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I CARABINIERI NOTIFICANO LA MISURA CAUTELARE DELLA PRESENTAZIONE ALLA P.G. A CARICO DI UNA DIPENDENTE POSTALE CHE AVREBBE SOTTRATTO OLTRE 25.000 EURO DAI CONTI CORRENTI E DA BUONI FRUTTIFERI INTESTATI A CORRENTISTI PERLOPIÙ ANZIANI.
I Carabinieri della Compagnia di Patti, hanno dato esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla P.G., emessa dal G.I.P. del Tribunale di Patti, nei confronti di una donna dipendente di un Ufficio Postale di un comune nel pattese, ritenuta responsabile, nel rispetto della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, quale presunta autrice del reato di peculato.

Il provvedimento cautelare giunge al termine di un’attività investigativa svolta dai Carabinieri della Compagnia di Patti, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal dott. Vittorio Angelo Cavallo, i quali, nel novembre 2022, avevano avviato i riscontri a seguito delle denunce presentate da due correntisti. Anche grazie all’ausilio dei funzionari delle Poste Italiane, i militari dell’Arma sono riusciti a ricostruire il sistema escogitato dalla dipendente “infedele” per

impossessarsi della somma di oltre 25.000 euro, che avrebbe indebitamente sottratto da libretti postali e buoni fruttiferi degli ignari clienti, perlopiù anziani, così approfittando della loro fiducia.
Secondo quanto accertato dai Carabinieri, la donna ad ogni richiesta di prelevamento di danaro dai libretti dei correntisti frodati, avrebbe prelevato cifre nettamente superiori a quelle richieste dai clienti, impossessandosi indebitamente della differenza.

Inoltre, all’insaputa degli intestatari, utilizzando impropriamente il proprio user – id, si sarebbe anche appropriata di buoni fruttiferi e di altre somme di danaro detratti da altri libretti postali e da accessi illegali ai postamat.
A seguito delle illecite condotte poste in essere, l’Ente Poste Italiane, costituitosi parte civile, ha licenziato la donna.

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Truffa ai danni dell’Unione Europea La Procura Europea e i Carabinieri sequestrano beni per 450mila euro in provincia di Agrigento

Il Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare di Messina ha eseguito un Decreto emesso dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Agrigento su richiesta della Procura Europea - Ufficio dei Procuratori Europei delegati per Sicilia e Calabria con sede in Palermo – che ha disposto il sequestro preventivo di denaro e disponibilità finanziarie o, anche per equivalente, di altri beni o utilità di proprietà degli indagati per 450 mila euro, profitto di reato commesso da quattro imprenditori agricoli operanti nella provincia di Agrigento e di 97 titoli di pagamento (c.d. diritti all’aiuto) del valore complessivo di 21.238,37 euro.

Le indagini, svolte dal Reparto Specializzato dell’Arma, storicamente impegnato a tutela degli interessi del consumatore e delle naturali dinamiche economico-finanziarie del mercato agricolo, hanno consentito di accertare la truffa aggravata finalizzata al conseguimento illecito di rilevanti contributi pubblici destinati al comparto agricolo ed erogati dall’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura).
La condotta fraudolenta si è sviluppata attraverso la presentazione, tra il 2015 e il 2022, di domande uniche di pagamento, nelle quali i predetti imprenditori agricoli hanno dichiarato in conduzione appezzamenti di terreno, in parte oggetto di confisca e in parte di proprietà dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), surrettiziamente accreditati nella propria disponibilità attraverso falsi contratti di affitto.

L’operazione testimonia il lavoro dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare impegnati su tutto il territorio nazionale nella lotta alle frodi in danno ai bilanci dello Stato e dell’Unione Europea. Essa rappresenta, inoltre, l’esito dell’efficace azione di contrasto posta in essere dalla Procura Europea, mediante un’incisiva ed efficace azione di coordinamento delle indagini che ha portato all’adozione del provvedimento volto sia ad impedire la prosecuzione dell’attività delittuosa che a consentire il recupero delle indebite somme percepite dagli indagati in spregio alle normative ed a discapito dei numerosi imprenditori onesti.

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