di Barbara Vergnano
Ieri ho incontrato a Milano in una nota pasticceria, molto accogliente e profumata, lo scrittore eoliano Michele Merenda per parlare dei suoi libri, quello già pubblicato e quelli in uscita. E come sempre quando ci si incontra “ fuori sede” abbiamo parlato di Salina, della stagione turistica conclusa e dei progetti futuri. Abbiamo concordato che da fuori i pensieri e le riflessioni sono più lucidi, meno condizionati dal quotidiano e dall’atmosfera isolana, orientati più al generale che al particolare. C’è bisogno oggi di molta modestia nell’analizzare la situazione in cui si trova l’isola, perché nessuno ha le soluzioni in tasca, tantomeno chi dichiara a ogni piè sospinto, spesso con toni alti e scandalizzati, di sapere cosa non funziona. Dopo gli anni difficili, la povertà, l’emigrazione dolorosa per cercare sostentamento, che tanti strascichi ha lasciato, la nascita del turismo, grande risorsa per l’economia dell’isola, e la ripresa dell’agricoltura, oggi il problema si è “spostato” in avanti, per così dire. Dunque oggi la riflessione deve concentrarsi su quale sia l’equilibrio da ottenere tra business turistico e identità del luogo, privilegiando gli abitanti e l’esigenze della comunità. E ben vengano le manifestazioni religiose, e non solo quelle, che continuano la tradizione, le belle feste popolari e il cibo, così originale e tipico. Ma esse da sole non bastano per garantire che il futuro di quest’isola non diventi estraniante. Innanzitutto teniamo conto delle diverse caratteristiche dei tre comuni salinari, che storicamente li hanno distinti.
Leni è il meno “eoliano” - perfino il dialetto è lievemente diverso, mi ha fatto notare Michele - ed ha una vocazione autonoma, che lo rende in qualche modo lontano più di quanto non sia geograficamente. Passata l’euforia per un porto, che non si farà, e che comunque non sarebbe stato salvifico, Leni deve decidere cosa farà da grande. Attualmente è un luogo magico, con un’atmosfera un po’ medievale, intatto, con la spiaggia di pescatori di Rinella nata a nuova vita con il recente ripascimento, che, seppur con qualche dubbio da parte di qualcuno sulla tipologia di materiale posato, è oggi pienamente restituita agli amanti del mare. Qualche piccola iniziata privata l’ha resa più accogliente. Ma mancano, come nel resto dell’isola, competenze professionali, formazione e attrattive per i giovani che vogliano restare. Sempre a Rinella c’è un albergo architettonicamente magnifico, con una storia bella e solida, che però non esercita il ruolo di traino che potrebbe avere. E rimane l’incognita dell’ex campeggio. Sarà, alla sua tardiva riapertura, un luogo accessibile a giovani e famiglie, economicamente sostenibile per una vacanza sull’isola? Ai posteri l’ardua sentenza. A noi la speranza che lo sia.
E poi Malfa con il nuovo porto/rifugio per le barche dei locali e dei turisti. Tutto da attrezzare, cosa che sicuramente sarà organizzato al meglio e con qualche criticità, che altrettanto sicuramente sarà risolta, citiamo una per tutte: l’accesso dal paese. Malfa è il comune che più si è trasformato in questi anni. Oggi il centro storico è piacevolissimo, il verde locale la fa giustamente da padrone, ci sono botteghe e locali con dehors, alberghi e ristoranti di alto livello, una biblioteca totalmente rinnovata e un Museo dell’emigrazione eoliana di tutto rispetto, totalmente coinvolto nell’operazione di “ Turismo delle radici” patrocinata dal Ministero degli affari esteri e quello del turismo, altresì impegnato a realizzare una infrastruttura tecnologica che consentirà, tra l’altro, di ricostruire la genealogia di tutti gli Eoliani sparsi nel mondo aiutando coloro che volessero esaudire il sogno di conoscere i propri antenati.
Non solo: a Malfa è prossimo l’avvio della realizzazione del Museo del Viaggio alle Isole Eolie, una importante infrastruttura sulla quale c’è stata la felice convergenza di tutti i sindaci eoliani in occasione della mostra realizzata nel 2023 su Jean Houel, il primo “reporter” che ci ha lasciato un vero documento per immagini delle nostre Isole negli anni settanta del ‘700. Una iniziativa, quella del nuovo Museo, che potenzierà l’offerta turistica in favore di tutte le isole Eolie, perché attraverso di esso, cioè attraverso la esposizione dei libri di viaggio dal ‘500 al ‘900, delle stampe dell’epoca e delle carte geografiche coeve, si ricostruirà e si racconterà ai visitatori la storia delle Eolie moderne, cioè quelle rinate dopo la distruzione di Lipari del 1544 da parte di Ariadeno Barbarossa. Ma proprio per questi motivi, tutti positivi, Malfa è la più fragile, proprio perché quando sei “davanti” devi risolvere problemi ancora non affrontati da altri. Ed è dunque quella che più deve curare che nel prossimo futuro sia stabilmente garantito il miglior equilibrio tra identità del luogo e turismo. E ce la farà, qui auspichiamo, perché ha sempre avuto coraggio e intrapreso strade nuove sia nell’agricoltura (vino, capperi e oggi anche agricoltura biologica) sia nell’organizzazione della vita sociale. Una per tutte, a Malfa c’è l’unica banca dell’isola e l’unico barbiere!
E infine Santa Marina, che da molti anni per me è casa. Santa Marina è un luogo fortunato: adagiata sul mare con una magnifica montagna alle spalle gode di una posizione di privilegio. Il porto, innanzitutto, che la rende “primo approdo“ per chi arriva. Spiagge, di sassi è vero, ma ci si può attrezzare facilmente o scegliere un lido; ristoranti, alcuni di un livello alto, botteghe, e il salotto di Lingua, conosciuto anche da chi sull’isola non è mai venuto, con l’offerta di "pani cunzatu" e granite, e anche di buona cucina tradizionale. E non dimentichiamo i musei, archeologico, etnografico, del mare e del sale e quello del vino da valorizzare ulteriormente. Alcuni hanno bisogno di restauro o di implementazione, ma questo si farà soprattutto se saranno accessibili i bandi per i piccoli musei. E se no, si farà lo stesso, perché stanno a cuore all’Ammistrazione e al Sindaco. Ma anche Santa Marina non è immune dalle problematiche attuali; mancano competenze, formazione: temi complessi che vanno affrontanti in modo globale in accordo con gli altri comuni. E non è facile. Ma il fatto che vi sia consapevolezza di queste problematiche è già un grande passo in avanti: riconoscere i problemi è già affrontarli.
Rimane il problema più difficile da risolvere e il più urgente che nel 2024 ha creato difficoltà al turismo: sono troppo costosi sia i viaggi che la permanenza sull’isola.Questo è un tema che bisogna affrontare con coraggio e onestà intellettuale, un approccio che ci permettiamo di suggerire su un tema che deve essere affrontato da tutti gli operatori turistici, tutti insieme, non separatamente con logiche individuali; perché tali logiche solo all’apparenza possono portare benefici concorrenziali alla propria impresa, mentre solo una strategia unitaria, che consiste nel proporre la “destinazione Salina” cosi come, a livello macro, la “destinazione Eolie” in realtà può dare frutti maturi e persistenti nel tempo, dunque fondamento di un possibile allungamento della stagione turistica, sempre tanto invocato, ma mai pienamente realizzato. Pena il riproporsi del problema la prossima stagione in modo più grave. Allora il danno sarebbe per tutti.

