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di Massimo Ristuccia

AVVENTURA A LIPARI (1961) di VICTOR A . DE S A N C T IS
“episodio simpatico”
Insieme a Francesco Alliata, Bruno Vailati e Folco Quilici, è uno dei padri fondatori della cinematografia subacquea italiana, infatti non solo si deve a lui il primo filmato subacqueo italiano nel 1935, ma anche una prolifica produzione durata circa 50 anni.
Il documentario fu girato a Lipari, nel 1961, uno dei primi con ampie riprese sottomarine e nel cosiddetto “Villaggio francese”, IL DOCUMENTARIO fu premiato al Festival Internazionale del Film Sottomarino di Los Angeles nel 1962.
E' la storia definita della "immonda aragosta".

C'era una volta, cioè, mi correggo, c'era nella sceneggiatura, la scena di quattro sub intenti a degustarsi, al tavolo di un ristorante, una magnifica aragosta, sapientemente cucinata dal "maitre" dell'hotel. Tra i quattro, naturalmente era Pierrick, il protagonista. Dietro la macchina da presa c'erano i tecnici: l'operatore, il regista, il fonico e gli assistenti. La famosa "scena dell'aragosta" era particolarmente attesa, al club: parecchia gente si era spontaneamente offerta per aiutare in qualche modo le riprese, il solo nome del favoloso crostaceo faceva venire l'acquolina in bocca alla muta famelica dei G.M., abituata ai piatti meno nobili sfornati dai cuochi della mensa sociale.

Bisogna premettere che la scena doveva essere girata, per esigenze di copione, alla cosidetta "ora mistica" quella, cioè, nella quale, come direbbe Dante, " il giorno muore e non è notte ancora". Non c'è molto tempo a disposizione, perché la luce cala rapidamente; ma le inquadrature non erano molte. Qualche giorno prima il proprietario di un ristorante "a mare", ci aveva invitato ripetutamente a girare la sequenza sulla terrazza del suo stabilimento. « Ho appunto provvisto una aragosta speciale » ci disse per allettarci, « e naturalmente, dopo la ripresa sarete miei ospiti ». La faccenda, risaputa tosto da attori e da tecnici, aveva messo tutti in ebollizione.

