Lipari - Ci ha lasciati Umberto Zanca, il milanista "doc".
Gran sportivo, ha militato nelle varie squadre eoliane e tifosissimo del Milan.
Sempre pronto a difendere i colori rossoneri sia al bar che nelle piazze anche a squarcia gola.
Ora da lassu' potrà continuare a dibattere con il "cugino interista" Nino Bonannella che nella foto che vediamo, era presente, quando oltre 30 anni fa venne a Lipari, invitato dal locale club milanista, guidato da Giovanni Munafò e Luciano Zaia, il grande, grandissimo Gianni Rivera, il "golden boy" del calcio italiano.
E Umberto non poteva mancare. Era in prima linea, entusiasta per il saluto al suo "campione rossonero".
Ciao Umberto, forza Milan. Scusa forza Inter...
Ai familiari le nostre condoglianze.
IL CORDOGLIO
di Gianni Iacolino
Grande cuore ed animo candido erano racchiusi in "un un metro e mezzo di statura ", avrebbe detto il compianto Faber se avesse conosciuto il nostro caro Umberto.
Noi eoliani che l'abbiamo conosciuto bene possiamo dire che Lipari ha perso un cittadino modello, persona umile e perbene, penultimo figlio di una famiglia numerosissima, infanzia difficile, fratelli da aiutare, ristrettezze economiche e tanta dignità.
Appassionato di tutte le discipline sportive, praticò a lungo il calcio sia come giocatore che nel ruolo di assistente e collaboratore di squadre che numerose nascevano negli anni in cui le forze lo aiutavano.
Poi la lunga malattia che ha minato lentamente il suo fisico ma non è riuscita ad intaccare il suo sorriso. Il garbo e la signorilità proprie del suo carattere hanno fatto di Umberto Zanca il Cittadino esemplare che la nostra comunità ricorderà con orgoglio.
di Giovanni Ferlazzo da Torino
Nooooo quanti ricordi. Mio padre mi portava, bambino di due o tre anni, agli allenamenti del Lipari e lui si divertiva a giocare con me. Ogni volta che mi rivedeva, mi riabbracciava e mi stringeva in una morsa di affetto e gli venivano i lucciconi a pensare a Don Bartolino. Ti volevo, ti voglio bene. Che la terra ti sia lieve.
di Salvatore Granata da Milano
Un altro personaggio della meravigliosa Lipari che fu se ne va, appiattendo così sempre di più il panorama umano di un’isola che isola lo è sempre meno; come se il mare si fosse ritirato, unendoci alla terra ferma e privandoci così di abitudini, tradizioni e riti che ci distinguevano da tutti gli altri e che ormai vivono solo nei ricordi, troppo malinconici, di chi ha avuto il privilegio di viverli.
Umberto, come il suo alter ego interista, anche fisicamente, Giovannino, ha rappresentato il Milan, cui era legato da un’incrollabile fede, quasi maniacale, che era pronto a difendere sempre, ovunque e comunque, spesso solo, o quasi, contro tutti. Come quando al vecchio campo sportivo di Santa Lucia si accendevano le radioline per apprendere da tutto il calcio minuto per minuto i risultati dei primi tempi e nel caso in cui il Milan stesse perdendo partivano i lazzi e gli sfottò di tutto lo “stadio” – interisti e Juventini si univano per l’occasione – indirizzatigli però con un affetto e una bonomia che certamente lui stesso percepiva.
Tutte le volte che lo incontravo mi ricordava sempre quando, per un miracolo del Fato, ci incontrammo a San Siro, in occasione di un Milan-Fiorentina, dove avevo accompagnato mio cugino Gianni Natoli e Curzio, bambino, finita clamorosamente con una vittoria dei viola. A fine partita era avvilito e da tifoso potevo comprendere il suo stato d’animo. Allora, per consolarlo, subito dopo lo portai a vedere la finale di coppa Intercontinentale di basket, vinta dall’Olimpia Milano, di cui era tifosissimo.
A distanza di decenni la memoria di quella fantastica giornata di tifo e passione illuminava ancora i suoi occhi e di conseguenza scaldava il mio cuore, per la felicità che solo persone pure come lui possono donare.
di Gennaro Leone da Torino
Caro Umberto, quante parate coraggiose quando facevi il portiere. Che la porta del Paradiso Ti faccia esultare sempre.