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di Susanna Messaggio*

La Giornata Internazionale della Donna 2025 si ispira al tema #AccelerateAction proposto dalle Nazioni Unite, pensato per celebrare l'innovazione e l'empowerment femminile. Il tema della campagna è "Accelerare l'azione per l'uguaglianza di genere.”Al ritmo attuale di progresso, secondo i dati del World Economic Forum, si stima che ci vorrà fino al 2158 (circa cinque generazioni da oggi) per raggiungere la piena parità di genere. L’obiettivo di raggiungere l'uguaglianza di genere richiede un maggiore slancio e urgenza nell'affrontare le barriere sistemiche e i pregiudizi che le donne devono affrontare, sia nella sfera personale che professionale. Questo vale anche per il diritto alla salute. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Laura Mazzotta, Direttore Sanitario del Poliambulatorio Aesthe Medica di Ferrara

SM Lei lavora nell’ambito della medicina e chirurgia estetica e del benessere. Cosa rappresenta questa data?

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LM L’8 marzo rappresenta molto più di una semplice ricorrenza annuale: è un inno alla forza, al coraggio e alla determinazione delle donne di tutto il mondo. Questa data nasce da un passato segnato dalla lotta per i diritti civili e sociali, quando donne di ogni ceto sociale hanno marciato, protestato e chiesto l’uguaglianza di genere, rivendicando il diritto a condizioni di vita dignitose, al lavoro equo e alla partecipazione attiva nella società. È una giornata che ci ricorda le conquiste ottenute grazie a decenni di impegno e che, allo stesso tempo, evidenzia le disparità purtroppo ancora esistenti. Ogni anno, l’8 marzo diventa un momento di riflessione collettiva, in cui si sottolinea l’importanza di abbattere le barriere culturali, economiche e politiche che limitano il potenziale delle donne. È l’occasione per esprimere solidarietà e per riaffermare il diritto universale all’uguaglianza, all’educazione e alla libertà di scelta. L’8 marzo non è soltanto una data sul calendario, ma un simbolo di lotta, resilienza e speranza, un’occasione per celebrare le conquiste sociali, economiche e culturali delle donne, ma anche per riflettere sulle sfide ancora aperte. Come affermato dalla Conferenza mondiale delle donne di Pechino nel 1995, il godimento del diritto alla salute è vitale per la vita delle donne, il loro benessere e la loro abilità di partecipare in tutti i campi del pubblico e del privato. Tuttavia, salute e benessere escludono ancora, in determinati contesti, le donne.

SM Donne e diritto alla salute: quello alle cure è un diritto per donne? Quanto siamo lontani dall’obiettivo?

LM In ambito sanitario questa giornata ci invita a considerare come il benessere fisico e psicologico delle donne debba essere tutelato con particolare attenzione, dato che storicamente sono state trascurate in ambito sia di ricerca che di prevenzione. L’8 marzo, quindi, diventa anche un richiamo ad investire in servizi sanitari specializzati, in grado di rispondere alle esigenze specifiche del femminile, dalla salute riproduttiva, a quella mentale. Celebrare questa giornata significa riconoscere che ogni donna ha il diritto di vivere in un mondo in cui il genere non sia un ostacolo, ma un valore da sviluppare. È un invito a combattere contro ogni forma di discriminazione e a promuovere una società in cui il contributo femminile sia riconosciuto e apprezzato, per costruire un futuro più equo e inclusivo. Il diritto alla salute è un principio fondamentale sancito da numerosi trattati internazionali, tuttavia, nella pratica, le disuguaglianze di genere emergono con forza, soprattutto in certe realtà culturali, nei servizi sanitari e nelle politiche di prevenzione. Sebbene in teoria uomini e donne dovrebbero godere degli stessi standard di assistenza medica, la realtà è ben diversa: le donne spesso incontrano barriere culturali, economiche e istituzionali che ne limitano l’accesso a cure specifiche e personalizzate.