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Codesta aragosta sembrava rimuovesse in ciascuno, oscuri appetiti. Quando, al momento di girare, dovetti comunicare con rammarico che era giocoforza realizzare quelle scene il giorno seguente, per essere ormai la luce troppo bassa, il proprietario ci rassicurò che avrebbe messa l'aragosta in frigo e ce l'avrebbe conservata per il giorno appresso. La delusione della troupe, che ormai aveva come si suol dire, l'acquolina in bocca, fu grande, e non servì a calmare gli animi, il brodino portato in tavola dal premuroso proprietario.
« Ma domani sera... » pensava la gente. Per colmo di sfortuna, anche la sera dopo, le cose non, andarono lisce. Al momento di battere il fatidico « Ciak, si gira », ecco le lampade che fanno cilecca. Forse era stato un improvviso abbassamento di tensione, una caduta di fase, chissà, è un fatto che l'elettricista locale dopo aver trafficato per una buona mezzora, dichiarò che la cosa non si poteva aggiustare fino al giorno seguente. Altra delusione per attori e per tecnici. Altro brodo in vista, mentre l'aragosta, dietrofront, riprende la via del frigo.
Al terzo giorno, infine, sia il sole sia le lampade marciarono, i ciak vennero battuti via via allegramente, il dialogo filò liscio, si arrivò infine, tra la generale aspettazione, al momento in cui la famosa arogosta sarebbe entrata in azione, non più come oggetto di scena, ma come ingrediente essenziale di un vero pranzo! Perchè più volte, durante le prove e le riprese, mi ero raccomandato agli attori di andarci piano con la forchetta, che tutto era finzione, che quando si girano i film di mangiare si fa solo vista, eccetera eccetera. Avevo una paura terribile che costoro interpretassero con troppa diligenza la parte e in un amen spolverassero il prezioso dono del proprietario dell'hotel, non restando poi nulla per i l pranzo vero e proprio che avrebbe di lì a poco concludere le riprese. Bastava infatti che distogliessi un momento gli occhi dal tavolo perchè i finti commensali cominciassero a spelluzzicare il crostaceo.
Comunque, a forza di raccomandazioni le cose erano andate abbastanza benino. Stavamo appunto girando l'ultima inquadratura quando una certa agitazione si produsse all'ingresso del ristorante. Il Ciak 5/4 era in marcia, quando vidi il proprietario dell'hotel correre verso un gruppo di signori che in quell'istante stavano entrando nel locale, e sprofondarsi in inchini da maggiordomo, il che faceva dedurre l'alto lignaggio dei nuovi arrivati. La tenuta di questi ultimi non lasciava dubbi; erano degli yatchmen, dei potenti, certo uomini ricchissimi, intenzionati a fare un buon pranzetto nell'unico locale "a mare" dell'isola. Il personale di servizio era sparito come per incanto dal nostro tavolo: chi preparava tovaglie di bucato, chi correva in cucina, chi ossequiava i nuovi arrivati.
Sentii quasi subito uno di costoro che diceva al proprietario: « E allora ci serva una bella aragosta ». «Con maionese e... ben fresca mi raccomando », aggiunse una signora tutta ingioiellata, mentre sedeva al tavolo sul quale il servidorame provvedeva a sistemare mazzi di fiori e bottiglie di vini pregiati. Fu in quel preciso momento che vidi il cuoco vacillare, poi consultarsi rapidamente col proprietario, quindi dirigersi verso il nostro tavolo. Con mossa fulminea il piatto della nostra aragosta venne afferrato dal cuoco e mostrato alla comitiva dei ricchi yachtmen. « Benissimo! » commentò il capo di questi, fregandosi le mani. L'aragosta, per l'ennesima volta, prese la via della cucina. Nel tragitto, passò proprio sotto il naso a Pierrick il quale, seppur tardivamente, si era accorto che qualcosa di poco chiaro stava succedendo. Vidi Pierrick allungare le braccia, come in un impeto improvviso, per strappare dalle mani del cameriere il prezioso vassoio... intanto gli altri, smarriti e preoccupati dalla sparizione dell'aragosta, mi chiedevano spiegazioni, esigendo una azione immediata per il recupero del manicaretto. Corsi dal proprietario. « Sono confuso, mi disse, balbettando, lo so, ve l'avevo promessa, ma gli è che in cucina non ne abbiamo altre, e neppure ne possiamo trovare altrove, a quest'ora. Mi capisca, lo sa chi c'è a quel tavolo? Nientemeno che Sua Eccellenza... Spieghi a quei ragazzi... serviremo loro qualche altra cosa, ecco, abbiamo del consommé di gallina e poi delle trigliette squisite... ».
Pochi minuti più tardi, mentre spiegavo con il più contrito dei modi la faccenda alla famelica troupe, mi accorsi che la nostra aragosta veniva servita, in quel momento, al tavolo vicino. Anche gli altri se ne accorsero: e fu a questo punto che Pierrick sortì in una risata piena, sonora, convulsa, che fece voltare tutti i clienti del ristorante. Lì per lì credetti che fosse improvvisamente impazzito. La fame, la delusione, qualche volta giocano di questi scherzi. Ma alla fine, con le lagrime agli occhi dal gran ridere, il ragazzo prese a spiegare la ragione della sua ilarità: « Signor De Sanctis », disse, « ogni volta che la scena veniva ripetuta... » e giù ancora a ridere. «Ma dimmi, dicci Pierrick, che cosa è successo?»
Il ragazzo guardava gli yachtmen intenti a degustare il crostaceo e rideva, rideva... « Insomma, che
c'è? ». « Ebbene, ebbene, ogni volta che si è ripetuta la scena » (e l'avevamo replicato ben 12 volte!) «sì ogni volta, io mi assaggiavo un pezzo di aragosta... poi la scena finiva ed ero costretto ogni volta a rimettere un po' dei bocconi masticati al loro posto, sotto la corazza... ed ora quelli là... » e giù ancora a ridere.
Ma ormai non rideva più solo. Tutto il nostro tavolo si teneva la pancia, mentre i camerieri compunti servivano la maionese a quegli yachtmen, ignari della storia capitata a un'aragosta "di scena" manipolata, tenuta sotto i riflettori e sotto le mosche, piluccata, mangiucchiata e conservata a macerarsi per tre lunghi giorni nella ghiaccia del grand hotel "a mare".

