Buongiorno direttore,
Avere risposte concrete. Quello che accade a Stromboli tutti lo vedono, lo vivono. Stromboli esiste. Esiste nelle strade, nelle attività, nel paesaggio, nella vita delle persone che ci abitano e che ci vivono da sempre, ma anche in quelle che ci abitano e ci vivono per un po'. Non cambia l’intenzione, non cambia il desiderio, perché il legame che l’isola costruisce con chi ci arriva non è mai casuale.
E per tutti noi, strombolani sempre o strombolani ogni tanto, c’è una domanda comune: perché?
Perché questo spreco di risorse, perché questo spreco di parole e di gesti che non costruiscono nulla se non rancore, indignazione, rabbia, sfiducia? Perché questa assenza di fatti, questa sottrazione continua di risposte concrete ma solo ordinanze, divieti, decreti, obblighi, documenti che non sono premessa di nessuna azione che non sia punitiva verso l’economia dell’isola e dei suoi abitanti?
In un comizio in piazza, davanti a cittadini e simpatizzanti, questa amministrazione ha fatto il punto sulla situazione, narrando malefatte, cattiva amministrazione e misfatti delle passate gestioni.
Un’eredità ingombrante e pesante da risolvere. Ha però anche affermato con forza il valore e il senso di responsabilità nei confronti delle isole, l’impegno a cambiare – si presume in meglio – certe attitudini della politica italica.
Non vogliamo entrare nel merito del programma del movimento che ha fatto eleggere l’attuale
sindaco: lo spirito comunque era – fin dal nome – quello di rivoluzionare democraticamente e
qualitativamente la gestione pubblica. Come non essere d’accordo?
Ma dopo gli applausi, sarebbe necessario vedere i fatti e giudicare da quelli. Perché le parole sono spesso gratis.
A Stromboli l’elenco delle cose da risolvere, di cui prendersi cura, non è lunghissimo. E’ complesso, come spesso accade, ma non lunghissimo, ed è ampiamente misurabile nei risultati.
Citiamo a caso: spazzatura, sicurezza ambientale, riqualificazione urbana, spazi comuni, guardia medica.
Sulla prima questione, per quanto la differenza di presenze tra mesi invernali e mesi estivi sia
enorme, non abbiamo visto alcuna soluzione né alcun miglioramento. A parte il lodevole impegno
dei pochissimi netturbini – mal strutturati e scarsi nell’organico e che lavorano in condizioni assurde – non si è visto altro. Il sindaco aveva detto pubblicamente (ultima conferma, luglio 2024) che sarebbe stata fornita una spazzatrice, ma della spazzatrice non si è vista ombra: il disservizio è evidente.
Sulla seconda questione, riconducibile al grande ambito del disastro subito dall’isola anche grazie alla stupidità criminale e irresponsabile di chi ha causato l’incendio del 2022, i lavori fatti finora, partiti con enorme ritardo a causa dei tempi colpevolmente dilatati dei passaggi in Comune, sono stati fatti a metà, come pensando ad altro: torrenti puliti a metà, lavori fatti sempre a metà, nessuna soluzione certa, poca chiarezza sul progetto, mentre i cittadini mettevano mano alle loro case e alle loro casse, non trattati con rispetto e comprensione delle difficoltà. Anche i titolari strombolani del diritto ai piccoli risarcimenti riconosciuti non sono stati ancora soddisfatti.
Altro che contrapposizione tra interessi dei residenti e interessi dei proprietari di seconde case non residenti, come ha insinuato il Sindaco! L’interesse è comune, e consiste appunto nella richiesta di risposte concrete, celeri, oneste. La Pro Loco Amo Stromboli ha iscritti tra gli strombolani più attivi e impegnati e tra i villeggianti, proprietari e non di case, che pagano le tasse anche per i finanziamenti pubblici destinati al comune di Lipari e per le opere che dovrebbero essere fatte a Stromboli. Che siano o non siano residenti, hanno una convenienza comune: il buon funzionamento della fragile economia turistica dell’isola e dei suoi servizi, gli uni per lavorare al meglio, gli altri per trascorrere vacanze felici nel luogo dove hanno investito e continuano a spendere senza cambiare la meta dei loro periodi di riposo e svago. Comuni sono stati i rischi: non dimentichiamo che è stato proprio un villeggiante stabile il giovane uomo che per mettere in salvo la moglie e le bambine durante l’alluvione del 2022 si è gravemente ferito.
Altri sono in pericolo a ogni pioggia. Entrambe le categorie condividono una speciale attenzione al turismo stanziale, che si ferma sull'isola tutti gli anni e dà lavoro stabile agli operatori turistici.
Le imprese edili locali, che hanno sempre collaborato anche in attesa di essere pagate, e coloro che singolarmente si son dati da fare, hanno fatto sì che non ci troviamo tuttora sepolti nel nulla, tra fango e dichiarazioni di emergenza. È terribile sentirsi abbandonati nell’indifferenza e nella sciatteria della burocrazia. Una burocrazia che blocca e imbruttisce anche gli spazi comuni: la piazza davanti a San Vincenzo, sventato il primo delirante progetto, risolta in una banalissima colata di cemento, con dei cordoli di pietra e un totem che rimanda solo alla sua solitudine. Il sentiero verso l’osservatorio, con i lavori di ripristino dallo scempio fortunatamente interrotto, sembra fuoriuscito dal radar.
Le stradine e i vicoli restano nel dissesto ormai storico, peggiorato dopo le alluvioni. Il
locale comunale sotto la piazza da adibire a sede dei volontari della protezione civile? Non se ne sa nulla. Il pontile è oggetto di danni da burrasca e sempre episodiche riparazioni.
L’amministrazione ha detto che “le cose si capiscono dibattendo, confrontandosi, ascoltando: se non facciamo questo non si fanno passi avanti”: quando abbiamo provato a dibattere il sindaco si è sentito offeso, tacciando i presenti, e la Pro Loco, di irriconoscenza. Ma il bollino del Comune di Lipari nei titoli di coda della Fiction RAI che ha distrutto la nostra montagna, quello lo hanno riconosciuto tutti.
Perché? Perché il comune ha lasciato il patrocinio? Perché ha rinunciato a combattere questa
ingiustizia subita? Perché ha accettato un piatto di lenticchie a fronte di un danno che è pesato e
pesa su tutti gli strombolani e sulla natura di questo luogo per diverse decine di milioni di euro e che per quell’incendio hanno rischiato la vita?
E’ stato, dal sindaco, detto: “Chi dice le bugie è convinto che gli altri siano stupidi”.
Ecco, volevamo avvisarla che non siamo stupidi.
Lettera firmata (Proprietari di seconde case e nativi non residenti siamo in tanti)