Inoltre, in molte società, il ruolo tradizionale attribuito alle donne – che spesso include il dover conciliare lavoro, famiglia e responsabilità sociali o quando arriva a limitarne l’accesso ad ambiti di esclusiva pertinenza maschile – può portare a trascurare la propria salute, sacrificando controlli preventivi e visite specialistiche. Un ulteriore aspetto riguarda la salute riproduttiva, dove il diritto a decidere se e quando avere figli è ancora oggi messo in discussione in molti contesti socio-culturali, limitando la libertà di scelta e l’accesso a servizi sanitari adeguati. Nonostante i progressi legislativi e le campagne di sensibilizzazione, rimangono incombenti disparità che dimostrano come l’obiettivo di una completa equità sanitaria sia ancora lontano. È necessario un impegno continuo non solo da parte delle istituzioni, ma anche della società, affinché si possano colmare questi divari e garantire alle donne un’assistenza sanitaria realmente paritaria e centrata sulle loro esigenze specifiche.

 SM Parliamo di parità di genere e salute: il diritto di decidere e accedere a servizi adeguati è davvero egualitario?

LM La parità di genere in ambito sanitario non riguarda soltanto la possibilità di accedere alle stesse cure, ma anche il diritto fondamentale delle donne di decidere liberamente sulla propria salute, inclusa la scelta se e quando avere figli. Tale diritto si configura come una conquista imprescindibile, che rappresenta la libertà di gestire la propria vita, il proprio corpo e il proprio futuro. Tuttavia, nonostante gli avanzamenti normativi e le campagne di sensibilizzazione, permangono numerose disuguaglianze. Le donne, infatti, spesso si trovano a dover fare i conti con strutture sanitarie che non sempre sono adeguate a rispondere alle loro esigenze specifiche, sia in termini di assistenza riproduttiva sia per la salute sessuale, fisica e psicologica. La possibilità di accedere a servizi sanitari di qualità è fondamentale per contrastare ogni forma di discriminazione e preclusione. In questo contesto, il diritto alla salute assume una valenza politica e sociale che va ben oltre il semplice atto medico: si tratta di garantire che ogni donna possa avere l’autonomia decisionale, senza imposizioni culturali o ostacoli economici, e possa così scegliere consapevolmente il proprio percorso di vita. È cruciale promuovere politiche che facilitino l’accesso a informazioni corrette, a servizi preventivi e a trattamenti personalizzati, mettendo al centro il benessere globale della donna. L’obiettivo è quello di creare un ambiente in cui il genere non sia un limite, ma un elemento di ricchezza e diversità, in cui la salute diventi un diritto inalienabile e condiviso. Solo attraverso l’impegno costante e il superamento delle barriere esistenti ci si potrà avvicinare ad una società in cui la parità di genere e di salute sia una realtà concreta e non solo un ideale.

SM Nei libri da lei scritti, pone molto l’accento sull’accettazione di sé, al lavoro sul benessere inteso in senso globale ed un elogio dell’imperfezione. Che significato assume questo nella giornata dell’8 Marzo?

LM In una società che spesso impone modelli estetici irrealistici e standard di bellezza inaccessibili, l’appello all’accettazione di sé e all’elogio dell’imperfezione diventa un messaggio liberatorio e profondamente rivoluzionario. L’8 marzo, Giornata della Donna, assume un significato particolare in questo contesto: è l’occasione per ricordare a tutte noi l’importanza di valorizzare la nostra unicità, di accogliere le nostre diversità e di celebrare la bellezza che risiede nelle imperfezioni. Lavorare sul proprio benessere, inteso come armonia tra mente, corpo e spirito, significa innanzitutto imparare a conoscere e ad accettare se stesse, abbandonando il costante confronto con standard imposti e irrealistici. Accettarsi per come si è non vuol dire rinunciare a prendersi cura di sé, ma piuttosto riconoscere il proprio valore intrinseco e lavorare per migliorare il proprio benessere psico-fisico, senza cadere nella trappola della ricerca perfezione. Questo percorso di auto-accettazione è fondamentale anche per una sana prevenzione in ambito medico: quando una donna si sente bene con se stessa, è più propensa a prendersi cura della propria salute, a sottoporsi a controlli regolari e a fare scelte consapevoli riguardo al proprio stile di vita.