 

 

Elizabeth Campbell, 'Mr Walker', 'Mr Stroud', 'Mr Moor', con 'Deaks' e 'Nip' i cani, “Navigò a bordo del King Ferdinand Steam Packet per Messina in Sicilia il 26 aprile 1825”. Superarono Capri, Stromboli (deluso di non aver visto la lava che scorreva di notte), Lipari e Scilla sulla costa calabrese, prima di entrare nello Stretto di Messina. A terra viaggiarono lungo la costa orientale; oltre Taormina e l'Etna fino a Giardini, poi Catania e Augusta, raggiungendo Siracusa il 6 maggio. Da Siracusa tagliarono l'entroterra fino a Palazzolo, colpendo la costa meridionale a Gela e dirigendosi verso ovest verso Agrigento e Sciacca, arrivando a Salinunte il 15 maggio. Si trasferirono nuovamente nell'entroterra e salirono a Salemi e ai templi di Segesta prima di scendere ad Alcamo, sulla costa settentrionale.

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Elizabeth Campbell, visitò i laghi italiani e il Lazio nel 1824 e fu in Abruzzo nel 1826. Visitò regolarmente anche la Svizzera per tutti gli anni venti dell'Ottocento; i suoi viaggi qui suggeriscono che avesse più di una connessione passeggera con il luogo. I suoi acquarelli sicuri e vivaci, accompagnati da estratti del suo Diario, ci danno un chiaro senso della donna. I viaggi continentali erano aumentati negli anni successivi a Waterloo, ma un viaggio a dorso di cavallo o mulo attraverso la Sicilia nel 1825, e alla velocità con cui si muoveva il suo gruppo, non fu un gioco da ragazzi.

Campbell era chiaramente un viaggiatore esperto ed energico. I suoi disegni e le voci del diario dimostrano la sua educazione, intelligenza e genuino interesse per tutto, dalla flora e fauna siciliane, alla sua storia, architettura e agricoltura. Aveva un interesse particolare e informato per la geologia.

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Se gli acquerelli di donne viaggiatrici di questa data non sono rari, è raro avere opere che illustrino un viaggio completo, accompagnate da estratti trascritti dal diario di viaggio dell'artista.

"" “Seguì molta delusione nel trovare un mare molto agitato e un forte vento contrario che ci aveva ritardato di circa sei ore, e l'isola di Stromboli, che avevamo sperato di aver superato a mezzanotte (per vedere la lava che scorre) non l'abbiamo raggiunta fino a mezzogiorno . Scorreva lava immaginavamo dal fumo arricciato che scendeva e sulle parti più alte fumo usciva da tante bocche.

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Da questa parte l'isola sembrava solo lava ___ . È di forma conica ma il cono immediato è andato apparentemente bruciato e di forma meno bella del Vesuvio. Un curioso scoglio isolato si erge a sinistra dell'isola. Con il bel tempo la nave passa tra questo scoglio e Stromboli. Mentre navigavamo su ___ erano visibili qualcosa come i vigneti.""

"Anche le Isole Lipari sono apparse in vista, alcune delle quali rocce quasi aride, ma le forme più pittoresche che abbiamo potuto vedere distintamente, di altre tracciano solo debolmente la forma attraverso la fitta nebbia."

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Leeds Grammar School. Stromboli, April 1969; a geographical survey. 121 pp. Includes chapters on climate, land use and population of Stromboli. Devo ringraziare in primis Chris Burnett per avermi inviato il capitolo 9 del libro. E chi mi ha aiutato per la traduzione.

