L'intervista di Giacinto Pipitone a Gianpiero D'Alia pubblicata oggi sul Giornale di Sicilia.
Boccia l'ipotesi dell'elezione diretta dei presidenti dei consorzi di Comuni ma non per questo chiede di fermare il dialogo con il Nuovo Centrodestra. Anzi, Gianpiero D'Alia, dominus dell'udc siciliano, propone di far entrare in giunta gli uomini di Alfano per blindare la maggioranza.
••• Una delle ipotesi per sbloccare l'impasse in cui è piombata la riforma delle Province è di far eleggere i presidenti dei consorzi al popolo. In cambio il centrodestra sosterrebbe le città metropolitane. Siete d'accordo?
«Già l'idea che si possano moltiplicare i consorzi di Comuni fa accapponare la pelle. Pensare di far eleggere i presidenti al popolo è follia pura. La nostra linea era quella di una abolizione secca delle Province e dall'associazione facoltativa di Comuni per gestire funzioni risparmiando sui costi. Purtroppo è una linea che non ha trovato seguito nella maggioranza e ora sta venendo fuori una legge che potrebbe richiedere nuovi interventi in aula per arrivare alla vera abolizione o provocare una moltiplicazione degli enti. D'altro canto abbiamo sempre chiesto di valorizzare e rendere autonomi alcuni territori attraverso l'istituzione delle città metropolitane».
••• Secondo alcuni sta venendo fuori una legge contorta che sarà difficile applicare dal punto di vista amministrativo.
«È un rischio che esiste, cerchiamo di ridurlo al minimo». Perché Crocetta e la maggioranza stanno faticando tanto «Purtroppo la maggioranza non ha una dimensione politica compiuta. E così diventa ostaggio dei franchi tiratori che vogliono solo destabilizzare il quadro politico per gestire rendite di posizione o alzare il prezzo su altre questioni».
••• E come si supera l'ostacolo «Ci vogliono un'altra maggioranza e un altro governo con dentro il Nuovo Centrodestra. Con Alfano abbiamo parlato più volte di un loro coinvolgimento. E per questo motivo registro con soddisfazione che abbiano annunciato un loro atteggiamento positivo sulla riforma delle Province. Così diamo un assetto più stabile alla maggioranza».
E un pruno passo per il vostro ritorno nel centrodestra?
«Col Nuovo Centrodestra e i popolari di Mario Mauro stiamo ipotizzando un percorso comune in vista delle Europee e un nuovo soggetto politico saldamente ancorato nel Partito popolare europeo. Non a caso nei prossimi giorni saremo insieme a Dubli no per il congresso del Ppe che vedrà l'adesione di Ned. Mentre vedo che il Pd si sta muovendo verso l'area socialista europea».
••• In pochi giorni lei è uscito dal governo nazionale e ha perso la corsa alla segreteria dell'udc per 4 voti. Serve una ricostruzione al suo partito?
«Il nostro è stato un congresso vero e partecipato. Le differenze fra me e Cesa non erano sulla linea politica ma sul modo per gestire questa fase. Io ho chiesto il rinnovamento dei gruppi dirigenti, anche a livello territoriale, e continuerò questa battaglia. Ma vorrei aggiungere che nel momento in cui è cambiato il premier e Renzi ha annunciato una linea di discontinuità ho chiesto al mio partito di non impuntarsi sulla mia presenza nel governo. Non si può essere un uomo per tutte le stagioni. Ma al governo per l'Udc è andato Galletti, uno dei miei migliori amici. E per di più in un dicastero, l'Ambiente, che sarà molto utile anche per la Sicilia».
L’intervista di Giacinto Pipitone a Gianpiero D’Alia pubblicata oggi sul Giornale di Sicilia.
Boccia l’ipotesi dell’elezione diretta dei presidenti dei consorzi di Comuni ma non per questo chiede di fermare il dialogo con il Nuovo Centrodestra. Anzi, Gianpiero D’Alia, dominus dell’udc siciliano, propone di far entrare in giunta gli uomini di Alfano per blindare la maggioranza.
••• Una delle ipotesi per sbloccare l’impasse in cui è piombata la riforma delle Province è di far eleggere i presidenti dei consorzi al popolo. In cambio il centrodestra sosterrebbe le città metropolitane. Siete d’accordo?
«Già l’idea che si possano moltiplicare i consorzi di Comuni fa accapponare la pelle. Pensare di far eleggere i presidenti al popolo è follia pura. La nostra linea era quella di una abolizione secca delle Province e dall’associazione facoltativa di Comuni per gestire funzioni risparmiando sui costi. Purtroppo è una linea che non ha trovato seguito nella maggioranza e ora sta venendo fuori una legge che potrebbe richiedere nuovi interventi in aula per arrivare alla vera abolizione o provocare una moltiplicazione degli enti. D’altro canto abbiamo sempre chiesto di valorizzare e rendere autonomi alcuni territori attraverso l’istituzione delle città metropolitane».
••• Secondo alcuni sta venendo fuori una legge contorta che sarà difficile applicare dal punto di vista amministrativo.
«È un rischio che esiste, cerchiamo di ridurlo al minimo». Perché Crocetta e la maggioranza stanno faticando tanto «Purtroppo la maggioranza non ha una dimensione politica compiuta. E così diventa ostaggio dei franchi tiratori che vogliono solo destabilizzare il quadro politico per gestire rendite di posizione o alzare il prezzo su altre questioni».
••• E come si supera l’ostacolo «Ci vogliono un’altra maggioranza e un altro governo con dentro il Nuovo Centrodestra. Con Alfano abbiamo parlato più volte di un loro coinvolgimento. E per questo motivo registro con soddisfazione che abbiano annunciato un loro atteggiamento positivo sulla riforma delle Province. Così diamo un assetto più stabile alla maggioranza».
E un pruno passo per il vostro ritorno nel centrodestra?
«Col Nuovo Centrodestra e i popolari di Mario Mauro stiamo ipotizzando un percorso comune in vista delle Europee e un nuovo soggetto politico saldamente ancorato nel Partito popolare europeo. Non a caso nei prossimi giorni saremo insieme a Dubli no per il congresso del Ppe che vedrà l’adesione di Ned. Mentre vedo che il Pd si sta muovendo verso l’area socialista europea».
••• In pochi giorni lei è uscito dal governo nazionale e ha perso la corsa alla segreteria dell’udc per 4 voti. Serve una ricostruzione al suo partito?
«Il nostro è stato un congresso vero e partecipato. Le differenze fra me e Cesa non erano sulla linea politica ma sul modo per gestire questa fase. Io ho chiesto il rinnovamento dei gruppi dirigenti, anche a livello territoriale, e continuerò questa battaglia. Ma vorrei aggiungere che nel momento in cui è cambiato il premier e Renzi ha annunciato una linea di discontinuità ho chiesto al mio partito di non impuntarsi sulla mia presenza nel governo. Non si può essere un uomo per tutte le stagioni. Ma al governo per l’Udc è andato Galletti, uno dei miei migliori amici. E per di più in un dicastero, l’Ambiente, che sarà molto utile anche per la Sicilia».
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