Il colosso italiano dell'accoglienza Medihospes fino all'anno scorso deteneva il 63% dei centri accoglienza solo su Roma
di Bianca Leonardi
Se il caso Soumahoro è stata una doccia fredda per i tanti affezionati, la politica ha preferito rimanere pressoché silenziosa riguardo anche gli intrecci - documentati e presunti - tra i due mondi: immigrazione e potere.
Il caso più eclatante è quello del colosso italiano dell'accoglienza Medihospes che fino all'anno scorso deteneva il 63% dei centri accoglienza solo su Roma: una condizione di quasi monopolio che si conferma anche quest'anno. La coop è strettamente collegata al Gruppo La Cascina, al centro dell'inchiesta Mafia Capitale.
Il presidente di Medihospes è infatti Camillo Aceto, ex amministratore delegato de La Cascina, indagata per infiltrazione mafiosa. Le due tutt'oggi risultano essere partner. Nonostante questo, i reclami, le denunce e le indagini da nord a sud che portano alla luce le stesse accuse tra cui sovraffollamento, condizioni disumane, gestione oscura dei finanziamenti, la Medihospes gode di una fiducia smisurata dei comuni italiani, soprattutto quello romano.
«Significa che l'amministrazione rischia di essere catturata dal proprio fornitore e di subirne la capacità di condizionamento», si legge nel dossier di ActionAid. Tra il 2021 e il 2022 la giunte 5 stelle e dem hanno infatti indetto bandi, e soprattutto affidamenti diretti, a favore della coop che ha ottenuto, così, contributi milionari.
Se nel 2020 erano arrivati 20mila euro alla Medihospes per la ricerca di personale addetto covid per un solo mese, le cifre nei due anni successivi sono di tutt'altro tenore. Il 30 marzo 2021 nelle tasche di Camillo Aceto arriva 1,5 milioni per soli sei mesi di accoglienza, anche questo con affidamento diretto e fuori dal progetto Sprar e cioè dal circuito prefetture-enti. Nello stesso periodo altri 435mila euro per la gestione degli eventi climatici.
Ma c'è di più: il bando del 6 ottobre 2021, per la realizzazione di progetti in favore dei centri di accoglienza, mette sul tavolo più di 23 milioni di euro. Con 13 aggiudicatari e 36 progetti, addirittura 15 vengono affidati alla coop. Stesso discorso per l'affidamento dei C.A.R.I, questa volta nel progetto Sprar, per il triennio 2021-2024 la Medihospes si è presa la fetta più grande della torta, incassando quasi 2,6 milioni contro il poco più di un milione spettato agli altri vincitori. Ad aggiungersi a questo fiume di denaro, pochi mesi fa, un altro affidamento diretto con cui Roma ha stanziato 110mila euro per la gestione di soli 10 posti.ilgiornale.it)
9 Dicembre 2022