CAPITOLO NONO (3 ed ultima parte). In termini di proporzione di maschi e femmine le percentuali sono in linea con la popolazione modello in tutta l'Europa meridionale. L'unica cifra che ci ha sorpreso è stata l'alta percentuale di persone di età inferiore ai 20 anni, (374%), perché abbiamo pensato i giovani tendono a lasciare l'isola. Anche accettare che un certo numero di giovani erano a scuola in Sicilia, o lavoravano sulla terraferma, non abbiamo incontrato molte persone di questa fascia di età.

Eppure, quando abbiamo controllato i nostri risultati con le medie per questa parte del mondo non erano così anormali e sulla riflessione, è probabilmente la fascia di età 20 - 30 anni che tende a lasciare Stromboli, oppure non tornare sull'isola dopo aver finito a l’Università. Abbiamo calcolato che l'area di Stromboli è 4.92 miglia quadrate, o 12,6 chilometri quadrati. Il totale popolazione dell'isola è 298 + 29 = 327.

Pertanto la densità di popolazione per chilometro quadrato = 26 e quindi la densità di popolazione per miglio quadrato = 66,5. In termini di densità per chilometro quadrato, la popolazione delle varie regioni del Sud Italia è la seguente: (foto c 2.)

Campania ......        350

Sicilia …                 183

Puglia…..               176

Calabria .....            136

Abruzzo e Molise .. 104

Basilicata .......          65

La media per tutta l'Italia = 168. Così, anche rispetto ad alcuni delle aree più povere della terraferma, la densità di Stromboli della popolazione è molto bassa. Questo è da aspettarsi  visto la natura montuosa dell'isola, la relativamente piccola area dove si può essere costruire, e la semplice economia di un popolo che vive in isolamento.

È interessante tuttavia da risolvere la densità di popolazione prendendo la cifra di 5.000 circa per il 1870, e la cifra di 3.000 circa per il 1930. (pag. 106 – 107) Densità di popolazione nel 1870= 396,8 per chilometro quadrato. Densità di popolazione nel 1930= 230 per chilometro quadrato.

Va tenuto presente che la popolazione italiana è raddoppiata nel secolo scorso, e quindi le cifre sopra riportate per il Sud Italia sarebbero sensibilmente meno nel 1870. Se le cifre per Stromboli sono corrette nel 1870, l'isola aveva una densità di popolazione superiore a quella attuale

aggiornata della Campania, che comprende Napoli con una densità di 2.061 per chilometro quadrato, altra indicazione della sua ricchezza economica in quel momento. Anche nel 1930, Stromboli sarebbe secondo alla Campania, quindi gli standard a quel tempo erano ancora superiori a quelli di gran parte del Mezzogiorno d'Italia.

Un'analisi economica della popolazione di San Vincenzo, come ricavato dal nostro questionario, dà alcuni dati interessanti. La maggior parte delle donne si classificano come casalinghe. Pochissime lavorano, quelle che lo fanno sono impiegate in alberghi, pensioni, negozi, o aiutare i loro mariti nei campi. Dal momento che il 11½ della popolazione ha più di 60 anni di età, ci sono un buon numero di pensionati.

L'attività alberghiera e le occupazioni collegate con la costruzione vengono prima uniti, impiegando dieci ciascuno, Ciò non sorprende, vista la crescita del numero di hotel e pensioni per soddisfare il commercio turistico e la crescente domanda di nuove ville ristrutturate adibite a residenze estive.

Solo sei uomini erano agricoltori a tempo pieno, due dei quali aiutati dalle loro mogli, e un uomo ha effettivamente chiamato lui stesso un giardiniere. I prossimi nella lista sono quattro pescatori e quattro negozianti, questi ultimi di solito gestione di imprese familiari. L'elenco è completato da due sarti, un barbiere, due persone che lavorano all'ufficio postale, un agente marittimo, un insegnante, un medico, un sacerdote, un avvocato e un uomo che lavora nei trasporti. Lo schema è complicato tuttavia perché alcuni degli uomini hanno più di una professione, quindi un agricoltore può anche essere un pescatore, un negoziante può anche possedere un appezzamento di terreno. Tuttavia il quadro piuttosto incompleto dell'occupazione conferma il fatto che sempre più stromboliani sono collegati direttamente o indirettamente con il turismo.

