di Maurizio Bertero
Ritmi lenti e rilassati, mare cristallino, vulcani e vigne, panorami bellissimi. Se la meta vacanziera «deve» essere lontano dalla terraferma, non c'è che l'imbarazzo della scelta: da nord a sud, particolarmente nel Tirreno, l'Italia è ricca di isole, piccolissime o più estese, mondane o selvagge.
Senza retorica sono un paradiso in mezzo al mare. Lo sono anche Sicilia e Sardegna, sia chiaro, ma le dimensioni e la storia ne fanno un mondo a parte anche per l'enogastronomia. Ma come è scontato che in una grande regione si trovino decine e decine di locali a buon livello (e in questo, la Sicilia resta decisamente superiore alla Sardegna), è meno facile trovare eccellenze in quelle piccole.
La notizia positiva è che negli ultimi anni, il trend è molto positivo: grazie soprattutto ai grand hotel (spesso, rimessi a nuovo) o ai resort di ultima generazione, l'offerta culinaria è salita di categoria con soddisfazione da parte dei vacanzieri appassionati di cibo o dei gourmet che si fermano con la barca. Detto che nella nostra cartina, abbiamo voluto segnalare il miglior locale a nostro personalissimo parere in dodici isole del Tirreno, le eccellenze assolute si trovano nel golfo di Napoli e nelle Eolie. Prendendo come riferimento la Rossa Michelin nata come guida turistica e quindi molto attenta a queste realtà, più delle altre il match tra Capri e Ischia finisce quattro stelle pari.
Nell'isola cara a Tiberio ci sono la doppia stella dell'Olivo all'interno del Capri Palace e le singole conquistate dallo spettacolare Riccio «dentro» il mare (e della stessa proprietà) e dal Mammà gestito dalla brigata di Gennarino Esposito. Altri posti meritevoli sono l'emergente Monzù all'interno del bellissimo hotel Punta Tragara, il piccolo Gennaro Ametrano, Zigù dell'Hotel Villa Marina e Al Capri Don Alfonso Café degli Iaccarino. Ischia può vantare l'ottimo Dani Maison, bistellato di Nino di Costanzo e altre due stelle quali il Mosaico del Terme Manzi Hotel e Indaco. Ma il nostro favore va al suggestivo e più semplice Giardino Eden all'interno dell'omonimo albergo. Caracalé e Acqua Pazza (stella Michelin) non hanno rivali rispettivamente a Procida e Ponza.
Risalendo a Nord, l'Elba e il Giglio: nel secondo caso, a fronte di spiagge splendide e di una felice natura, non ci sono posti da impazzire ma l'affidabilità della Vecchia Pergola non delude mai. Quanto all'isola di Bonaparte, manca (stranamente) una stella ma c'è un buon livello medio tra i locali storici e quelli recenti: Emanuel, il Molo G-Osteria Portuale, Bitta 20 a Portoferraio; Scaraboci, Capo Nord e Osteria del Noce a Marciana Marina; Tamata a Porto Azzurro che è quello più convincente per una cucina mediterranea con contaminazioni orientali. A Nord della Sicilia, le Eolie non si «vendono» più solo per la straordinaria natura ma anche per la cucina, legata a struttura di livello. È il caso di Vulcano dove nel Therasia Resort Sea & Spa c'è Il Cappero, stellato con vista spettacolare e l'elegante cucina di Beppe Biuso. Oppure Salina dove la 26enne Martina Caruso una delle giovani cuoche più talentuose d'Italia ha conquistato nel 2016 la stella al Signum, all'interno dell'omonimo boutique hotel. Fermarsi in questi due locali è d'obbligo come a Lipari, E Pulera merita qualcosa in più di Filippino, uno dei Locali Storici d'Italia: per la cronaca, appartengono alla stessa famiglia da oltre un secolo al servizio del gusto.
Nella minuscola Panarea, impossibile contestare il primato a Hycesia, regno del pesce e anche vippaiolo il giusto. Le Egadi non tengono il passo veloce delle Eolie ma si trovano comunque buoni locali come il Sotto Sale a Favignana. E se siete neofiti di Pantelleria, vi troverete benissimo a La Nicchia. Parva sed apta nobis, piccola ma adatta a noi dicevano gli antichi romani: forse pensavano proprio a isole come queste.(ilgiornale.it)