Un approccio che celebra l’imperfezione, infine, si oppone alla pressione sociale che impone modelli estetici uniformi e irrealistici, aprendo la strada a una visione della bellezza autentica, che riconosce il valore delle esperienze, delle cicatrici e dei tratti unici che ciascuna di noi porta con sé. In questa giornata simbolica, l’appello all’accettazione di sé diventa quindi un invito a riscoprire il piacere di essere autentici, a celebrare ogni fase della vita e a coltivare un benessere che abbraccia ogni aspetto dell’essere donna. Sono convinta che celebrare la propria unicità sia il primo passo verso una vera felicità ed amarsi così come si è rappresenti una delle sfide più grandi e significative nella vita di una persona. In un mondo che spesso sottolinea i difetti ed impone standard di perfezione irraggiungibili, accettare e abbracciare la propria unicità è un atto rivoluzionario, che non riguarda solo l’aspetto fisico, ma coinvolge anche i nostri valori, emozioni e scelte di vita. Amarsi così come si è significa accettare ogni parte di sé, dai punti di forza alle fragilità, senza giudizio.

Mentre l’accettazione ci aiuta a fare pace con chi siamo, il cambiamento ci offre l’opportunità di crescere e migliorare. In questa prospettiva, il desiderio di trasformazione, parlando da medico che si occupa di Medicina e Chirurgia Estetica da decenni e che quindi quotidianamente affronta queste tematiche, non deve essere visto come una negazione di sé, ma come un segno di evoluzione e adattamento. Cambiare significa prendere in mano la propria vita, fare scelte consapevoli e perseguire i propri obiettivi. Quando è motivato da desideri autentici e realistici, il cambiamento, anche quello del proprio aspetto esteriore, può essere un potente strumento di crescita personale. Non si tratta di “aggiustare” ciò che non va, ma di armonizzare ciò che sentiamo dentro con ciò che vediamo fuori. Il cambiamento estetico può aiutarci a sentirci più sicuri, a migliorare il nostro rapporto con il mondo e, in alcuni casi, a risolvere conflitti interiori.

Mi preme molto sottolineare questo concetto: cambiare per se stessi significa ascoltare le proprie necessità e desideri, senza lasciare che le pressioni esterne, da qualsiasi parte provengano, divengano preponderanti nell’effettuare la propria scelta e facendo valere l’istanza primaria dello stare bene, cercando e trovando, nel cambiamento del proprio corpo, il rispecchiarsi di un’immagine migliore di sé, più adeguata ai propri bisogni e alle proprie aspettative. Non mi stancherò mai di ripetere che, se è vero che un cambiamento esteriore può portare dei benefici alla nostra interiorità, in termini di autostima e qualità della vita, è altrettanto indubitabile che la medicina e la chirurgia estetica non sono la risposta a insoddisfazioni e paure che nascono da problematiche psicologiche ben più profonde, o garanzia di eterna felicità. È essenziale vedere il cambiamento come uno strumento, non come una soluzione.

Consapevolezza e introspezione sono sicuramente tappe fondamentali del percorso per giungere in modo adeguato a prendere una decisione in merito a un qualsiasi intervento estetico ed è importante che le persone non le affrontino da sole, ma si rivolgano al supporto di chi gli sta vicino e, soprattutto, alla professionalità di medici e psicologi, in grado di aiutare a impostare nel modo corretto quel dialogo con noi stessi che è uno degli strumenti più potenti per comprendere chi siamo, cosa desideriamo e come possiamo raggiungere i nostri obiettivi. In un mondo che spesso ci bombarda di opinioni, aspettative e pressioni, trovare il tempo e lo spazio per riflettere sulle nostre motivazioni e sui nostri bisogni diventa essenziale per vivere una vita autentica e soddisfacente.

SM In conclusione?

LM L’8 marzo ci ricorda che la lotta per l’uguaglianza e il riconoscimento dei diritti delle donne è tuttora in corso, e che la salute – in ogni sua declinazione – è un diritto fondamentale che va preservato e promosso. Attraverso il rafforzamento dell’accesso a servizi sanitari adeguati, il riconoscimento del diritto di scelta e l’accettazione di sé, possiamo costruire una società in cui ogni donna possa esprimersi liberamente e vivere in pieno benessere. Solo attraverso la prevenzione, l’educazione e il continuo impegno sociale potremo colmare le disparità esistenti, celebrando ogni conquista e affrontando le sfide future con determinazione e speranza.

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* Attrice-educatrice-psicopedagogista-ufficio stampa

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