Ci sono indicazioni di un numero crescente di residenti permanenti non stromboliani nell’isola. La maggior parte di questi provengono dall'Italia o dalla Sicilia, ma a nostra conoscenza, ce ne sono anche un Tedesco e due inglesi (un ufficiale dell'esercito in pensione e sua moglie). La maggioranza di italiani e siciliani i residenti sembrano essere coinvolti nell'aumento del commercio turistico dell'isola. Ad esempio, uno l'italiano sull'isola si occupa di proprietà sviluppo, e un siciliano gestisce un negozio di souvenir. Il quadro della popolazione è completato da tre “poliziotti” e due funzionari della dogana. I “poliziotti” sembrano lavorare sull'isola in brevi tour, e l'ufficio doganale è presidiato da militari nazionali.

NASCITE E DECESSI NELL'ISOLA DI STROMBOLI

1958 - 68 compreso (foto d).

Anno                                Nascite                              Decessi

1958

6

5

1959

8

3

1960

6

5

1961

5

4

1962

8

5

1963

6

4

1964

7

3

1965

4

5

1966

5

4

1967

5

2

1968

4

3

Totale

64

43

Poco prima della pubblicazione di questo libro abbiamo ricevuto le figure di cui sopra dal Rev. di Mattina. Ci sentiamo che vale la pena aggiungere alle nostre osservazioni sullo studio umano dell'isola. Queste cifre mostrano che la popolazione dell’isola è aumentato di 21 durante l'ultimo decennio. Questo rappresenta un significativo aumento di circa il 7% nella popolazione totale di 327. Tale aumento deve sicuramente essere preso come un segno di speranza che, per il momento a meno, la migrazione della popolazione lontano dall'isola è stato non solo arginato, ma invertito. Il fatto che questo aumento è dovuto a cause naturali sull’isola e non tiene conto di eventuali migranti che hanno restituito durante questo periodo, dà ulteriore motivo per sperare.

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Leeds Grammar School. Stromboli, April 1969; a geographical survey. 121 pp. Includes chapters on climate, land use and population of Stromboli.

Devo ringraziare in primis Chris Burnett per avermi inviato il capitolo 9 del libro. E chi mi ha aiutato per la traduzione.

CAPITOLO NONO (2 parte).

Questo acquisto di terreni o proprietà sta cominciando a portare alla speculazione fondiaria, sono due italiani già acquistando terreno non appena diventa disponibile, e questa speculazione sta spingendo verso l'alto il valore della terra e proprietà. Mentre questo presenta un'altra difficoltà ai restanti giovani dell'isola che vogliono sposarsi e comprare una casa, è potenzialmente vantaggioso alla nuova comunità turistica.

L'acquisto e la vendita di terreni è ulteriormente complicato perché anche molti dei proprietari ora sono all'estero, principalmente in Australia, o sono morti.

Un uomo con tre case di proprietà, una delle quali era in rovina, ma si rifiutò di vendere qualsiasi sua proprietà.

Viveva in una, una era diventata di recente vacante, e quella in rovina la voleva conservare per motivi sentimentali.

Perché il commercio turistico è così importante per il futuro dell'isola che i ragazzi tentavano di conquistare alcune informazioni a riguardo dagli hotel. Tre ci ha fornito i dettagli come segue:..

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Ad eccezione di un gruppo della Locanda Stella all'Ufficio del Turismo, gli edifici ancora tendono concentrarsi alle due estremità dell'insediamento. A buona quantità di terreno coltivato tra la costa e strade chiesa sottolinea questa separazione, Eppure questa separazione è attualmente meno marcata del 1954, come si può vedere dalla fotografia aerea di tale periodo.

