questa mattina l'avvio dei lavori per la votazione dopo la fase istruttoria durata quasi due mesi. Il deputato messinese è stato anche audito dai suoi colleghi ed ha portato avanti la tesi del "fumus persecutionis".
La votazione della Giunta per le Autorizzazioni, presieduta dall'on. Ignazio La Russa, dovrà essere successivamente essere avallata dall'aula. Si dovrà, infatti, attendere l'esito del voto, a scrutinio segreto, alla Camera dei deputati. A quanto pare la votazione alla Camera dei deputati si dovrebbe tenere già la prossima settimana.
Il parlamentare messinese è accusato ai associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al peculato ed altri reati nell'ambito del secodo troncone dell'inchiesta sui "Corsi d'Oro", riguardante il pianeta dalla Formazione in Sicilia.
Oggi si è consumato il primo passaggio alla Giunta per le Autorizzazioni a procedere sulla richiesta di arresto della Procura di Messina, ma in aula il verdetto della Giunta può anche essere ribaltato perchè si andrà a votazione segreta.
---C'è un passaggio della memoria difensiva dell'on. Francantonio Genovese che potrebbe avere dei riflessi importanti e riguarda la posizione del giudice che ha firmato la richiesta del suo arresto. Infatti, il deputato coinvolto nell'inchiesta sulla Formazione, si riferisce, in maniera inequivocabile, ai rapporti di parentela esistenti fra il Gip, Giovanni De Marco e Piero David, già a capo della segreteria tecnica dell'assessore regionale alla Formazione, Mario Centorrino. David è fratello della moglie del giudice e si evince dalla memoria che la stessa sarebbe stata assunta all'Ato 3 (dove ancora oggi lavora), per chiamata diretta, e poi stabilizzata da Salvatore Lamacchia (arrestato anche lui nell'inchiesta Corsi d'Oro2", ai tempi in cui Genovese era sindaco di Messina.
Le assunzioni all'Ato 3, come si ricorderà, furono oggetto di indagine da parte della magistratura di Messina, ma tutto venne archiviato. Il passaggio della memoria diventa fondamentale, anche alla luce dell'imbarazzo manifestato dallo stesso Gip, Giovanni De Marco, il quale due settimane prima di firmare i nuovi arresti, aveva spontaneamente avanzato formale richiesta di astensione dal procedimento a carico del parlamentare messinese. Richiesta non accolta dal presidente del Tribunale di Messina.
Alla luce di quanto sta emergendo, non è escluso che venga richiesto l'invio degli ispettori da parte del ministro di Grazia e Giustizia al Tribunale di Messina.
Giova inoltre ricordare che Piero David è stato a capo della segreteria tecnica dell'assessorato alla Formazione, Mario Centorrino, ma non è stato oggetto di indagine da parte della Procura di Messina, né tanto meno ha mai denunziato ciò che sarebbe emerso dall'inchiesta sul mondo della Formazione in Sicilia.
Piero David, dopo l'esperienza palermitana, da iscritto al Pd, è diventato il punto di riferimento dell'area Civati e allo stesso tempo uno degli oppositori della corrente "genovesiana".
Ecco, comunque, il passaggio chiave della memoria difensiva del parlamentare messinsese, depositata alla segreteria della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati.
«(...) non posso fare a meno di interrogarmi sui sentimenti di effettivo "disinteresse" nutriti dal Giudice della misura nei confronti miei personali e dei fatti che andava a valutare. Nei mesi scorsi, la stampa locale ha pubblicato notizie che avrebbero richiesto, forse, ben altra attenzione. Mi riferisco a due articoli di stampa, pubblicati sul settimanale "Centonove", rispettivamente, in data 01 (All. 27) e 15.11.2013 (All. 28), nei quali si segnala il rapporto di parentela del Gip con tale Piero David, all'epoca dei fatti capo della segreteria tecnica dell'Assessore Regionale alla Formazione, Mario Centorrino. Costui, quindi, avrebbe fatto parte di quello staff amministrativo che, secondo la valutazione giudiziale, tanti guasti avrebbe prodotto in materia di formazione professionale in Sicilia, restando, pur tuttavia, assolutamente escluso da ogni sospetto di connivenza e/o copertura istituzionale. Il secondo dei richiamati articoli di stampa rimanda a presunte irregolarità nelle assunzioni, per chiamata diretta, all'ATO di Messina, oggetto di specifica indagine, questa volta della moglie dello stesso Giudice. Mi chiedo, oggi, se abbia davvero potuto mantenere l'indispensabile ruolo di terzietà un Giudice costretto a confrontarsi con i propri rapporti familiari e/o parentali, nei diversi momenti della odierna indagine. Ha pesato sulla decisione giudiziale nei confronti di Lamacchia Salvatore, persona ritenuta politicamente a me vicina ed inserita nell'entourage dell'Assessore Centorrino, la circostanza che ad assumerne la moglie all'ATO sia stato proprio tale indagato? E se sì, in che termini? Resta comunque il dubbio di una mancanza di terzietà piena e, quindi, di un possibile condizionamento, ancorché non voluto».