Circa la metà delle case della zona di San Bartolo sono lungo la strada costiera, e sono quasi tutte occupate dai turisti per via della loro attrattiva ambientazione. Per contro, la maggior parte degli edifici di San Vincenzo sono di proprietà degli Stromboliani. Il modello di insediamento dalla chiesa a sud è un nastro complesso.

San Bartolo dalle pendici superiori del vulcano. Sa' Vincenzo. è un nastro complesso. Tutti gli uffici comunali e la stragrande maggioranza del commercio (in termini di caffè, bar, negozi e negozi) si trovano in San Vincenzo.

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È interessante speculare, anche se lo abbiamo fatto non è stato possibile verificare questi punti, che durante il Medioevo la piccola spiaggia riparata a ovest di Piscita era usata dalle barche, e quella San Bartolo era l'abitato. C'era anche una spiaggia?

Ficogrande in questo momento? Questo potrebbe essere entrato

esistenza solo quando il vulcano si è spostato al suo presente

posizione intorno al 1700, e la lava e la cenere iniziarono a formarsi costruisci la Sciara del Fuoco. Come il commercio dell'isola crebbe durante il 18° e 19° secolo, così l'insediamento si espanse verso San Vincenzo (si noti che la chiesa qui fu costruita solo nel 1860, mentre la chiesa di San Bartolo è del 1740).

La spiaggia di Ficogrande è stata sicuramente utilizzata durante questo periodo commerciale, e sembra logico che l'attività umana ed economica dovrebbe concentrarsi maggiormente nella zona di Ficogrande. Oggi, San Bartolo è il sognante, tranquilla fine del villaggio; tutta la vitalità proviene da San Vincenzo. L'importanza commerciale di San Vincenzo è ulteriormente sottolineato dal fatto che un molo è stato recentemente costruito per facilitare il carico e scarico delle navi. Sfortunatamente, le tempeste invernali hanno distrutto questa costruzione prima che fosse completata, e da allora non sono stati disponibili soldi per riprendere la costruzione.

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L'attuale struttura della popolazione

Durante il nostro viaggio di un giorno a Ginostra abbiamo scoperto che la popolazione del borgo totale 29 persone. Nel momento in cui queste informazioni sono in stampa saranno state trasferite tredici persone anziane in una casa per anziani sull'isola di Salina, e nell'autunno del 1969 il "sindaco" locale e la sua famiglia (sei persone in tutto) si saranno trasferiti a San Vincenzo. Pertanto, in un futuro molto prossimo questo insediamento, in una ambientazione più attraente, diventerà una città fantasma.

Isolamento, per mancanza di scuola, e grandi difficoltà nell'ottenere assistenza medica ai malati, può essere citato come due ragioni per cui questa comunità sta scomparendo.

Statistiche per San Bartolo e San Vincenzo: (foto c.)

Totale di 200 persone da 56 case:

200 x 83 = 200 x 167 = 298 persone, Totale popolazione.

56 1 56

(segue uno studio matematico statistico sulla popolazione difficile da riportare in word eventualmente posso mostrare scansioni pagine).

Maggiore è la diffusione di una serie di letture intorno alla media, maggiore è lo standard deviazione di quell'insieme di valori, si può vedere che c'è una maggiore variazione nel numero di femmine per casa rispetto al numero di maschi per Casa……………

(Pag. 103 - 104) Gli spazi vuoti indicano le case che sono state occupate da turisti nel periodo pasquale. Come la cifra di popolazione ufficiale dato per San Vincenzo aveva 300 anni, pensiamo di poter accettare i risultati.

 

Si parla di “”Pomice””, da vari articoli e testi in ordine cronologico in originale o in copia grazie anche a diverse biblioteche.

Video slide ad intervallo di 7 secondi l’una dall’altra.

Un lavoro semplice ed ovviamente mai completo di cui riporto solo la copertina o degli stralci specifici.

E’ doveroso precisare che alcuni dati vanno sempre presi con “”il beneficio dell’inventario””.

Trattandosi di un mio archivio personale ho cercato ed inserito quello che io ho ritenuto più interessante.

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Saggi ginnici a Canneto anni 30/40

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Dopo averne parlato nella rubrica sul Notiziario, Leeds Grammar School. Stromboli, April 1969; a geographical survey. 121 pp. Includes chapters on climate, land use and population of Stromboli.

Devo ringraziare in primis Chris Burnett per avermi inviato il capitolo 9 del libro. E chi mi ha aiutato per la traduzione.

CAPITOLO NONO (1 parte). UN'INDAGINE ABITAZIONE E POPOLAZIONE DI SAN VINCENZO

Sono state effettuate due indagini, una sulle abitazioni, l'altra sulla popolazione, Il primo, condotto il nostro secondo giorno sull'isola era quello di tracciare tutti gli edifici esistenti a San Vincenzo e San Bartolo, se occupato, non occupato o in vari stadi disoccupazione. Oltre a richiedere questa informazione, il sondaggio è stato vantaggioso in quanto realizzandolo i ragazzi hanno conosciuto bene il modello di insediamento esistente. La seconda indagine ha riguardato: implicando un questionario che richiede dettagli sull'età e l'occupazione delle persone, è stato condotto l’ultima domenica pomeriggio del nostro soggiorno a Stromboli, è stato l'ultimo pezzo di lavoro geografico che abbiamo portato fuori sull'isola. Questo è stato deliberato; la tardiva realizzazione di questo delicato ma importante compito è dovuta all’aver fino a quando gli isolani si erano abituati alla nostra presenza. I ragazzi hanno dovuto usare il loro limitato Italiano in questa occasione, e non abbiamo voluto alcun malinteso o malintesi per rovinare il risultato.

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Anche così, due ragazzi sono stati erroneamente scambiati per gli esattori delle tasse italiani! Il prete dell'isola, Don Antonio di Mattina, è stato di grande aiuto in quest'ultimo progetto. Gli abbiamo inviato una copia del questionario prima di lasciare l'Inghilterra, e quindi ci siamo assicurati che la gente di Stromboli non si opporrebbe a nessuna delle domande che volevamo porre loro. Era suo consiglio di effettuare il sondaggio di domenica pomeriggio, dopo aver parlato alla sua comunità durante la Messa quella mattina, chiedendo loro di aiutarci.

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Al nostro primo rilievo, abbiamo subito scoperto che la mappa italiana era del tutto imprecisa per quanto riguarda Photo Twentytwo, il posizionamento delle case. Questo non è stato davvero sorprendente alla luce di ciò che abbiamo successivamente scoperto sullo spopolamento. Alcune case, cadendo in rovina, sarebbero state nascoste dall'avanzare della vegetazione e di certo nessuna delle nuove ville, costruite a partire dal 1950, sarebbe apparsa su una mappa. Dividiamo quindi l'intera area in settori. Le linee di divisione seguivano il più possibile i percorsi esistenti (ad ogni percorso veniva assegnata una lettera) e ogni coppia di ragazzi doveva tracciare delle case in relazione alle strade e ai percorsi. Per fortuna, la mappa mostrava la base corretta " schema stradale" anche se da allora sono stati aggiunti uno o due percorsi. Siamo stati quindi in grado di rintracciare l'insediamento esistente su una pista di strade prese dalla nostra mappa.

Confrontando la mappa con la realtà abbiamo scoperto che molti dei sentieri erano stati convertiti a seguito di di qualche recente sviluppo economico La strada tra le due chiese è ovviamente la principale, essendo da 3 a 5.5 metri in larghezza. In confronto, la costa tra Piscita e l'Ufficio del Turismo è larga solo due metri, così come la maggior parte dei sentieri che collegano queste due strade . Alcuni vicoli che conducono fuori la costa a sud della chiesa di San Vincenzo sono solo uno metro in larghezza. I Trasporti nel villaggio quindi si svolgono con mezzi a tre ruote o, scooter o biciclette. Il carretto comunale e i due taxi sono adattati per le loro funzioni speciali.

L'indagine sulle abitazioni ha dato il seguente risultato 

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Se prendiamo l'unità familiare nell'ultima generazione in Italia meridionale a sei, la popolazione totale del villaggio in circa 1930 sembrerebbe essere 496 x 6 = 2,976.

Questa è una popolazione totale si avvicina a 3.000, che rispetto alla cifra stimata di cui al Capitolo Sette.

La seconda indagine è stata allo stesso modo del primo, anche se non proprio gli stessi settori sono stati utilizzati. Questo secondo è stato più accurato in termini di edifici effettivamente abitati,

perché i ragazzi dovevano bussare alle porte. Da un 67 per cento

sono stati ottenuti i seguenti risultati: (foto b.)

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La casa ½ stromboliana è spiegata dal fatto che è anche un caffè, Informazioni era in realtà ottenuto da 56 case occupate dagli stromboliani, dando un rendimento del 67%. Gli edifici sopra citati sono stati tracciati su una mappa in scala 1 : 3168, e da questa mappa, oltre ai risultati dei questionari, si possono trarre alcune conclusioni.

Contro 83½ case occupate dagli isolani i turisti ne hanno 105. Questo dà una percentuale di 44,3 contro 55,6, e mostra fino a che punto la costruzione di nuove ville, o ristrutturazione di vecchie case ha progredito per dare residenze estive per una nuova clientela sull'isola, una clientela costituita principalmente da Svizzeri e tedeschi.

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NOTIZIARIOEOLIE.IT

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Segnalo questi articoli dell'Ansa e del Il Mattino, in merito a quanto si vuol realizzare nell'isola di Procida: 

https://www.ansa.it/campania/notizie/2022/11/08/procida-prima-isola-mediterraneo-libera-da-zanzara-tigre_d400fe66-e39a-426d-b754-23d2647c8725.html

https://www.ilmattino.it/napoli/cultura/procida_2022_notte_europea_ricercatori_scienza_aperta-6957875.html

IL MATTINO

«Scienza aperta» a Procida, il progetto per eradicare la zanzara tigre asiatica.

Procida sarà la prima piccola isola del Mediterraneo libera dalla zanzara tigre....

Scienza aperta”, che mira all’eradicazione della zanzara tigre asiatica, una specie invasiva e pericolosa attraverso l’incontro di due realtà, “Stoptigre”, il progetto condotto dal laboratorio di genetica e controllo degli insetti vettori del dipartimento di biologia, e “Non io ma noi” della scuola di Nuove tecnologie dell’arte dell’accademia di belle arti di Napoli. …...................

ANSA

"Scienza Aperta" mira a ridimensionare la popolazione dell'insetto.

Procida sarà la prima piccola isola del Mediterraneo libera dalla zanzara tigre.

Attraverso l'uso di strumenti eco-sostenibili, come la tecnica del maschio sterile e con la partecipazione attiva della comunità locale

Con ricadute positive sul turismo e sulla prevenzione di epidemie. Il progetto, inserito nel programma di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 con il titolo di "Scienza Aperta", è stato ideato dal Laboratorio di Genetica e Controllo degli Insetti Vettori del Dipartimento di Biologia dell'università Federico II di Napoli....

In questo momento Lipari e le Eolie hanno tanti problemi es. i trasporti, ma perchè non pensare di realizzare un progetto simile a Lipari/Eolie a medio termine, ci si potrebbe chiedere il perchè? La risposta già è nelle righe dell'articolo dell'Ansa che ho riportato.

Mi sembra che anche a Lipari il problema della zanzara tigre stia aumentando, ogni anno aumentino, non si può stare vicino tombini, giardini ecc.

Come si evince dallo stralcio dell'articolo dell'Ansa un simile progetto, sostenibile, porta benefici anche in ottica turistica, sanitaria e quindi sulla nostra “”pelle””!

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segnalo

 
Concorso, per titoli ed esami, per l'ammissione di N. 1030 allievi marescialli al 93° corso presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di finanza per l'anno accademico 2021-2022.

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